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GALLINE IN FUGA! - A SEGRATE, 942 GALLINE OVAIOLE SONO STATE SALVATE DA UN GRUPPO DI ANIMALISTI CHE LE HA ACQUISTATE A 3 EURO L’UNA - DOPO DUE ANNI E MEZZO DI “LAVORO”, I PENNUTI NON ERANO PIÙ REDDITIZI E STAVANO PER ESSERE MANDATI AL MACELLO - IL SALVATAGGIO È NATO DA UNA CAMPAGNA SOCIAL, DIVENTATA VIRALE: UN BERGAMASCO HA COMPRATO 50 GALLINE...

Estratto da www.open.online

 

galline ovaiole

Dopo circa due anni e mezzo di attività, le galline ovaiole iniziano ad essere mediamente poco redditizie per la produzione intensiva. Per questo gli allevatori, di solito, decidono di liberarsene e mandarle al macello. Può però capitare che questa morte annunciata venga evitata.

 

O almeno questa è la fortunata circostanza capitata a 942 esemplari, salvati a Segrate dall’intervento di un gruppo di animalisti che le hanno acquistato per un prezzo di 3 euro l’una. Tutto è nato da una campagna virale. All’operazione hanno partecipato volontari, industriali e privati. Un bergamasco ha rilevato addirittura 50 galline: «il limite massimo se non si è un allevamento, per il suo giardino da 10mila metri quadri», ha spiegato al Giorno Andrea Notaro, 52 anni, referente della sezione milanese della Lega Nazionale per la Difesa del Cane. E responsabile della sede nel rifugio Segrate, che ospita un centinaio di cani e una decina di gatti. […]

galline ovaiole 2

 

«Ho preferito la via del dialogo – spiega ancora Notaro, facendo un accordo con l’allevatore che si è dimostrato collaborativo. Per il riscatto di ciascuna abbiamo versato 3 euro, la stessa cifra che avrebbe ricavato dal macello. Da inizio giugno abbiamo avviato una campagna di raccolta fondi: c’è chi si è limitato a fare una donazione, non avendo spazi adatti, come molti milanesi, e chi si è portato anche a casa una o più galline. Il salvataggio è avvenuto attraverso decine di viaggi: l’ultimo risale a venerdì scorso».

galline allevamento

 

Un successo, insomma: «Merito del tam tam sui social, dell’interesse della Curva Nord dell’Inter e della generosità di industriale che vuole rimanere anonimo. A un certo punto ho dovuto dire basta alle donazioni…». […]