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"IL FENTANYL È ARRIVATO IN ITALIA. NON HA SENSO FAR FINTA DI NIENTE" - GLI ESPERTI COMMENTANO L'ARRIVO DEL POTENTE OPPIOIDE NEL NOSTRO PAESE DOPO CHE A PERUGIA, LA POLIZIA HA TROVATO TRACCE DELLA SOSTANZA IN DOSI DI ALTRE DROGHE: "LA NOSTRA SITUAZIONE NON HA NULLA A CHE VEDERE CON QUELLA AMERICANA. SIAMO AD UN LIVELLO DI ALLERTA GIALLA. QUANDO LA PRESENZA DI NUOVE SOSTANZE VIENE RIVELATA CON SEQUESTRI, MONITORAGGI DELLE ACQUE REFLUE O ESAMI DI URINA O CAPELLI, È GIÀ TARDI. IN QUESTO CASO…"

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Estratto dell'articolo di Alessandra Ziniti per "la Repubblica"

 

Lo spettrometro del drug checking dell’unità mobile che stazionava in una piazza di spaccio l’ha rilevato subito: c’era un 5% del temutissimo fentanyl in quella dose di eroina, codeina e diazepam portata da un tossicodipendente che ha chiesto di poterla esaminare, preoccupato dagli strani effetti subiti dopo avere assunto quella sostanza già altre due volte. […]

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«Adesso sappiamo che è arrivato. La nostra situazione non ha nulla a che vedere con quella americana. Non ha senso allarmarsi oltre un certo limite, ma neanche far finta che non significhi nulla. Diciamo che siamo ad un livello di allerta gialla e soprattutto che siamo in grado di avvisare istituzioni e consumatori del rischio reale di assumere questa sostanza pericolosissima». Lorenzo Camoletto, referente nazionale del gruppo riduzione dei rischi e dei danni del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza, valuta così il primo rilevamento in Italia di fentanyl per tagliare una dose di eroina.

 

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Una scoperta, quella effettuata a Perugia nei giorni scorsi da una unità mobile di una cooperativa al servizio della Asl che ha subito attivato il sistema di allerta rapido in tutta Italia […] Gli esperti vanno cauti: nella zona di Perugia nelle ultime settimane non è stato rilevato un aumento di overdose ma l’inchiesta della Procura partirà proprio da un monitoraggio di eventuali morti sospette o di accessi di tossicodipendenti ai pronto soccorso. Di certo c’è che la scoperta che ha fatto scattare il sistema nazionale di allerta rapida è stata possibile grazie a quei servizi di prossimità di strada su cui di certo l’Italia non investe.

 

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«Basta dire — spiega Lorenzo Camoletto — che il drug checking è disponibile solo in quattro regioni: il Piemonte ( l’unica che lo ha inserito a tutti gli effetti nel sistema regionale), l’Umbria e in via ancora sperimentale Lazio e Liguria. Quando la presenza di nuove sostanze viene rivelata con modalità tradizionali, dai sequestri delle forze dell’ordine al monitoraggio delle acque reflue fino all’esame di urina o capelli, è già tardi. In questo caso è stato proprio un consumatore […] a chiedere il nostro aiuto […]. E di solito almeno la metà dei consumatori, se le analisi certificano la presenza di sostanze sconosciute, rinuncia ad assumerle».

 

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Nell’universo sempre mutante degli stupefacenti il fentanyl è il grande spauracchio, costa pochissimo ed è facilmente reperibile, ma finora il suo consumo in Italia non ha fatto breccia anche se gli investigatori hanno colto i primi segnali di interesse da parte delle organizzazioni criminali che governano le piazze di spaccio. […]

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