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LA LITE TRA BELLO FIGO E ALESSANDRA MUSSOLINI A 'DALLA VOSTRA PARTE'
Adriano Scianca per “la Verità”
Avete presente le statistiche allarmate sui giovani che non leggono più libri? Ecco, anziché prendervela con il dilagare dell'ignoranza, i social network o la televisione, ragionate su questo: anche Bello Figo ha scritto un libro. Per Rizzoli. Si intotola Swag negro (in questo caso la parolina con «n» si può dire) e sarà in libreria dal 30 aprile.
Breve riassunto per i fortunati che non hanno la minima idea di ciò di cui stiamo parlando: Bello Figo è il nome «d' arte» (?) di un ragazzo ghanese che si spaccia per fresco immigrato anche se in realtà vive in Italia da più di 10 anni. È arrivato in aereo, ora abita a Parma e si crede un rapper.
Non è un vero musicista, non possiede alcun talento artistico, tranne la capacità di diventare un meme, cioè un fenomeno virale. Non per le sue doti artistiche, che non ha, ma per le sue provocazioni becere. Qualche anno fa aveva fatto il pieno con il nome di Gucci Boy. «La gente cliccava i miei video», racconta in una vecchia intervista, «e tutti parlavano di me. Solo che a un certo punto se uno cercava Gucci su Google usciva la mia faccia. E allora gli avvocati mi hanno mandato una mail, chiedendo di cancellare il profilo. Ma mica potevo perdermi tutte le visualizzazioni, no? Così a gennaio 2013 sono finito in tribunale, con Gucci abbiamo raggiunto un accordo e adesso ho un altro nome». Il personaggio è questo, il pieno di visualizzazioni (con conseguente monetizzazione) come unico comandamento.
E cosa c' è di meglio, per fare audience, di soffiare sul fuoco dell'immigrazione, alimentando gli stereotipi beceri? Quindi Bello Figo canta «vogliamo soldi o wifi», «io non faccio l'operaio, non mi sporco le mani in Italia», «Io non pago affitto». Oppure invita a votare «sì» al referendum costituzionale «perché Matteo Renzi ci dà la figa bianca».
Se queste sono le basi, chissà che capolavoro della letteratura potrà aver partorito il soggetto.
Se Rizzoli parla «del più originale e controverso artista rap» e delle «storie e sogni di immigrazione, musica, stile» che viene a raccontarci, lui, sui social, non esce dal personaggio: «Kiamate tutte le fighe bianke e andate a ordinare», scrive, con sessismi e sgrammaticature attentamente studiati. Se un personaggio del genere non attira odio, infatti, non esiste, le visualizzazioni calano, le polemiche si spengono, il castello di carte crolla.
Così come del tutto funzionali all' operazione erano i diversi concerti puntualmente annunciati e puntualmente annullati a causa di presunte minacce. In qualche caso, e la cosa è tutto un programma, è scesa in campo persino l'Anpi, organizzando contromanifestazioni rispetto ai presidi di chi si era organizzato per contestare le performance. Anche se difendere Bello Figo non sembra esattamente il modo migliore per difendere «l'Italia nata dalla Resistenza»....
È un troll, si dirà. Cioè uno che non c' è, ma ci fa. Un provocatore, uno che genera reazioni isteriche appositamente e che vive di quelle. Verissimo. Ma se Bello Figo è un troll, bisogna vedere chi è il trollato.
Il senso della cosa dovrebbe essere prendere in giro l'opinione pubblica conservatrice e populista, quella che guarda agli immigrati con la bava alla bocca. Bello Figo sarebbe quindi una sorta di genio situazionista. Lanciamo un'interpretazione controcorrente: non sarà, per caso, che il tizio finisce per trollare soprattutto la sinistra, costretta a dare dignità culturale a questa roba che, più o meno consciamente, mette esattamente il dito nella piaga dell'immigrazione?
Insomma, Bello Figo è un vero immigrato, che finge di essere un finto immigrato, che però, paradossalmente, rispecchia, alla fin fine l'immigrazione esattamente così com'è, ovvero popolata, in cronache dannatamente reali, non certo satiriche, di perdigiorno che pretendono, che reclamano, e che proprio nel sesso con le autoctone vedono una sorta di riscatto sociale e una compensazione delle loro sofferenze.
Tutte cose che la sinistra non può ammettere. Né può limitarsi a vedere nelle «canzoni» (le virgolette sono d' obbligo, ascoltatele su Youtube e poi ne riparliamo) di Bello Figo una bieca operazione per accalappiare views soffiando sul fuoco della rabbia anti migranti. E allora ci si inventa il Bello Figo provocatore, il Bello Figo artista, il Bello Figo geniale sabotatore della comunicazione. Laddove si tratta di un esercizio di cretineria fine a se stessa. Che, tuttavia, va difeso a spada tratta, anche oltre le intenzioni del performer stesso.
Perché se Bello Figo è semplicemente un tizio che sta sparando idiozie per avere visibilità, se la sua non è satira, ma banale utilizzo di frame del tutto reali, presi dalle cronache e dalla vita quotidiana di questo Paese, se nelle sue parole e nei suoi video gli italiani riconoscono l'immigrazione così com' è, e non una sua caricatura provocatoria - se tutto questo è vero, allora il mondo della sinistra va in pezzi. Serve, allora, che Bello Figo sia un genio. A costo di comprare persino il suo libro.
BELLO FIGO E GIULIA INNOCENZIbello figo referendum costituzionale 6bello figo e la duciona mussoliniBELLO FIGO MUSSOLINIBELLO FIGO MUSSOLINIbello figo referendum costituzionale 4BELLO FIGObello figo referendum costituzionale 3bello figo referendum costituzionale 1bello figo referendum costituzionale 2bello figo referendum costituzionale 5BELLO FIGO bello figo 2
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