RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Sarah Cosulich michele-dottavio
LUCA BEATRICE per il Giornale
Mai più avrei pensato che andare a vedere una mostra fosse un'esperienza così emozionante e agognata quanto una partita di Champions League.
Segno dei tempi, dove tutto sembra più impossibile che difficile, e allora prendere il treno e farsi quattro ore di viaggio per arrivare a Roma acquisisce un significato finora impensato: alzare la testa, provare a non mollare, spiegare agli altri e a se stessi che la cultura è un bene primario, necessario più di tanti altri, e non va abbandonata a se stessa.
Apre oggi al pubblico la Quadriennale d'arte di Roma, presso la storica sede del Palazzo delle Esposizioni in via Nazionale, e il primo plauso va ai curatori Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol, per averci creduto fino in fondo con pervicace insistenza. Altrove hanno gettato la spugna, qui quantomeno ci si prova, a esistere e resistere.
quadriennale di roma 2020 FUORI
La mostra resterà aperta fino al 17 gennaio 2021, ma c'è da augurarsi venga prorogata affinché in molti possano visitarla in momenti speriamo migliori. È un'edizione che scardina il consolidato sistema dei tanti commissari e di conseguenza dei tantissimi artisti, soluzione certo in grado di fornire un panorama molto ampio dell'arte italiana ma disordinato, fieristico, non più al passo con i tempi.
Cinzia Ruggeri Quadriennale 2020 FUORI
Questa invece è una mostra che, pur generosa, compie delle scelte riducendo a quaranta il numero delle presenze, con sale personali ordinate che permettono di capire e di leggere lo stato della ricerca. E una lettura interessante dell'arte italiana, fuori dalla dicotomia vecchio/giovane o dell'appartenenza ai gruppi storici Arte Povera, Transavanguardia e non solo.
Pittura e video, installazioni e disegni possono coesistere, non è certo dai linguaggi che passa la militanza. Molto dice il titolo, «Fuori», ricondotto alla trasgressione di un'arte che vuole agire oltre gli schemi. E il primo è proprio quello del «gender».
Fuori è diventato per eccellenza l'acronimo del movimento omosessuale degli anni '70, ma vuole anche dire ciò che si sforza di andare oltre, lontano dall'accademismo e dall'ideologia, dalle convenzioni e dalla pigrizia. Indipendentemente dalle preferenze di ciascuno, la mostra traspira erotismo e l'erotismo è il primo passo di un'esistenza felice, una risposta alla pesantezza che ci viene imposta dalla cronaca. È una mostra rosa e celeste come i due grandi fiori del bouquet di Peter Halilaj e Alvaro Urbano, sposi gay che per convolare a nozze hanno dovuto superare ostacoli burocratici.
È una mostra il cui asse portante del pianoterra si regge interamente sulle donne e non a parziale risarcimento, ma proprio perché alcune bravissime le conoscevamo già, altre sono davvero delle scoperte. Cominciando dalla scultrice lombarda Lydia Silvestri la quale, pur in uno stile che riprende Marini e Brancusi, sembra anticipare di trent' anni Sarah Lucas nei suoi oggetti fallici di splendida fattura.
Michele Rizzo, Quadriennale d’arte 2020 FUORI
O le fotografie di Lisetta Carmi scattate al cimitero monumentale di Staglieno a Genova, dove le statue mute parlano; l'art-fashion di Cinzia Ruggeri di cui si propongono gli Stivali Italia, tocco glamour e femminile perché alla rivoluzione si potrà anche andare, ma in tacco 12.
Altro elemento interessante è la considerazione che l'arte non è una sola, ma un insieme di cose, un «oggetto» ibrido cui partecipano il teatro, la musica, la scenografia, l'attivismo. Idee che giustificano l'inclusione in mostra di Sylvano Bussotti, della Societas Raffaello Sanzio, di Zapruder e dei Tomboys Don't Cry, divertenti militanti transessuali. Tanti giovani nati dalla seconda metà degli anni '80 e tra loro spunta la bella pittura di Guglielmo Castelli e Diego Gualandris e spicca uno dei lavori più interessanti prodotti nel primo regime di clausura la scorsa primavera, una volta tanto nulla di solipsistico e onanista.
Petrit Halilaj e Alvaro Urbano, veduta dell’allestimento, Quadriennale d’arte 2020 FUORI
Cosa ci è mancato di più quando eravamo soli in casa? si chiede Giulia Crispiani. Il contatto e le relazioni con gli altri, restituendolo però a una dimensione reale, oltre l'illusorio schermo del pc e le dirette sui social.
A sessanta persone l'artista ha scritto e spedito una lettera vergata a mano come si faceva un tempo che ora è stata stampata sui cartoni delle pizzerie d'asporto e gira a Roma tra le consegne a domicilio. Al piano superiore, da sottolineare il doveroso omaggio a Salvo, uno dei più importanti e talentuosi pittori del secondo '900 italiano, cui è dedicata una vera e propria retrospettiva. Giova a tutte le opere, anche quelle meno brillanti, l'allestimento di Alessandro Bava, giovane architetto napoletano che ha inventato una macchina espositiva con strutture in cartongesso a dare l'impressione di uno studiato non finito.
