
DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI…
BOCHICCHIO SI È PAPPATO ALMENO 70 MILIONI - VA A GIUDIZIO IL BROKER DEI VIP, CHE SECONDO LE ACCUSE HA FREGATO 44 VITTIME, MA CHISSÀ QUANTE NON L'HANNO DENUNCIATO: AL TELEFONO L'IMPUTATO SI VANTAVA DI AVER GESTITO "UN INVESTIMENTO DA 1 MILIARDO E 800 MILIONI" - TRA I SUOI CLIENTI, CHE SARANNO CHIAMATI A PROCESSO, CI SONO ANTONIO CONTE E I CALCIATORI EL SHAARAWY ED EVRA - BOCHICCHIO AGGANCIAVA LE SUE FACOLTOSE PREDE NEI GIRI GIUSTI, SI FACEVA DARE I SOLDI PROMETTENDO ALTI RENDIMENTI E RISCHI BASSISSIMI, MA POI...
Val. Err. per "Il Messaggero"
Il gip Daniela Caramico D'Auria, nel decreto che dispone il giudizio per Massimo Bochicchio, fa riferimento a «un numero indeterminato di investitori», perché non tutte le vittime del broker, che frequentava circoli esclusivi tra Milano, Roma e Montecarlo, dove agganciava i facoltosi clienti, hanno denunciato.
E così neppure la cifra che l'imputato ha fatto sparire è definita: «superiore a 70 milioni di euro», scrive il giudice, anche se al telefono Bochicchio diceva di avere gestito «un investimento da ben 1 miliardo e 800 milioni».
Il processo con rito immediato, chiesto e ottenuto dalla procura di Roma, per l'uomo che prometteva di moltiplicare le cifre a sei zeri che gli venivano affidate, comincerà il prossimo 29 marzo: una sfilata di vip a piazzale Clodio.
Perché di certo sarà chiamata in aula buona parte delle 44 parti offese, come l'ex allenatore dell'Inter Antonio Conte, che ha visto svanire nel nulla 30,6 milioni di euro, e poi i calciatori Stephan El Shaarawy ed Evra.
Ma nell'elenco testi ci saranno anche diplomatici, manager, professionisti e altri sportivi, investitori, per la maggior parte rappresentati dagli avvocati Paola Severino e Cesare Placanica.
MASSIMO BOCHICCHIO CON LA MOGLIE
Le accuse per Bochicchio, che è ai domiciliari, sono di esercizio abusivo dell'attività finanziarie e riciclaggio: la sua società con sede a Londra gestiva l'enorme portafoglio clienti ma non aveva autorizzazioni.
LE ACCUSE
Frequentava i luoghi giusti, dove era possibile incontrare persone con sostanziose disponibilità economiche. E per oltre venti anni il mago della finanza è riuscito a incantarli, dal 99 al 2020, secondo l'accusa, con la promessa di alti rendimenti e rischi bassissimi.
Avrebbe agito a Roma, Milano e nel principato di Monaco. I soldi, secondo i pm, finivano direttamente nelle sue società con sede a Londra, in modo che il capitale raccolto tra i clienti italiani non fosse tassato, ed erano investiti in strumenti finanziari esteri, «anche attraverso il transito su rapporti bancaria ridotta tassazione e massima tutela della riservatezza - scrive il gip - tra i quali British Vergin Island, Hong Kong, Emirati Arabi, Singapore», con operazioni che impedivano l'identificazione degli effettivi beneficiari degli investimenti». I soldi insomma sono svaniti.
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