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BULLI DA SBULLONARE - ARRESTO CHOC IN FRANCIA DOVE GLI AGENTI SONO ENTRATI IN UNA SCUOLA DI PARIGI PER METTERE LE MANETTE AI POLSI DI UNA 14ENNE CHE PERSEGUIVA UNA STUDENTESSA TRANS CON MESSAGGI ATROCI: “TI SGOZZIAMO. SUICIDATI SPORCO FROCIO. MERITI DI MORIRE. TI MERITI CHE FACCIAMO COME HITLER” - IL FERMO ARRIVA A POCHI GIORNI DI DISTANZA DAL SUICIDIO DI UN 15ENNE, TROVATO IMPICCATO NELLA SUA STANZA: I GENITORI AVEVANO DENUNCIATO I BULLI, MA LA PRESIDENTE LI AVEVA BOLLATI COME ROMPISCATOLE...

Estratto dell’articolo di S. Mon. per il “Corriere della Sera”

 

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Alle quattro del pomeriggio di lunedì tre agenti di polizia sono entrati nella scuola media di Alfortville, alle porte di Parigi, durante le lezioni. La preside li ha accompagnati fino alla classe e ha chiesto loro di aspettare fuori della porta. La preside è entrata, ha interrotto la lezione e ha chiesto a un ragazzino di 14 anni di uscire. In corridoio l’allievo si è trovato davanti i poliziotti venuti ad arrestarlo per bullismo e minacce. Il 14enne ha reagito, loro lo hanno ammanettato sotto gli occhi esterrefatti dei compagni e lo hanno portato in commissariato.

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È una vicenda che provoca molte discussioni in Francia perché arriva pochi giorni dopo che il ministro dell’Istruzione aveva chiesto al mondo della scuola un «elettrochoc» contro le persecuzioni scolastiche, in seguito al suicidio di Nicolas, 15 anni, vittima di bullismo per oltre un anno.

 

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Se le autorità hanno reagito con tanto vigore ad Alfortville è anche perché il precedente di Nicolas ha rivelato il comportamento scandaloso dei vertici scolastici e in particolare del provveditorato di Versailles: dopo mesi di vane denunce dei genitori, il 4 maggio la dirigente scolastica aveva inviato loro una lettera durissima accusandoli di avere un atteggiamento «non collaborativo», insomma di essere dei rompiscatole, minacciandoli di conseguenze penali. La sera del 5 settembre Nicolas si è impiccato nella sua stanza.

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 E la rivelazione della lettera, qualche giorno dopo, ha provocato un’indignazione generale condivisa anche dal ministro Gabriel Attal, che ha parlato di «vergogna» e ha chiesto a tutti la massima attenzione e severità contro il bullismo.

Ora l’arresto del ragazzino ammanettato nel corridoio della scuola arriva in questo contesto.

 

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E l’ondata di emozione in sua difesa si è molto affievolita quando si sono conosciuti i dettagli di quel che era successo. Nel weekend il 14enne aveva preso di mira su Instagram una adolescente di 15 anni, in fase di transizione verso il genere femminile: «Vi fottiamo tutti voi froci, banda di figli di puttana. Sporco trans ti sgozziamo. Chiudi la bocca e suicidati sporco frocio. Wallah (intercalare diffuso in banlieue, ndr ) meriti di morire. Ti meriti che facciamo come Hitler. Sparisci, muori. Odio i tipi come te. Useremo la tua testa per fare propaganda».

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Lunedì mattina i genitori della ragazzina sono andati prima dalla preside e poi in commissariato a sporgere denuncia. Nel pomeriggio l’arresto. Il 14enne è stato interrogato in custodia cautelare e si è detto pentito. Dopo 48 ore il giudice lo ha rimesso in libertà obbligandolo però a un «lavoro socialmente utile». [...]

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