ANCHE AMAL VIENE PER NUOCERE - LA NEO-SPOSA DI CLOONEY E’ AD ATENE PER CONSIGLIARE IL GOVERNO GRECO SU COME RIAVERE DAL BRITISH MUSEUM I MARMI DEL PARTENONE - MA SE LONDRA NON LI AVESSE PORTATI VIA SAREBBERO ANDATI PERDUTI

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Vittorio Sabadin per “la Stampa”

 

george clooney e la sua fidanzata amal alamuddin 9george clooney e la sua fidanzata amal alamuddin 9

Amal Alamuddin, la moglie di George Clooney, è ad Atene per consigliare al governo greco il modo migliore di riavere indietro dal British Museum i marmi del Partenone. Già suo marito, qualche mese fa, aveva detto in una conferenza stampa che i fregi andavano restituiti e i sostenitori di questa tesi hanno ora dalla loro parte una nuova, famosa e potente famiglia.

 

L’avvocato Alamuddin punterà probabilmente a dichiarare illegittimo il permesso concesso all’inizio dell’800 dagli Ottomani (che occupavano la Grecia dal 1460) a Thomas Bruce, 7° Conte di Elgin, perché studiasse i fregi, li ricopiasse e portasse via «qualche pezzo di pietra». Il «Firmano» del Sultano Selim III non esiste più, ne è sopravvissuta solo una copia in italiano, e l’aggettivo «qualche», pur essendo indefinito, non giustifica certo la grande quantità di pezzi ora esposti nelle Duveen Galleries del British.

George e Amal in macchina George e Amal in macchina

 

Forse in aula sarà facile dimostrare che Elgin è andato al di là delle autorizzazioni che aveva ottenuto. Ma nel 1800 Atene era poco più di una piccola, malandata città, abitata da una popolazione eterogenea proveniente dall’impero turco. I marmi delle statue del Partenone, a grana finissima, venivano usati per ricavarne calce, e le pietre per costruire case.

 

I MARMI DEL PARTENONE 4I MARMI DEL PARTENONE 4

I turchi avevano fatto dell’Acropoli una roccaforte militare e un deposito di munizioni. Già nel 1687 i Veneziani avevano colpito la polveriera con una palla di cannone, e statue, colonne, fregi, tetti e pavimenti erano saltati in aria. Ai tempi di Eglin i reperti si vendevano per strada e i turchi staccavano le metope dal Partenone per recuperare il piombo delle staffe e farne munizioni. Per un decennio, tra il 1821 e il 1833, Ottomani e Greci si sono poi sparati nell’Acropoli, senza curarsi troppo di che cosa colpivano.

 

Eglin non ha saccheggiato i marmi scolpiti da Fidia. Li ha salvati. La Grecia ora li rivuole per metterli in un museo a pagamento. Sono già in un museo, gratuito, insieme ad altre migliaia di reperti antichi: un patrimonio dell’umanità visto ogni anno da sei milioni di persone, e per fortuna sottratto per tempo all’incuria di chi lo possedeva.

I MARMI DEL PARTENONE I MARMI DEL PARTENONE

 

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