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“NEGRO DI MERDA, TORNA A CASA TUA” – UN 39ENNE ITALIANO ACCOLTELLA E INVESTE UN IMMIGRATO NIGERIANO A RIMINI: IPOTESI DI TENTATO OMICIDIO PER MOTIVI RAZZIALI - LA VITTIMA È IN CONDIZIONI DISPERATE - IL COMUNE: "NON LO LASCEREMO SOLO. SERVE UNA GRANDE MANIFESTAZIONE ANTIRAZZISTA"

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Micol Lavinia Lundari per repubblica.it

 

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Tutto fa propendere per la matrice razziale per il gravissimo episodio avvenuto ieri davanti a un supermercato a Rimini. Un uomo, dopo averlo insultato, si è scagliato contro un giovane immigrato, prima prendendolo a pugni, poi accoltellandolo, e infine, mentre questi tentava di sfuggire al suo aggressore, investendolo con l'auto. E' accaduto intorno alle 19 in viale Trieste, in pieno centro a Marina.

 

Il ragazzo, un nigeriano di 25 anni richiedente asilo, è stato portato in ospedale: ha fratture multiple, la milza spappolata e varie emorragie interne e si trova in terapia intensiva all'Infermi: lotta fra la vita e la morte.  La polizia poco dopo il fatto è riuscita a rintracciare l'aggressore, grazie ai numeri della targa appuntati da alcuni testimoni: si tratta di un 39enne di Rimini con diversi precedenti, che prima di scagliarsi contro il 25enne lo avrebbe apostrofato con frasi come "Negro di m..., torna a casa tua" (frasi alle quali la vittima non avrebbe reagito, scrive la cronaca locale). Portato in Questura, ora deve rispondere di tentato omicidio aggravato dai futili motivi e da motivi razziali. In macchina gli agenti hanno rinvenuto il coltello ancora sporco di sangue usato per ferire il ragazzo.

IMMIGRATIIMMIGRATI

 

Il giovane nigeriano è arrivato in Italia, sbarcando in Sicilia, lo scorso settembre; è stato smistato attraverso il progetto Hub (Human Ecosystems) di Bologna e assegnato a Rimini. E' di religione cristiana e ha presentato istanza per l'asilo politico. Spesso lo si poteva incontrare davanti aquel supermercato: aiutava a svuotare i carrelli in cambio di qualche moneta, a quanto risulta senza dare fastidio o molestare i clienti. Dopo l'accaduto il questore di Rimini, Maurizio Improta, sta valutando il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Sperando che le condizioni del giovane migliorino, il provvedimento di iniziativa del questore potrebbe accelerare le pratiche sull'asilo politico.

 

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L'amministrazione comunale di Rimini, in una nota, si definisce sgomenta "per un episodio su cui occorre far luce nei dettagli e nella dinamica, ma che presenta contorni inquietanti". Un fatto che "ci costringe a fare i conti con l’emergere di un razzismo e di una intolleranza che stride con la storia, la tradizione e la cultura di una città che ha nel suo dna la sensibilità all’accoglienza. Questo atto di violenza è certamente isolato nella sua gravità, ma non possiamo far finta di dimenticare che ci sono episodi discriminatori e di intolleranza che lo hanno preceduto. Pensiamo a quanto accaduto poche settimane fa nella ex scuolina di Spadarolo. E’ quindi più di un campanello di allarme, è un vero e proprio schiaffo alla nostra comunità, che ora deve necessariamente interrogarsi sui valori e sui principi che la reggono".

 

"Al di là delle competenze e delle convenienze - continua la nota -  serve una risposta netta, forte, inequivocabile da parte della comunità riminese intera. Questi sono valori non trattatibili". Il Comune propone "di organizzare nei prossimi giorni una grande manifestazione antirazzista. A tale scopo è convocata per oggi alle 18 nella Sala Giunta della Residenza Comunale una riunione operativa alla quale sono invitate le organizzazioni sindacali, le associazioni di volontariato, le forze politiche, i sindaci della Provincia, le forze dell’ordine, per dare voce a quella Rimini che lavora per l’inclusione e la convivenza". E conclude: "Il Comune non lascerà solo quel

 giovane".

 

ambulanzaambulanza

Dello stesso tenore il messaggio dell'assessore regionale Emma Petitti: "Il tentato omicidio razziale è una macchia di disonore per la nostra Rimini, una città che ha fatto dell'accoglienza e dell'apertura la propria bandiera. La nostra condanna è ferma ed assoluta. Non ci possono essere giustificazioni o attenuanti - aggiunge -. Siamo tutti chiamati a reagire di fronte a un episodio di inaudita ferocia".