RIUSCIRÀ MATTEO SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE…
Liana Milella per www.repubblica.it
raffaele cantone foto di bacco
È l'ufficio che tra giugno e luglio dell'anno scorso ha conquistato le prime pagine dei giornali per lo scandalo delle toghe sporche e del connubio tra magistratura e politica per concordare le nomine, il noto caso Palamara. Ma da nove mesi il vertice della procura di Perugia è vacante dopo il pensionamento dell'ex capo Luigi De Ficchy. Dopo molte riunioni, e una ventina di possibili aspiranti, la commissione per gli incarichi direttivi, presieduta da Mario Suriano (della sinistra di Area) si è spaccata sul futuro capo.
Tre voti sono andati a Raffaele Cantone, l’ex presidente dell’Authority anticorruzione che a maggio scorso aveva annunciato di voler tornare in magistratura dando le dimissioni, divenute effettive da metà ottobre, quando è tornato nel suo precedente ufficio, il Massimario della Cassazione. Per lui si sono espressi il presidente Suriano, il laico di Forza Italia Michele Cerabona, il laico di M5S Alberto Maria Benedetti.
Gli altri due voti sono andati a Luca Masini, procuratore aggiunto a Salerno, che per molti mesi aveva retto l'ufficio in attesa della nomina di Giuseppe Borrelli del gennaio scorso, in passato pm a Lecco e Livorno. Ha votato per lui Piercamillo Davigo, il leader di Autonomia e indipendenza fiero avversario, da sempre, di Cantone. Con lui Loredana Micciché di Magistratura indipendente. Astenuto invece Marco Mancinetti di Unicost.
A questo punto i due nomi andranno sul tavolo del Guardasigilli Alfonso Bonafede che dovrà dare il cosiddetto "concerto", una sorta di via libera. Poi, non appena saranno pronte le motivazioni della scelta, si terrà il plenum. Dove, almeno sulla carta, Raffaele Cantone potrebbe avere più chance di Masini. Sicuri per lui i cinque voti di Area, i tre di M5S e i due di Forza Italia. C'è chi ipotizza anche un voto favorevole di Nino Di Matteo. Saremmo a 10 oppure a 11. Mentre Davigo e i suoi tre consiglieri sarebbero per Masini. Che può contare anche sui tre voti di Magistratura indipendente. E probabilmente sui due laici della Lega. Siamo a nove. A fare la differenza potrebbero essere i tre consiglieri di Unicost, nonché presidente e procuratore generale della Cassazione, Mammone e Salvi.
Una partita dura, che ha visto in lizza, almeno fino a martedì sera, anche la possibilità che il competitor di Cantone potesse essere Lino Giorgio Bruno, procuratore aggiunto a Bari, il magistrato che ha coordinato le indagini sul governatore Michele Emiliano per via dei finanziamenti per la campagna delle primarie 2017. A sostenerlo era Mancinetti di Unicost. In quel caso sarebbe stata la Micciché di Mi ad astenersi, mentre per lui avrebbe comunque votato Davigo.
Ovviamente la procura di Perugia, al di là delle indagini sul caso Palamara, ha un ruolo strategico perché è l'ufficio che indaga sugli illeciti disciplinari e sugli eventuali reati commessi dai magistrati di Roma, come'è avvenuto proprio per il caso Palamara. Cantone, al di là della parentesi vissuta all'Anac, dove di fatto ha continuato a fare il magistrato, coordinando un gruppo agguerrito di ufficiali della Gdf, nonché oltre 400 dipendenti, è stato in passato pubblico ministero a Napoli dove ha indagato sul clan dei Casalesi. Per le minacce ricevute, da allora, è stato messo sotto scorta, anche perché la sua scelta è stata comunque quella di non lasciare Giugliano, il paese vicino Napoli dove da sempre vive con la sua famiglia.
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