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Da corrieredelveneto.corriere.it
bolzano 15enne pestata a scuola
Una furibonda lite fra teenager, scoppiata fra i cortili di una scuola superiore di Bolzano e che, si teme, nasconda una guerra femminile fra bande, con piccole bulle di diversa nazionalità pronte a sfidarsi. L’episodio, grave, risale a due settimane fa, ma è stato reso noto solo nei giorni scorsi e raccontato dalla stampa locale: un battibecco fra compagne di scuola, una di 14 e una di 15 anni, è subito degenerato in zuffa.
Una delle due avrebbe preso all’improvviso un oggetto contundente, colpendo la compagna sull’occhio, provocandole un trauma gravissimo, ma per fortuna non irreparabile. Ad intervenire, sotto choc, insegnanti e studenti, accorsi a dividere le due ragazze. La teen ferita è stata subito portata all’ospedale San Maurizio (dove, fortunatamente, i medici, hanno confermato che il bulbo oculare non era danneggiato). Della vicenda se ne sta occupando la Polizia, che tiene il più stretto riserbo sulle indagini. Mentre a “sbottare”, sui social, è il padre della vittima che posta anche una foto dell’occhio tumefatto della ragazza.
La rabbia del papà
«La quindicenne selvaggiamente pestata a scuola è mia figlia – scrive sul web -. Quella non è stata una lite come riportata dai media locali, è stato un atto di violenza gratuito eseguito da una quattordicenne marocchina, sostenuta da un gruppo di una decina di connazionali coetanee».
L’uomo, a questo punto, se la prende con la stampa. E poi prosegue la sua narrazione: «Il fatto è accaduto in classe, sotto gli occhi di tutti i compagni. Insultata e derisa al distributore delle bevande dal gruppetto di ragazze marocchine, mia figlia è stata poi raggiunta in classe dove è stata insultata presa per i capelli, scaraventata a terra e violentemente presa a calci in faccia, in particolare all’occhio destro. Tutto gratis e senza apparenti motivi».
L’accusa alla scuola
E ancora: «L’aggressore? Un soggetto risultato molto conosciuto sia alle precedenti scuole, sia alle forze dell’ordine, con storia di aggressioni fin dall’epoca delle elementari – prosegue il padre -. La domanda sorge spontanea: l’attuale scuola perché non sapeva? Perché un soggetto del genere girava liberamente senza essere sorvegliato?
Nessuna polemica, ma prometto grande battaglia, per mia figlia, ma anche per voi ragazzi e genitori che purtroppo non potete ritenervi indenni da quello che domani potrebbe succedere perché qualcuno ai quali siete affidati non ha guardato oltre». Il post sta incassando centinaia di condivisioni e commenti. Ora si attende una replica dai vertici scolastici, ma soprattutto di capire la reale dinamica dei fatti. Quello che è certo è che la banda delle bulle inizia a far paura.
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