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(ANSA) - MILANO, 17 LUG - Condannata per due "tweet diffamatori" e con frasi da body shaming contro Giorgia Meloni dovrà risarcire la presidente del Consiglio con 5mila euro. E' la sentenza emessa oggi dal giudice della quinta sezione penale di Milano, Valerio Natale, nei confronti di una giornalista pubblicista di 36 anni, che con lo stesso verdetto è stata assolta, però, da un terzo post su twitter sempre dello stesso giorno, il 12 ottobre 2021, col quale aveva pubblicato una "foto falsa", ossia ritoccata, di Meloni e che la ritraeva "in ambiente privato con la fotografia di Benito Mussolini alle spalle".
E aveva scritto: "Dietro c'è la sua matrice preferita". Per questo tweet, il primo in ordine di tempo quel giorno, l'imputata è stata assolta con la formula "perché il fatto non costituisce reato". Per gli altri due successivi tweet con gli insulti, seguiti alla risposta in relazione a quell'immagine falsa che Meloni aveva pubblicato sul suo profilo Facebook, la 36enne è stata condannata, a seguito delle imputazioni formulate dalla pm Roberta Amadeo, per diffamazione ad una multa di 1.200 euro, con pena sospesa. E a risarcire la premier, parte civile con l'avvocato Luca Libra, con 5mila euro. Una somma che, se verrà confermata da una sentenza definitiva, ha chiarito il legale, Meloni "sicuramente devolverà".
Come ricostruito nell'imputazione della Procura, la 36enne, difesa dal legale David Olivetti, aveva pubblicato tre anni fa, "sulla bacheca twitter personale e visibile a chiunque" di Meloni, la "foto ritoccata" che la ritraeva in casa con alle spalle la foto di Mussolini, scrivendo: "dietro c'è la sua matrice preferita".
La premier, poi, aveva risposto sulla sua pagina Fb, postando quell'immagine e scrivendo: "reputo che questa foto falsificata, pubblicata da una giornalista iscritta all'ordine, sia di una gravità unica. Ho già dato mandato al mio avvocato per procedere legalmente contro questa ignobile mistificazione. A questo è arrivato certo giornalismo di sinistra?!". Sempre quel giorno, verso sera, la giornalista aveva replicato scrivendo di aver "rimosso" la foto, ma poi aveva insultato Meloni.
giorgia meloni in versione gioconda
E ancora, meno di un'ora dopo, aveva scritto frasi da "body shaming". In relazione al primo post con la foto falsa anche la pm aveva fatto notare che quell'immagine non era stata creata dall'imputata e il giudice, come viene spiegato, potrebbe aver ritenuto che mancasse l'elemento soggettivo della volontà di offendere. La pm, invece, aveva evidenziato nella sua requisitoria la portata diffamatoria degli altri due tweet. Le motivazioni del verdetto tra 90 giorni. L'imputata, da quanto si è saputo, aveva sempre rifiutato una transazione per chiudere prima il procedimento.
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