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BRUTTE NOTIZIE PER LE PORPORELLE GOLOSE, È FINITO IL TEMPO DEI RICCHI BANCHETTI: INIZIA IL CONCLAVE - NEGLI ULTIMI GIORNI, I CARDINALI ARRIVATI A ROMA PER ELEGGERE IL NUOVO PONTEFICE HANNO ASSALTATO I RISTORANTI DELLA CAPITALE: JOSÉ COBO CANO, ARCIVESCOVO DI MADRID, È STATO PIZZICATO IN UN LOCALE DI CAMPO DE’ FIORI MENTRE MAGNAVA UN CARCIOFO ALLA ROMANA ACCOMPAGNATO DA UNA BIRRA - CARDINALI SPAGNOLI E SUDAMERICANI SI SONO ATTOVAGLIATI PER UN RICCO BANCHETTO IN UN RISTORANTE DEL CENTRO - DURANTE I GIORNI DELL'ELEZIONE DEL PONTEFICE, AL REFETTORIO DI SANTA MARTA IL MENÙ SARÀ "LEGGERO"
Estratto dell’articolo di Brunella Giovara per "La Repubblica"
CARDINALI COMPULSANO I LORO CELLULARI
Arriva uno vestito da Papa, infatti un bambino di chiaro accento ciociaro domanda alla mamma «ma è il nuovo Papa?». Grande sconcerto, qui all’ingresso cosiddetto del Petriano, ma è solo il cardinale Timothy Radcliffe, che con chiaro accento di Oxford risponde ai saluti dei turisti entusiasti, «Bye!», e avendo già pagato il taxi, si trascina il trolley fino al cancello, dove una Guardia svizzera gli fa un segno così, tipo «vai vai, ché ti conosco». Che visione, uno in tonaca candida e zucchetto rosso più valigia (poi si scopre che è domenicano, e che lo stesso Francesco gli suggerì di continuare a vestire l’abito dell’ordine).
Che sia un segnale? Tutti cercano segnali — anche solo per telefonare — nell’ultimo pomeriggio di libera uscita dei 133 cardinali votanti il prossimo pontefice, in pieno trasloco dalle loro abitazioni, conventi e hotel, seminari e case di suore, lietamente diretti alla clausura nella Domus Sanctae Marthae (e anche il fatto che l’arcivescovo di Bologna, il papabile Zuppi, sia appena andato dal barbiere in Borgo Pio, sarà un misterioso segno di qualcosa?). Ci si interroga parecchio sui dettagli, mentre arrivano e ripartono vari taxi, trasportanti principi della Chiesa di tutto il mondo (tutti con il telefono incollato all’orecchio), invitati però a concentrarsi sul compito arduo.
CARDINALI DELLA CHIESA CATTOLICA
E, se possibile, l’ultima cena prima del Conclave da farsi nel refettorio di Santa Marta, e non in trattoria (e puntuali alle 20 precise). Così, ubbidienti, hanno anticipato l’ingresso nell’albergo dove pure abitava papa Francesco, e dove già le finestre sono state coperte da pellicole anti fotografi. Massima riservatezza, si raccomanda a tutti, e già in zona non si riesce più a telefonare, data la schermatura di qualunque tipo di connessione.
Del resto, oggi ore 8 dovranno pure consegnare i telefoni, tablet e computer, che verranno custoditi sotto chiave a Santa Marta e riavranno solo a papa eletto. Però nessuno verrà perquisito, e se anche qualcuno volesse mai nascondere un telefono nelle pieghe della talare, la zona rossa vaticana sarà rigidamente offline, in quanto debitamente schermata. […]
E massimo segreto anche sul menu di Santa Marta, a proposito del quale il cardinale Piacenza spiegava che «si mangia leggero. Pesce, riso…». Prevale l’understatement, si arriva su utilitarie (solo uno si presenterà con la scorta di due poliziotti in scooter), e si è pranzato spesso in solitaria, come il cardinale José Cobo Cano, arcivescovo di Madrid, sorpreso in un ristorante di Campo de’ Fiori in compagnia di un carciofo alla romana, e una birretta.
Ma altri suoi colleghi spagnoli e sudamericani si sono fatti un bel giro al Pantheon, con foto ricordo e pranzo abbondante, immaginandosi forse che la clausura porti anche un semi digiuno, in un clima spartano da collegio di una volta, pane e acqua, e a una certa ora si spengono le luci, tutti a dormire.
Non sarà così, Santa Marta è un albergo come si deve, gestito dalle suore Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, e ha una reception ultra efficiente, e saloni di colonne bianche e salottini con comodi sofà e poltrone, oltre alle 105 suite a due camere, e le 26 singole.
Il refettorio, una sala grande con tavoli rotondi, forse per favorire la socialità, l’incontro, il dialogo. La concentrazione, anche. Perciò i cardinali si sono parecchio seccati, per l’assalto delle telecamere, inseguiti per piazza San Pietro e dintorni, e hanno quindi chiesto più sorveglianza, più controllo della polizia, scegliendo quasi tutti di traslocare a Santa Marta in auto per risolvere il problema dei molti agguati, e così scansando la domanda classica: «Chi sarà il nuovo papa?». Uno che non si è sottratto, attraversando serenamente la piazza, è stato il cardinale Jean-Paul Vesco, francese di Lione, frate domenicano e arcivescovo di Algeri, e molto simpatico. Anche maratoneta, «ma ormai non sarei più in grado di fare una maratona intera», spiegava ai presenti.
CARDINALI DELLA CHIESA CATTOLICA
E generoso, senza negarsi a chi gli chiedeva una benedizione, lì, sui due piedi.
Come quel padre con il figlio ragazzino tenuto per mano, completamente assente e distante da tutto, e al quale ha tracciato la croce sulla fronte. Dopodiché, è andato di buon passo a farsi una passeggiata nel sole, e da solo, prima di entrare nella Domus, e con lui tutti gli altri.
CARDINALI DELLA CHIESA CATTOLICA
cardinali
i cardinali nella cappella sistina 2013
CARDINALI DELLA CHIESA CATTOLICA
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