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Nadia Galliano per www.corriere.it
Una sessualità senza tempo e senza limiti. È la riflessione che emerge dallo studio pubblicato sull’American Journal of Men’s Health, condotto dalla dottoressa Christine Milrod e dal professore di sociologia dell’Università di Portland Martin Monto. Gli esperti hanno intervistato 208 uomini americani di età compresa tra i 60 e gli 84 anni, fruitori abituali di rapporti sessuali a pagamento, dimostrando come l’aumentare dell’età faciliti la propensione al sesso a pagamento, in particolare con rapporti sessuali non protetti.
L’INDAGINE
Più della metà degli intervistati (59,2%) ha riferito di non utilizzare abitualmente il preservativo durante i rapporti sessuali a pagamento. Non solo. Il 91% evita la protezione durante il sesso orale. Eppure, nonostante l’assenza di barriere capaci di impedire la diffusione delle malattie a trasmissione sessuale (Mts), il 77,4% degli intervistati percepisce un basso rischio di contrarre l’infezione da Hiv e solo il 62% ammette di essere stato testato per il virus.
«C’è una percezione quasi universale che gli uomini più anziani non paghino per il sesso o addirittura non risultino sessualmente attivi con frequenza regolare - spiega la dottoressa Christine Milrod, autrice principale dello studio -. Questo punto di vista potrebbe portare a un falso senso di sicurezza percepito dai clienti e dai sex workers, causando strategie di protezione inferiori rispetto a quelle adottate coi clienti più giovani».
Un senso di sicurezza apparente e fuorviante, che poco si addice alla storia clinica degli intervistati. Il 31,1% ammette infatti di aver contratto una Mts in passato: il 10,2% la gonorrea, il 10,1% le verruche genitali, il 7,8% l’herpes genitale, il 5,3% la clamidia.
IL PANORAMA ITALIANO
Ma anche alle nostre latitudini il panorama non migliora, seppur in misura più contenuta. A darci un’idea della situazione italiana ci pensa l’esperienza milanese in campo preventivo: «Una certa fetta di utenti che vediamo, anche over 60, ha rapporti a pagamento a rischio - racconta il dottor Gianmarino Vidoni, direttore del Centro di Rifermento Hiv-Malattie a trasmissione sessuale dell’ ex Asl (ora Ats) di Milano -. In questa categoria abbiamo riscontrato casi di Mts, come sifilide e uretriti gonococciche o da clamidia. Patologie troppo spesso sottonotificate. È indubbio però che il profilattico risulti poco utilizzato in modo trasversale, indipendentemente dall’età».
I CONSIGLI DEGLI ESPERTI AMERICANI
Secondo lo studio americano, però, il 57,2% degli intervistati evidenzia di aver parlato della propria sessualità attiva col proprio medico, ma purtroppo l’82,2% di queste conversazioni sono state avviate dai pazienti e non dai loro medici. Per ridurre l’incidenza di Mts tra gli uomini più anziani, Milrod e Monto invitano quindi i medici a discutere coi propri assistiti più longevi in merito alle migliori strategie di protezione.
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