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Cristiana Lauro per Dagospia
http://www.cristianalauro.com/
Fate una bella cosa quando in un ristorante o in un’enoteca vi propongono un vino naturale: non credeteci, è una puttanata. Il vino naturale non esiste. Se ne sente parlare da anni, qualcuno è inciampato nella legge e ha pagato sanzioni salate, qualcun altro lo racconta solo ai pochi eletti delle confraternite vinnaturiste, ma sta di fatto che il termine “naturale” per definire alcune tipologie di vini senza solforosa aggiunta o con attento uso di pesticidi, è scorretto e fuorviante.
La natura, o chi per lei, ha creato l’uva, ma non il vino.
La natura non produce vino e fa bene ad alzare la voce Daniele Cernilli (Doctor Wine, uno dei massimi esperti di vino in Italia che inventò il premio Tre Bicchieri del Gambero Rosso) che sul suo web magazine (http://www.doctorwine.it/Firmato-DoctorWine/Firmato-DW/La-natura-non-fa-vino) chiarisce in poche, semplici parole quello che dovrebbe succedere secondo natura a un grappolo d’uva se fosse lei a decidere: a maturazione compiuta cadrebbe e i suoi semi a terra consentirebbero la continuazione della specie.
È semplice, naturale, ineluttabile e si flette al più grande fra i principi sostenibili: la vita vuole vivere. Sì, ma cosa c’entra questo col vino? Niente. Zero, non c’entra una mazza.
Il vino si produce attraverso l’intervento tecnologico per mano dell’uomo e, aggiunge Cernilli, serve solo a soddisfare bisogni umani. Infatti gli animali non bevono vino.
Senza la mano dell’uomo la fermentazione degli zuccheri produrrebbe aceto e non vino, quindi, in buona sostanza, come scrisse Giovanni Bietti: il vino è un prodotto culturale.
L’esclusione di prodotti chimici di sintesi contribuirebbe a consegnare ai vostri bambini un futuro migliore, siamo tutti d’accordo e il discorso vale anche per l’uva con cui si produce il vino che beviamo. Ma da qui a contrabbandare quel prodotto per “naturale” ce ne corre e semplicemente perché non lo è.
Sarebbe meglio che molti bravi produttori di vino in buona fede (e sono tanti), si smarcassero dal concetto ambiguo di vino naturale. Ad esempio, come esorta Doctor Wine, chiedendo regole precise che definiscano legalmente il significato della locuzione “vino naturale” o, come sostiene da anni uno dei più stimati produttori di olio e vino in Italia, Francesco Paolo Valentini, aggiungendo ingredienti e allergeni in etichetta.
Concordo, sono pienamente d’accordo. Perché no? Perché non lo fate? Si chiama tutela del consumatore e non devo insegnarvela io. Difendetela e basta.
http://www.doctorwine.it/Firmato-DoctorWine/Firmato-DW/La-natura-non-fa-vino
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