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Marijuana sotto forma di biscotti, snack e barrette di cioccolato, o addirittura nei corsi per diventare “sommelier della cannabis” , dove si apprende come abbinarla al vino.
Diciamolo: i segnali per l’arrivo della pizza alla cannabis c’erano tutti; e infatti ci ha pensato Valentin von Klebelsberg.
Dopo la decisione della Giunta provinciale di Bolzano di farsi carico del costo dei preparati a base di cannabis per curare malattie come la sclerosi multipla, il 27enne proprietario dello storico ristorante Fink, aperto nel lontano 1945, ha deciso di inserire tra canederli e gulasch anche la pizza alla cannabis.
Il giovane ristoratore ha riferito al Corriere la volontà di proporre “qualcosa di nuovo” e, dopo una fase sperimentale, partita a febbraio, la pizza alla cannabis è entrata stabilmente nel menu del Fink.
Ma non aspettatevi foglie di marijuana sulla superficie della pizza, la cannabis si trova dentro l’impasto, cosa che ha dato parecchi problemi al giovane ristoratore prima di essere messo a punto: “Ci sono voluti diversi tentativi –racconta infatti Valentin– perché la pizza non si stendeva, faceva i buchi, ma è bastato diminuire il lievito e aumentare l’acqua per ottenere l’impasto perfetto”.
Che ha avuto subito grande successo nonostante non sia stata fatta nessuna pubblicità particolare, se non un post sulla pagina Facebook del locale un paio di mesi fa.
Un successo tale che ora la pizza alla cannabis viene proposta tutte le sere, e non solo il venerdì. Il prezzo? Un euro e cinquanta in più rispetto alle pizze comuni ,perché la farina di cannabis è più costosa di quelle comuni: un chilo costa 7 euro mentre quella normale costa un euro al chilo.
E gli avventori? Chi sono i più entusiasti consumatori di questa pizza alle “erbe”?
Non i giovani, come si potrebbe pensare, ma le persone di mezza età e soprattutto gli anziani, che ne vanno letteralmente matti.
E che oltre a pensare che la cannabis, come molte altre erbe, sia salutare per l’organismo, spesso chiedono se la pizza provochi anche un effetto “strano, o stupefacente”, sentendosi rispondere che no, la cannabis nell’impasto non ha nessun effetto “collaterale”.
Resta da chiedersi se siano soddisfatti o delusi dalla risposta ricevuta.
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