DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Guido Olimpio per www.corriere.it
Un drone americano ha condotto un raid che ha preso di mira Jihadi John, il terrorista dell’Isis presunto boia di molti ostaggi occidentali in Siria. Non è però chiaro se la missione, sferrata nella zona di Raqqa, abbia eliminato l’estremista. L’intelligence sta conducendo - come sempre in questi casi - le verifiche per capire se l’attacco ha avuto successo. Per il momento, riporta la Bbc, fonti militari di alto livello parlano di «elevato grado di certezza» che Jihadi John sia morto.
CHI È
Di nazionalità britannica, a lungo ricercato, Mohamed Emwazi - questo il suo vero nome - è apparso nei video truculenti dello Stato Islamico. I filmati che hanno mostrato le brutali uccisioni di James Foley, Steven Sotloff, Abdul Rahman Kassig, David Haines, Alan Henning e Kenji Goto. Tutti finiti nelle mani dell’Isis e poi assassinati per esercitare pressioni e lanciare ricatti nei confronti dei paesi occidentali.
Una serie di delitti condotti con un’accorta regia da parte degli uomini del Califfo, con i militanti mascherati, il pugnale, la pistola nella fondina, il proclama. Jihadi John faceva parte di un gruppo di militanti a rrivati dalla Gran Bretagna soprannominati i «Beatles», in realtà un gruppo di killer che si è fatto un nome con le torture nei confronti di prigionieri innocenti.
LA «CACCIA» USA
Da mesi le forze americane, insieme a quelle britanniche, hanno condotto una lunga caccia per individuare Emwazi. Non un quadro importante nella gerarchia Isis ma certamente una figura dal grande peso propagandistico. Un «inglese» arruolatosi sotto la bandiera nera e capace di sfidare con i suoi gesti crudeli il mondo intero. Le operazioni per colpire personaggi come Jihadi John sono state gestite dalla Cia insieme al Comando operazioni speciali di Fort Bragg.
Attività condotto su un doppio livello dove gli agenti raccolgono dati, usano gli informatori, cercano di stringere la rete attorno al target. Poi passano la mano al Pentagono che si muove con i droni, arma indispensabile in quanto in grado di restare in volo per ore e pronta a sganciare un ordigno nel caso il bersaglio sia individuato. Una catena che ha permesso agli Usa di neutralizzare molti esponenti di primo piano del Califfato. Se il missile Hellfire ha fatto centro vuol dire che a terra qualcuno ha “designato” con precisione l’obiettivo, segnalandone il rifugio o gli spostamenti. Un successo prima di intelligence e poi militare.
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