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RAZZISTA A CHI? - UNA DISCOTECA DI BOLOGNA RIFIUTA L’INGRESSO AD ALCUNI RAGAZZI DI COLORE E SI SCATENA LA CANEA - IL PROPRIETARIO: "ABBIAMO PROBLEMI CON I RAGAZZI DEI CENTRI DI ACCOGLIENZA" - GIORNI FA I BODYGUARD HANNO BECCATO UN NERO CHE PROVAVA A ENTRARE CON UN COLTELLO

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Caterina Giusberti per “la Repubblica”

 

«È nero non può entrare». Succede in una discoteca sotto le Due Torri, nel cuore della movida universitaria. Un gruppo di ragazzi africani è in fila da tempo, tutti gli altri possono entrare, loro restano fuori. Si avvicina Ibrahim Diakite, 24 anni, profugo del Mali. Respinto pure lui da un buttafuori. Perché? «La settimana scorsa abbiamo fermato un ragazzo con un coltello sotto il giubbotto».

mostra d'arte a londra accusata di razzismo 4mostra d'arte a londra accusata di razzismo 4

 

Non può entrare perché è nero? «Mi dispiace — risponde il bodyguard — sicuramente ci andranno di mezzo anche persone che non c’entrano niente, ma dobbiamo salvaguardare il locale e noi stessi. Vogliamo tornare a casa tutti interi la mattina». È da poco passata la mezzanotte tra venerdì e sabato, davanti all’Arterìa storico locale del divertimento nel cuore della città. Molti dei giovani di colore stanchi di aspettare se ne vanno.

 

Non è la prima volta che accade. Alcune segnalazioni erano partite nei giorni precedenti dagli operatori dei centri di accoglienza dove vengono accolti i profughi che sbarcano ogni giorno da Lampedusa. «In quella discoteca non fanno più entrare i neri». Una sera, poi un’altra e un’altra ancora. Sembra impossibile, in una città come Bologna. Eppure, quando Ibrahim fa per entrare, viene rispedito indietro. Gli uomini sulla porta lo allontanano con un gesto («Sappiamo noi perché»), senza dargli ulteriori spiegazioni.

PILLOLA CONTRO IL RAZZISMOPILLOLA CONTRO IL RAZZISMO

 

«Mi hanno detto di aspettare», mormora lui, incredulo. Succede la stessa cosa a Lamin Keitay che ha 17 anni e viene da un centro di accoglienza in un paese nella periferia di Bologna. «Davvero non ci fanno entrare — protesta scrollando le spalle — a volte in questo locale lo fanno». E un amico africano conferma: «Ci dicono di aspettare, poi non ci fanno mai passare».

 

COME E INIZIATO IL RAZZISMO COME E INIZIATO IL RAZZISMO

Una ragazza, Donatella Mea, prova ad aiutarlo. Chiede se Ibrahim può entrare insieme a lei. Inutile, la scena si ripete: lei sì, lui no. «Quando siamo arrivate abbiamo visto dei ragazzi di colore in fila — si stupisce Donatella — quelli della sicurezza gli avevano detto di restare fuori, senza specificare per quanto tempo. Alla nostra richiesta di spiegazioni i bodyguard hanno risposto solo che per adesso è così». Il buttafuori sulla porta lo conferma senza battere ciglio. «Da quando abbiamo preso quello col coltello, loro non possono entrare, neanche accompagnati. Poi quando si saranno calmate le acque, piano piano ricominceremo a farli passare, per adesso va così».

 

Giovani in DiscotecaGiovani in Discoteca

Il giorno dopo Domenico Migliaccio, il titolare del locale, getta acqua sul fuoco. «Nessuna discriminazione, il mio è l’unico locale in centro che accoglie ragazzi di colore, se un buttafuori ha detto quelle cose se ne assumerà la responsabilità». Poi aggiunge: «Certo, qui stiamo soffrendo molto la convivenza con i profughi dei centri di accoglienza, che sono molto aumentati nell’ultimo periodo, e queste situazioni possono creare disagio». Lo ripete anche Gabriele Lollini della Magnum, l’agenzia responsabile della sicurezza del locale: «Teniamo fuori solo le persone moleste. Ma, visto che cerchiamo di riconoscerli a occhio, alle volte ci si può confondere».