RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Luigi Ferrarella per corriere.it - Estratti
Prudente di base o tempista nel frangente quando un mese fa era stato perquisito, Andrea Piscina — conduttore di Radio Rtl 102.5 nella trasmissione quotidiana «I Nottambuli», social media manager per lavoro, e per hobby alle prese con i bambini sia nella squadra di calcio di una polisportiva sia nell’oratorio di una congregazione religiosa — aveva consegnato un telefonino sul quale risultavano cancellate tutte le attività multimediali di chat e videochiamate sulle piattaforme Instagram e Omegle:
senza però evidentemente sapere che durante le videochiamate il sistema operativo del suo modello di smartphone generasse «miniature» dell’anteprima dell’immagine reale, conservandole anche dopo che l’immagine reale fosse magari stata cancellata dall’utente.
E in questo misconosciuto archivio del telefono i tecnici informatici della polizia locale ritengono di aver rintracciato la prova dei reati di «produzione di materiale pedopornografico» e di «violenza sessuale» per i quali giovedì la giudice Ileana Raimundo, su richiesta del pm Giovanni Tarzia, ha disposto l’arresto in carcere del 25enne Piscina:
e cioè oltre 1.000 immagini corrispondenti alla registrazione di altrettante videochiamate (e contestuali chat) di esplicito contenuto pedopornografico intrattenute con bambini fra i 9 e i 14 anni, adescati in Rete fingendosi «Alessia», apparente ragazzina di 15 o 16 anni che, promettendo di sbloccare la propria telecamera e farsi quindi vedere nuda dai maschi online, li provocava a compiere atti di autoerotismo e a mostrarsi nudi.
Linguaggio giovanile spigliato, emoticon ammiccanti, toni tra lo scherzoso e il volgare, gli inquirenti ricostruiscono che l’avatar femminile di Piscina, tra metà 2021 e metà 2023, avrebbe utilizzato in partenza sempre il medesimo tipo di approccio («Sto andando in doccia, cerco uno per sbloccare la cam e mostrarmi nuda, se vi va top, se no cerco un altro. Sorry se vado dritta»), per poi invece modulare e modellare il seguito delle richieste sul tipo di risposta (e quindi di profilo psicologico) dei bambinetti.
A carico di Piscina — fratello e dirimpettaio di pianerottolo di un politico leghista eletto nel 2021 nel Consiglio comunale di Milano, del tutto estraneo agli accertamenti — questa «seriale attività» integra due ipotesi di reato.
Una è non la «detenzione di materiale pedopornografico» (non trovato per le cancellazioni), ma la «produzione» attestata dai miniaturizzati fermo-immagine ritrovati nei metadati del telefonino. A motivare per la gip l’esigenza cautelare del carcere — oltre che l’utilizzo del crittografato servizio svizzero ProtonMail impermeabile alle richieste dell’autorità giudiziaria — è il fatto che il primo bambino identificato (dopo la denuncia nell’estate 2023 della madre, accortasi del cambio di umore del ragazzino di 13 anni sempre più spesso chiuso in bagno con il telefono) non fosse stato adescato a caso online, ma fosse stato un ragazzino conosciuto da Piscina nella sua attività in polisportiva.
La seconda ipotesi di reato è «violenza sessuale», che può esistere anche quando gli atti sessuali sono compiuti con il consenso della vittima, ma il consenso è viziato dal fatto che l’agente (in questo caso Piscina) abbia tratto in inganno la persona offesa (il bambino di turno) sostituendosi ad altra persona (qui l’avatar «Alessia»). Da chiarire infine sul telefonino il file «Futuro Insta» su future attività da effettuare appunto su Instagram: lungo catalogo di nomi maschili, con appunti il cui tenore fa ritenere agli inquirenti che «non si riferiscano a “capacità” calcistiche».
(…)
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