"AMAZON IMPARA, LA P38 SPARA" - LA FRASE SCRITTA COL PENNARELLO ROSSO SUL MURO DI UN CORRIDOIO DEL DEPOSITO AMAZON DI MILANO, CHE RICHIAMA LA PISTOLA USATA DALLE BRIGATE ROSSE - L'AUTORE SAREBBE IL 35ENNE FRANCESCO SAVINO MEMEO, FIGLIO DI GIUSEPPE MEMEO, L'EX TERRORISTA DELL'ORGANIZZAZIONE "PROLETARI ARMATI PER IL COMUNISMO" (PAC) CONDANNATO A 30 ANNI E PROTAGONISTA DELLA FOTO DI LUI CHE PUNTA UNA P38 CONTRO I POLIZIOTTI A MILANO - IL 35ENNE ERA SEGNALATO PER DEI POST PUBBLICATI SUI SOCIAL IN CUI OFFENDEVA LE VITTIME DEL TERRORISMO

Salvatore Garzillo per l’ANSA

 

LA FOTO DI PAOLO PEDRIZZETTI A VIA DE AMICIS A MILANO IL MANIFESTANTE CON LA PISTOLA NEL SETTANTASETTE

"Amazon impara, la P38 spara". Una frase lunga un metro e mezzo scritta col pennarello rosso sul muro di un corridoio del deposito Amazon di Milano; nessuna rivendicazione ma quella indicazione precisa - la pistola P38 - che riporta agli anni di piombo e a un contesto storico con protagonisti chiari.

 

L'autore sarebbe il 35enne Francesco Savino Memeo e, pur se sono altri tempi, l'arma e soprattutto il cognome sono gli stessi: Francesco è infatti il figlio di Giuseppe Memeo, l'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac) diventato simbolo della contestazione violenta non solo per le sue azioni criminali - la condanna a 30 anni per un duplice omicidio e sette rapine - ma anche per la foto storica scattata da Paolo Pedrizzetti.

 

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Quello scatto lo immortala mentre punta proprio una P38 contro i poliziotti durante la manifestazione del 14 maggio 1977 a Milano in cui venne ferito a morte l'agente di polizia Antonio Custra. I carabinieri del Nucleo Informativo del comando provinciale di Milano lo hanno denunciato per minaccia aggravata al termine di un'indagine iniziata il 18 novembre scorso, dopo aver ricevuto la segnalazione della scritta minatoria da un dipendente dell'azienda.

 

Le telecamere dell'impianto in via Toffetti non immortalano il momento in cui viene realizzata la scritta ma analizzando i momenti precedenti e successivi, gli investigatori hanno individuato Memeo, che risulta magazziniere di una cooperativa interinale nello stabilimento. I carabinieri hanno perquisito la sua abitazione e sequestrato il cellulare e gli abiti che avrebbe usato quel giorno.

 

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Memeo jr. ha un precedente per resistenza e nessun legame ufficiale con gruppi o sigle antagoniste, a differenza del fratello maggiore Libero che risulta militante dell'area anarchica. Nel 2019 era stato segnalato per dei post pubblicati sulla propria pagina Facebook in cui offendeva le vittime del terrorismo. Inoltre, era stato denunciato assieme ad altre due persone per un episodio violento avvenuto il 25 gennaio scorso, in occasione del Giorno della Memoria, quando nel corso della manifestazione non autorizzata pro Palestina di Milano aveva colpito alla mano un carabiniere con l'asta di una bandiera.