Sylvano Bussotti, Quadriennale d’arte 2020 FUORI
Se proprio devo trovare un limite, ma siamo al tecnicismo per addetti, poco rappresentata è la generazione dei nati negli anni '60, quegli over 50 che sembrano in effetti dimenticati o almeno trascurati nella lettura critica odierna. Forse non è ancora tempo, oppure il tempo è già passato, prima o poi lo capiremo.
60 ANNI DI CREATIVITÀ FUORI DAGLI SCHEMI
Laura Larcan per “il Messaggero”
Nanda Vigo, Quadriennale d’arte 2020 FUORI
Il pirata folletto che esce da una gigantesca fragola, le foto ravvicinate (troppo) sul corpo di una donna che partorisce, il pugno meccanico che guarda l' affresco di Giotto, i fiori titanici che invadono le architetture. Ma non c' è il gusto dell' effimero. Tutt' altro. C' è la pittura che sembra riscoprire la sua autorevolezza bidimensionale, la scultura declinata per linguaggi e tecniche e l' installazione multimediale.
Signore e signori, ecco a voi la creatività italiana degli ultimi sessant' anni va in scena con la Quadriennale di Roma che si apre da oggi (al 17 gennaio 2021) al Palazzo delle Esposizioni all' insegna delle misure di sicurezza in tempi Covid. Titolo, Fuori.
Sotto la cura di Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol (e la presidenza illuminata di Umberto Croppi) la rassegna espositiva gioca su un allestimento intelligente, perfettamente calibrato sugli spazi colossali del Palaexpo (tra l' altro, finalmente liberato dopo anni dai ponteggi incancreniti: era ora).
Il percorso gustoso inanella (tra sale, corridoi, scale, livelli inferiori) maestri affermati, storici e nuovi talenti, che offrono suggestioni continue, nel bene e nel male (le opere non convincono tutte nello stesso modo). Ma la Quadriennale resta comunque una mostra da vedere.
Con calma, con lentezza, con attenzione per i dettagli.
SPONSOR GUCCI L' ingresso, poi, è gratuito, grazie alla sponsorizzazione della maison Gucci che ha sposato l' iniziativa. Se non è una buona ragione questa. In ogni sala bisogna soffermarsi e gustarsi lo spettacolo. Le fotografie femminili e femministe di Lisetta Carmi, la video-performance di Monica Bonvicini con i suoi No Head Men, uomini senza testa incastrati in spazi bianchi e spettrali.
I disegni di Bruna Esposito, divertissement sul design di una toilette come se fosse uscito fuori da un laboratorio di Archimede. I murales di Cuoghi Corsello. Il bello della Quadriennale è proprio la scoperta ravvicinata di talenti, artisti italiani che vivono tra Berlino e Amsterdam. Raffaela Naldi Rossano porta le sue ceramiche smaltate con l' installazione Siamo i Nipoti delle streghe che non avete potuto bruciare. E la bellezza colorata onirica sorniona dei quadretti in ceramica di Alessandro Pessoli.
Isabella Costabile Quadriennale d’arte 2020 FUORI
SCALE E FIORI Anche le scalinate monumentali diventano parte integrante del percorso con gli interventi artistici, tra pitture murali e i fiori giganteschi della coppia Petrit Halilaj e Alvaro Urbano. Spicca la pittura tradizionale di Salvo con le sue città metropolitane che sembrano uscire da epoche di inizio 900 tra suggestioni surrealiste e sguardi energici futuristi.
Non mancano exploit lungo il percorso, come l' installazione ambientale di Benni Bosetto in cui riecheggiano voci e rumori mentre a terra sembrano vivere creature organiche, e i video sulle colonie africane degli anni 30 di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi. Da non perdere la sala dedicata a Silvano Bussotti maestro della contaminazione delle Arti, tra grafica, musica e scenografia, dove spicca un disegno raffinatissimo che esegui all' età di 12 anni.
UNDER 28 Tra cripte ideali e racconti fantastici di gargoille, sfilano anche i creativi under 28 selezionati tra le Accademie di Belle Arti italiane grazie al premio AccadeMibact curato da Ilaria Gianni con l' obiettivo di indagare e svelare la scena attuale dell' arte italiana.
Salvo - Autoritratto come Raffaello
«Il ruolo della Quadriennale è ripensare il presente, l' attualità della creatività italiana», spiega Sarah Cosulich. Perché oltre le installazioni più teatrali e scenografiche, si trovano finalmente piccoli grandi disegni e quadri di una raffinatezza genuina.
Via Nazionale 194, mar-dom, 11-20, sab 11-22. Lun chiuso. Ingresso gratuito su prenotazione (www.quadriennale2020.com)
quadriennale - opera di Tomaso De Luca
luca beatricequadriennale 2lydia silvestri 2giulia crispianilisetta carmilydia silvestri monica bonviciniquadriennale 11
vetrugnoPetrit Halilaj e Alvaro Urbano -Quadriennale di Roma 2020 FUORI quadriennaleDago e Sarah Cosulich
Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol quadriennale 8Sarah Cosulich in azioneLISETTA CARMI
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