giuseppe mango

ASSOLTO DEFINITIVAMENTE "PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE" IL GENERALE DI CORPO DI ARMATA GIUSEPPE MANGO, ATTUALMENTE IN PENSIONE, AL QUALE VENNE CONTESTATO NEL 2016 IL REATO DI RIVELAZIONE DI SEGRETO DI UFFICIO - L'ALTO UFFICIALE RIMASE COINVOLTO NELL'INCHIESTA, QUANDO ERA IN PROCINTO DI ESSERE NOMINATO COMANDANTE IN SECONDA DELLA GUARDIA DI FINANZA, INCENTRATA SUL GRUPPO IMPRENDITORIALE “ROSSO POMODORO”

GIUSEPPE MANGO

(ANSA) - NAPOLI, 05 LUG - La prima sezione della Corte di Appello (presidente Giovanni Carbone) ha assolto definitivamente "perché il fatto non sussiste" il generale di Corpo di Armata Giuseppe Mango, attualmente in pensione, al quale era contestato il reato di rivelazione di segreto di ufficio.

 

L'alto ufficiale rimase coinvolto nell'inchiesta, quando era in procinto di essere nominato Comandante in Seconda della Guardia di Finanza, incentrata sul gruppo imprenditoriale Rosso Pomodoro, brand della ristorazione molto noto in Italia e non solo.

 

GIUSEPPE MANGO

L'assoluzione è giunta all'esito di un percorso processuale lungo e tortuoso e dopo che la Corte di Cassazione aveva annullato la precedente sentenza di condanna inflitta dalla Corte di Appello partenopea.

 

L'avvocato Domenico Ciruzzi che insieme al professore Franco Coppi assiste il generale Mango ha espresso "grande soddisfazione" per la decisione della Corte di Appello: "Il processo aveva dimostrato la totale insussistenza dell'ipotesi delittuosa contestata - ha sottolineato il legale - e ciò era già stato certificato dalla Corte di Cassazione che, nella sentenza di annullamento, aveva severamente criticato l'illogicità della motivazione della precedente sentenza della Corte di Appello napoletana.

 

GIUSEPPE MANGO

Semplicemente il reato non sussiste perché il Generale non ha mai rivelato a chicchessia notizie coperte da segreto di cui non disponeva in alcun modo". "Sono molto felice anche dal punto di vista umano - ha detto ancora Ciruzzi - perché il generale Mango si è difeso strenuamente per anni, giungendo finanche a rinunziare alla prescrizione per poter vedere acclarata la sua totale innocenza".