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BASTERÀ MOZZARE LE TESTE DEI DIRETTORI CREATIVI PER ARGINARE LA CRISI DEL LUSSO? – GUCCI HA SERVITO LA TESTA DI SABATO DE SARNO AGLI INVESTITORI, OPTANDO DI ANDARE ALL-IN: AFFIDARE LA DIREZIONE CREATIVA A DEMNA, CON UN’ESTETICA COSÌ DIVERSA DALLA MAISON, VUOL DIRE O RISOLLEVARE I CONTI DEL MARCHIO O GETTARLO IN PASTO AGLI SQUALI – MA GUCCI NON È L’UNICO BRAND A ESSERE TERREMOTATO DALLA CRISI DEL SETTORE: SOLO DA INIZIO ANNO JOHN GALLIANO È USCITO DA MAISON MARGIELA DOPO DIECI ANNI E VIRGINIE VIARD SE N'È ANDATA DA CHANEL. E LA PROSSIMA AD ANDARSENE DOVREBBE ESSERE MARIA GRAZIA CHIURI DA DIOR…
1. IL RISIKO DEI DIRETTORI CREATIVI CHE CAMBIA LA MODA
Estratto dell’articolo di Raffaella Silipo per “La Stampa”
Nel calcio, quando le cose vanno male, è la testa dell'allenatore a saltare, anche se spesso il motivo è una campagna acquisti sbagliata. Nella moda il primo a cambiare è sempre il direttore creativo: non stupisce quindi che, in tempi di crisi del settore, si assista a un vero e proprio calciomercato di stilisti da una maison all'altra, in cerca del talento che risollevi le sorti del marchio.
Solo da inizio anno John Galliano è uscito da Maison Margiela dopo dieci anni e Virginie Viard se n'è andata da Chanel, sostituita da Matthieu Blazy, già Bottega Veneta. L'ultimo tassello del risiko, in ordine di tempo, è quello di Gucci, la maison che più ha pagato la crisi (nel 2024 i ricavi sono scesi del 23%) passando dai fasti di Alessandro Michele (ora creativo di Valentino) al breve periodo Sabato De Sarno, mandato via a febbraio, per arrivare ieri alla nomina di Demna Gvasalia, creativo di Balenciaga dal 2015.
Demna Gvasalia alessandro michele
La prossima ad andarsene dovrebbe essere Maria Grazia Chiuri, stilista di Dior.
[…] Intendiamoci: non è che sia colpa dei creativi se il lusso è in crisi. Anzi. Non è certo colpa di Pierpaolo Piccioli - lo stilista di Valentino da poco sostituito da Alessandro Michele - se dopo il Covid i prezzi sono aumentati esponenzialmente, soprattutto grazie alla Cina e ai mercati asiatici, ma anche alla Russia.
Poi la situazione geopolitica si è complicata, il mercato russo si è chiuso da un giorno all'altro dopo l'invasione dell'Ucraina, incombe la minaccia dei dazi di Trump e soprattutto la Cina, che acquistava il 35% dei beni di lusso, ora spesso si rivolge a prodotti interni, vuoi per un minor potere di acquisto, vuoi per una politica culturale sovranista. Fatto sta che quei consumatori disposti a pagare qualsiasi prezzo per avere capi esclusivi, si sono persi. E non basta il talento di uno stilista a recuperarli.
Alla situazione complessa va aggiunto che gran parte delle case di moda - un tempo direttamente gestite dagli stilisti, come oggi continuano a fare Prada, Armani e pochi altri - sono in mano ai due grandi gruppi francesi del lusso, Kering e LVMH, in forte concorrenza tra loro, proprio come società in Champions League. E che in questo quadro, notava alla Fashion Week milanese Brunello Cucinelli, «i manager di alcune imprese sono in conflitto di interesse con l'azienda. Sanno che rimarranno lì 3,4 anni e non fanno strategie compatibili con la lunga vita della maison». […] si sta giocando una partita sanguinosa che per il Pil del nostro Paese conta 60 miliardi di euro. Il calcio, per dire, ne conta undici.
2. IL DESIGNER CHE VIENE DALLA STRADA
Estratto dell’articolo di Paola Pollo per il “Corriere della Sera”
Demna è il nuovo stilista di Gucci. Comincerà a lavorare in Italia subito dopo aver terminato, a luglio, con lo show della haute couture di Balenciaga, a Parigi. Sostituisce Sabato De Sarno che ha lasciato in gennaio, dopo due anni di direzione creativa. Georgiano, 44 anni ancora da compiere (il prossimo 25 marzo), ha una storia umana e professionale incredibile. «Sono entusiasta ed emozionato di entrare a far parte della famiglia Gucci — scrive nell’annuncio del gruppo Kering —. È per me un onore. Non vedo l’ora di scrivere insieme a Stefano Cantino e a tutto il team un nuovo capitolo della storia straordinaria di Gucci».
virginie viard karl lagerfeld 5
Usare la parola sorpresa è un eufemismo. In queste settimane il suo nome non era mai entrato in gioco. […] la nomina farà scalpore. E cambierà la storia di Gucci. Perché l’estetica di Demna è completamente diversa da chiunque lo abbia preceduto. […] la scelta di Demna. Il rinnovo del contratto in ottobre, ha poi consentito al gruppo, di «tenerlo» a casa.
Georgiano da parte di padre, madre russa, durante la guerra civile, all’inizio degli anni Novanta, è costretto a fuggire prima a Tbilisi e poi in Ucraina sino ad arrivare, dopo mille peripezie, in Germania, in un campo profughi. Il racconto di quella adolescenza è forte. E lui non ha mai dimenticato la sofferenza. Forse proprio per questo, più di tanti, sente il mondo là fuori. Divisiva, senza dubbio, la sua moda così contaminata dalla strada, ma intensa. Un pugno nello stomaco dell’eleganza più formale, ma d’impatto per le nuove generazioni. E questo è stato intercettato nel nuovo corso di Gucci.
Così come è indubbio che il passaggio in Balenciaga gli abbia dato anche la possibilità di tradurre un altro universo in qualcosa di unico. […] Non fanno neppure paura le tempeste mediatiche che Demna ha attraversato due anni fa per le polemiche scatenate da una campagna pubblicitaria accusata di essere irrispettosa nei confronti dei minori. «Tutto è stato chiarito — spiega Bellettini — nulla era intenzionale e, nonostante questo, ha aperto gli occhi a tutti su tutto. Nel mondo digitale non puoi controllare ogni cosa, ma oggi siamo più coscienti e consapevoli».
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maria grazia chiuri
brunello cucinelli
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maria grazia chiuri
john galliano 5
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