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«Alessia Pifferi è ancora sotto shock, vive in una bolla. Non si rende conto di quello che è accaduto. Stamattina ha detto che voleva la sua bambina, che voleva andare ai funerali». A parlare è la legale Solange Marchignoli, che assieme a Luca D’Auria rappresenta da ieri la donna accusata di avere lasciato morire di stenti sua figlia, per 6 giorni chiusa in casa da sola.
I due legali hanno incontrato per la prima volta la donna in carcere, dove è detenuta con l’accusa di omicidio volontario. «È ancora troppo presto per avere anche solo un incontro costruttivo», ha detto Marchignoli intervistata da Fanpage.it. Per Pifferi si sono avviate le procedure per la perizia psichiatrica, che in un primo momento era stata ritenuta «non necessaria».
Secondo Marchignoli, aiuterebbe a dare risposte importanti: «Voglio sapere che cosa è successo nella mente di questa persona. Se voleva abbandonare il minore, se lo ha fatto con la consapevolezza del rischio». Da Pifferi, non sarebbe arrivato nessun segno di pentimento: «Potrebbe arrivare da una persona che ha compreso quello che ha fatto», ha detto la sua legale, «non è il suo caso». Marchignoli, poi, racconta anche che il compagno della donna non l’ha mai cercata: «Nessuno ha mai chiesto di poterla incontrare. Il suo compagno ha sempre il telefono spento».
Il latte nel biberon e il tranquillante
la morte della piccola diana a ponte lambro
Nella ricostruzione di quanto accaduto e nell’individuazione dell’esatta causa di morte della bambina rimane ancora un grande punto di domanda, che riguarda il tranquillante. In questi giorni si attendono i risultati delle analisi sul latte contenuto nel biberon che Pifferi aveva lasciato accanto alla figlia e quelli di un test del Dna sul beccuccio per capire se e quanto la piccola Diana ne ha ingerito.
Se venisse confermata la presenza del farmaco nel biberon, la donna potrebbe essere accusata di omicidio premeditato. Tuttavia, «mi ha assicurato che mai ha assunto o ha fatto assumere le gocce alla bambina», conclude Marchignoli, «la boccetta era sopra il microonde in cucina, in un posto in cui la piccola non sarebbe mai arrivata».
Intanto, la Procura di Milano ha dato il nulla osta alla sepoltura di Diana. Il Comune di Milano si è offerto di pagare le spese dei funerali. Secondo quanto si apprende, dovrebbe partecipare anche il sindaco Beppe Sala.
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