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1 - MONTANTE, UN VIDEO HARD PER RICATTARE CROCETTA
Salvo Palazzolo per “la Repubblica”
«A Crocetta non gli abbiamo mai fatto sbagliare una mossa . Antonello Montante, il paladino dell' antimafia di Confindustria finito ai domiciliari, dirigeva con disinvoltura non soltanto una rete dispionaggio, ma anche il governo siciliano di Rosario Crocetta. Orientando, proteggendo. Come quella volta in cui un giornalista minacciò di pubblicare un video compromettente sulla vita privata del presidente. Montante riuscì a bloccare subito tutto.
Potenza di certa antimafia. Ufficialmente, era un patto di ideali e legalità fra i due uomini del rinnovamento tanto proclamato. In realtà, hanno svelato le indagini della procura e della squadra mobile di Caltanissetta, avrebbero condiviso un patto segreto. «Un programma delinquenziale stabile e permanente», accusa l'avviso di garanzia che è stato notificato ieri pomeriggio a Crocetta: il governatore siciliano in carica fino all'ottobre scorso è adesso indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al finanziamento illecito dei partiti.
«In concorso con Montante, a capo dell'associazione». Per una serie di favori ad alto livello. Crocetta, per esempio, nominò tre figure chiave del cerchio magico del manager di Confindustria (pure loro indagate): Linda Vancheri e Mariella Lo Bello come assessori alle Attività produttive, prima l'una poi l'altra, Maria Grazia Brandara al vertice di un carrozzone regionale magiasoldi, l'Ir-sap.
E una pioggia di finanziamenti arrivò alle società di Montante e dei suoi fedelissimi. Fra i nuovi indagati dell' inchiesta, c'è anche il neo presidente di Sicindustria, Giuseppe Catanzaro, ras dello smaltimento dei rifiuti, proprio grazie a quel governo di scambio, accusano ora i magistrati sulla base delle intercettazioni. Montante si vantava: «Si può fare la terza guerra mondiale con le attività produttive».
Tanta generosità di Crocetta sarebbe stata ricambiata. I pubblici ministeri Gabriele Paci, Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso accusano l'ex presidente della Regione di aver ricevuto sottobanco soldi per la campagna elettorale del Megafono: cinque quote da 200 mila euro. Una da Montante, una da Catanzaro, le altre sarebbero state consegnate dagli imprenditori Totò Navarra, Rosario Amarù e Carmelo Turco (indagati perché avrebbero ottenuto il sostegno di Montante e Crocetta per appalti negli stabilimenti Eni e in altri settori).
E poi c' è il capitolo più delicato, e anche più misterioso: l'aiuto di Montante a Crocetta, così è scritto nell' avviso di garanzia, «per impedire che venisse reso pubblico da parte di giornalisti un video dal contenuto scabroso attinente alla vita privata di Crocetta». Che però respinge tutte le accuse: « Nessun patto, nessuno scambio con Montante, nessun beneficio».
2 - «SCAMBIO DI FAVORI CON MONTANTE» INDAGATO L'EX GOVERNATORE CROCETTA
Estratto dell’articolo di S.G. per “il Messaggero”
[…] Per i magistrati, Montante avrebbe creato una rete di spionaggio, accumulando dossier sugli avversari e carpendo informazioni sull' inchiesta per concorso in associazione mafiosa in cui era coinvolto. Alla base del «sistema», c'erano i favori e i patti di scambio, ma anche i ricatti.
L'indagato avrebbe ottenuto video hard e foto compromettenti degli avversari. Nell'ordinanza d' arresto, il gip parla di un video privato di Nicolò Marino, ex assessore nella giunta Crocetta. Il giudice riporta la testimonianza di Alfonso Cicero, ex commissario dell' Irsap. A suo dire, Giuseppe Catanzaro nel 2013 gli avrebbe confidato che «Montante deteneva un dossier e un video contenente immagini relative alla vita privata del dottor Marino e si stava adoperando per diffonderli».
Lo scopo era «delegittimarlo», scrive il gip, visto che «nella sua funzione di assessore al Territorio e Ambiente, aveva assunto posizioni di contrasto con Confindustria Sicilia e con il Catanzaro stesso nella vicenda della gestione dei rifiuti». Anche Giulio Cusumano, che era al vertice dell' Azienda trasporti siciliana (Ast), sarebbe stato ricattato per il suo orientamento sessuale.
Tra gli indagati ci sono anche il vice questore aggiunto Vincenzo Savastano, dell' ufficio della polizia di frontiera a Fiumicino, e le collaboratrici di Montante, Carmela Giardina e Rosetta Cangelosi, accusate di favoreggiamento per aver aiutato l' imprenditore a distruggere alcuni documenti custoditi in una ventina di pen drive. Di fronte al gip, Montante ha respinto le accuse.
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