FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Giulio De Santis per il “Corriere della sera - Edizione Roma”
Una collezione di falsi Picasso, Van Gogh, Monet, Andy Warhol, Kandinskij fatti passare per originali attraverso certificati d'autenticità con la firma apocrifa dell'(ex) direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci. Obiettivo di questa fabbrica di opere taroccate: ottenere aperture di credito negli istituti bancari presentando i quadri come veri.
Questa l'accusa con cui rischiano di finire sotto processo l'ex giornalista dell'Osservatore Romano Paolo Brocato, Italo Mari, Tommaso Genisio, Raffaele Bozzano ed Eugenio Seminara. Il pm Laura Condemi ne ha chiesto il rinvio a giudizio contestando l'associazione per delinquere finalizzata alla detenzione e ricettazione di opere contraffatte. «Sono dei falsi? In caso di processo, chiederemo che sia il tribunale ad accertarlo. Per noi sono originali», sostiene l'avvocato Angelo Sammarco, difensore di Brocato.
ANTONIO PAOLUCCI E MONSIGNOR COMASTRI
La collezione incriminata, composta da 43 dipinti attribuiti ai grandi maestri dell'arte moderna, viene sequestrata nel 2015 tra Roma e Montecarlo. È lì che sono custodite le tele che, secondo la procura, sono state create per garantire operazioni finanziarie. A mandare all'aria il progetto la denuncia di Paolucci, allora direttore dei Musei Vaticani - e in passato anche ministro dei Beni ambientali e culturali - una volta appreso dell'esistenza di certificati d' autenticità con la sua (mai apposta) firma.
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