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Estratto dell'articolo di Giuseppe Scuotri per www.corriere.it
La «Mehran’s Steak House» è stata per mesi uno dei ristoranti più ambiti e inarrivabili di tutta New York. Le recensioni su Google, tutte molto positive, erano superate in numero solo dai nomi in lista d’attesa, più di 900. Eppure, fino allo scorso 25 settembre, nessuno ci aveva mai messo piede. E per ovvie ragioni: la «Mehran’s Steak House» non esisteva. L’indirizzo riportato su Internet, sulla East 83rd Street di Manhattan, conduce a un anonimo caseggiato residenziale.
[...] a più di un anno dalla sua comparsa sui radar della rete, c’è stata la svolta: l’annuncio di una singola serata di apertura, in uno spazio eventi dell’East Village. Una storia surreale iniziata per caso, durante una cena tra coinquilini, che è stata raccontata con dovizia di particolari dai principali quotidiani della Grande Mela, tra cui il New York Times e il New York Post.
È il mese di marzo del 2022. Mehran Jalali, Riley Walz and Danielle Egan sono tre ragazzi che condividono casa con altri coetanei. In quell’appartamento dormono in 16, tutti sui vent’anni e con impieghi nel settore tech. Le chiamano «hacker house». Quella sera, Mehran ha deciso di grigliare carne per l’intera comitiva. La sua maestria è tale che, per mostrare il suo apprezzamento, un ragazzo pensa di dare il nome di un ristorante al loro indirizzo su Google Maps. Nasce così la «Mehran’s Steak House», che riceve immediatamente una valanga di finte recensioni positive dai commensali e dagli amici dello chef. Una goliardata
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Un’inaugurazione folgorante, almeno agli occhi degli utenti del web, che sono sempre alla ricerca di nuovi locali da provare. Passa una settimana, e qualcuno bussa al campanello di Mehran e dei suoi amici. È una coppia. Hanno letto della steakhouse su internet e vorrebbero prenotare un tavolo. I ragazzi li allontanano, ma iniziano a fantasticare di aprire un ristorante per davvero. Intanto Waltz crea un sito internet in cui è possibile iscriversi in lista d’attesa. Le recensioni positive e l’evanescenza del locale, che conferisce un’aura di esclusività, fanno colpo sugli utenti newyorkesi. La lista, in breve tempo, si riempie di oltre 900 nomi.
Intanto passano i mesi. Molti inquilini dell’appartamento traslocano, alcuni lasciano New York per dirigersi sulla West Coast, dall’altra parte del Paese. La messinscena, però, regge. E attira l’attenzione di tanti. A maggio di quest’anno si interessa del fenomeno Anne Kadet, food blogger decisa a fare luce sulla misteriosa inaccessibilità della «Mehran’s Steak House».
Questo episodio mette in allerta il finto chef: «Se altre persone iniziano a indagare, crolla tutto», dice agli amici. Decidono quindi di mettersi all’opera, facendo l’unica cosa possibile. Affittano uno spazio per eventi a New York e contattano una parte dei clienti presenti in lista d’attesa. Danno loro la tanto attesa notizia: la steakhouse sarà pronta a riceverli la sera del 25 settembre 2023.
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Arriva la sera dell’apertura. Fuori al «locale», dietro a un cordone di velluto, c’è un gruppo di ragazzi con dei cartelloni in mano. Invocano a gran voce il rapper Drake. Anche questa, però, è una messinscena, orchestrata per far credere ai clienti in arrivo che l’artista sia nel ristorante. L’atmosfera all’interno della sala insospettisce qualcuno: l’arredamento e i tavoli, per quanto sistemati a dovere, non danno l’idea di un locale sofisticato. Alle pareti sono appesi dei fotomontaggi che ritraggono i ragazzi mentre servono alcuni personaggi famosi. Cimeli che provano l’esistenza di una clientela illustre e variegata tra cui figurano John Kennedy, Marilyn Monroe, Albert Einstein e Barack Obama. Inizia la cena.
Il menu comprende quattro portate (costo: 114 dollari, esclusi vini e mancia) ed è pensato per ripercorrere tutte le fasi della vita di una mucca. Si parte con un piatto di vegetali, si prosegue con delle polpette di vitello e delle bruschette con mozzarella, fino ad arrivare alle bistecche. C’è chi ride, chi si chiede se sia tutto uno scherzo, chi mangia di gusto. Le recensioni a fine serata, le prime «reali» in un anno e mezzo di esistenza della «Mehran’s Steak House», sono variegate, divise equamente tra chi ha apprezzato la cena e chi l’ha giudicata non al livello delle aspettative. Un risultato niente male, in fondo, per un gruppo di ventenni con il senso dello humour.
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