manfred windisch graetz

ARISTO-BARUFFE - I PRINCIPI DELLA FAMIGLIA WINDISCH-GRAETZ HANNO CITATO IN GIUDIZIO LO STATO ITALIANO, PUNTANDO IL DITO CONTRO GIUSEPPE CONTE, TRIA E ALTRI 88 TRA PARLAMENTARI ED EX PARLAMENTARI, A COMINCIARE DAL SENATORE MATTEO RENZI - CHIEDONO UN RISARCIMENTO DANNI DI OLTRE 500 MILIONI DI EURO PER UNA VICENDA LEGATA AL SALVATAGGIO DEL BANCO DI NAPOLI - LA STORIA

Da https://www.liberoquotidiano.it

 

manfred windisch graetz con la moglie vittoria

I principi della famiglia di origine austriaca Windisch-Graetz hanno citato in giudizio lo Stato Italiano. Più precisamente i fratelli Mariano Hugo e Manfred Windisch Graetz puntano il dito contro il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro dell'Economia Giovanni Tria e altri 88 tra parlamentari ed ex parlamentari, a cominciare dal senatore Matteo Renzi.

 

I reali - fa sapere Il Tempo -chiedono un risarcimento danni di oltre 500 milioni di euro per una vicenda legata al salvataggio del Banco di Napoli. Sono quattro le cause che i due fratelli hanno impugnato, assistiti dagli avvocati Roberto Aloisio e Tommaso La Rosa, davanti al Tribunale di Roma: due azioni risarcitorie, una revocatoria e una surrogatoria.

 

I principi Windisch Graetz diventarono i maggiori azionisti privati del Banco di Napoli. Poi, nel 1996, a causa del tracollo della banca - che aveva avuto fino a quel momento un ruolo chiave di sostegno all'economia del Sud - i due videro azzerate tutte le loro partecipazioni al capitale. Il decreto legge n.497 del 24 settembre 1996 segnò la nascita della Società per la Gestione degli Attivi (Sga).

manfred windisch graetz

 

Vent'anni dopo la Sga realizza la propria missione di recupero dei crediti "incagliati", acquisendo una liquidità pari a 6,4 miliardi di euro. "La società partenopea si è dimostrata inossidabile al trascorrere del tempo, anzi - si legge nell'atto di citazione che chiama in causa il premier Conte, il ministro Tria e l'ex direttore generale del Tesoro Vincenzo La Via - invecchiando si è trasformata in una gallina dalle uova d'oro". È a quel punto, infatti, che un altro decreto legge stabilisce che il ministero dell'Economia e delle Finanze rilevi da Intesa Sanpaolo, unico azionista del Banco di Napoli spa, il 100 per cento delle azioni della Sga, esercitando il pegno per una somma massima di 600 mila euro.