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C’È UN FANTASMA CHE ALEGGIA SULLA FAIDA PER L’EREDITÀ AGNELLI – NELLA DISPUTA LEGALE IN CORSO TRA MARGHERITA E I SUOI TRE FIGLI, SULLA RESIDENZA SVIZZERA DELLA MADRE MARELLA, AVREBBE AVUTO MOLTO DA DIRE L’AVVOCATO PETER HAFTER - CHI ERA? MORTO A 94 ANNI LO SCORSO GIUGNO, ERA UNO DEGLI “GNOMI” DEI PANAMA PAPERS, MAGO DEI PARADISI FISCALI, UOMO DI FIDUCIA DELLE FAMIGLIE ROTHSCHILD E THYSSEN – FU HAFTER A METTERE A PUNTO LA STRATEGIA PER ALLESTIRE LA DISCUSSA RESIDENZA ELVETICA DELLA MOGLIE DI GIANNI AGNELLI, DECISIVA PER LA LEGITTIMITÀ DEL SUO TESTAMENTO CHE INDICA JOHN, LAPO E GINEVRA COME UNICI EREDI – LA MAIL A JOHN ELKANN, I CONSIGLI PER “SUPERARE L’IMPRESSIONE CHE LA CASA DI LAUENEN SIA SEMPRE VUOTA” E LE AGGIUNTE AL TESTAMENTO...
Estratto dell’articolo di Ettore Boffano per “il Fatto Quotidiano”
gianni agnelli e marella caracciolo
C’era anche un fantasma, giovedì 20 novembre, nel Tribunale svizzero di Thun: per l’udienza che ha visto fronteggiarsi in aula Margherita Agnelli e i figli John e Ginevra Elkann. Il suo nome era Peter Hafter, uno degli “gnomi” dei Panama Papers, mago dei paradisi fiscali, uomo di fiducia delle famiglie Rothschild e Thyssen e avvocato d’affari con 28 cariche da “direttore” in altrettanti offshore delle Isole Cook.
Ha lasciato questa terra il 21 giugno scorso, a 94 anni: unica traccia il necrologio su un periodico locale. Nella sua villa di Küsnacht, sul lago di Zurigo: dove si era ritirato dopo essere stato un big di Lenz & Staehelin, il più importante studio di avvocati d’affari svizzero. Hafter - si dice sempre così in questi casi - si è portato nella tomba molti segreti [...]
PETER HAFTER INTERVISTATO DA REPORT
Come, per esempio, la gestione dei 100 milioni di dollari scomparsi dal Banco Ambrosiano prima della morte di Roberto Calvi: il faccendiere Francesco Pazienza, nel suo libro Il disubbidiente, li collega alla Banca Rothschild, a Licio Gelli e alla P2 e, in qualche modo, all'avvocato d’affari. Affermazioni, riguardo a Hafter, mai provate.
Undici giorni fa però, se fosse stato ancora vivo, lo “gnomo” dei Panama Papers sarebbe apparso anche lui quel tribunale svizzero, in una sfilata di testimoni, ma soprattutto degli eredi della famiglia Agnelli.
MARGHERITA AGNELLI IN TRIBUNALE A GINEVRA
Per uno dei quattro processi sull’eredità di Marella Caracciolo, la vedova del “signor Fiat”, in corso in Svizzera e paralleli a quello di Torino avviato da Margherita contro i figli e dal quale è nata l'inchiesta della procura subalpina nella quale John, Lapo e Ginevra Elkann sono indagati per truffa ai danni dello Stato.
In quel dibattimento in corso adesso a Thun, nel cantone di Berna, i fratelli Elkann chiedono che sia dichiarata valida la residenza elvetica della nonna, decisiva per la legittimità del suo testamento che li indica come unici eredi. Margherita Agnelli replica sostenendo che la madre non aveva mai trascorso in Svizzera quei “sei mesi più un giorno l’anno” necessari per radicare una residenza estera di un cittadino italiano.
A loro volta, gli Elkann affermano che il criterio decisivo per il diritto elvetico è quello del paese dove la nonna aveva fissato il proprio “centro d'interessi”.
Ed è proprio su questo che l'ultranovantenne avvocato d'affari avrebbe potuto essere un teste chiave e, forse, non certo a favore degli Elkann.
I pm di Torino, infatti, nella marea di documenti cartacei e digitali sequestrati a John Elkann e ai suoi collaboratori, ritengono di aver rintracciato le prove dei “raggiri e artifizi” messi in atto per costruire una residenza fittizia di Marella Caracciolo in Svizzera: tanto riguardo alla permanenza annuale in terra elvetica, quanto al suo reale centro d’interessi. Ricostruzioni che i legali degli Elkann, peraltro, negano.
john elkann margherita agnelli
Dalle carte del fascicolo penale ora depositate anche Thun, però, sarebbe emerso che Hafter era stato a lungo il vero “cervello” per l’allestimento di quella discussa e presunta residenza.
L’8 luglio 2011, in seguito all’impossibilità per Marella Caracciolo di continuare a frequentare la villa di Sankt Moritz situata a un'altitudine non più adatta per la sua salute, Hafter inviò una mail a John Elkann suggerendo che la vedova dell'Avvocato dovesse “registrarsi al Cantone di Berna il prima possibile” e, addirittura, di non dare l’impressione “di un possibile piano nascosto”.
Il 27 maggio 2012, quando Marella è già domiciliata nel villino da Lauenen (Berna), il solerte avvocato si rifà vivo, temendo che la sua strategia possa fallire. Consiglia di assumere una persona che segua lo chalet “in modo che non solo sua nonna, ma anche lei, ingegnere, e i suoi fratelli possiate stare volentieri lì. Questo è importante per superare l’impressione che la casa sia sempre vuota (in Svizzera chiamiamo queste case ‘letti freddi’)”.
Il capolavoro dello “gnomo”, però, era già cominciato 12 agosto 2011, quando fu addirittura uno dei testimoni per il testamento svizzero di Marella davanti al notaio e a favore dei nipoti. Per nulla imbarazzato dal suo ruolo, Hafter invia una bozza – il 18 luglio 2012 - a Paola Montaldo, segretaria di Marella, per un'aggiunta testamentaria poi redatta il 14 agosto, in modo che risulti ben chiaro che la signora ha “stabilito il proprio domicilio a Lauenen”.
margherita agnelli 100 minuti la7
Una procedura analoga sarà seguita anche nel 2014 quando, il 22 agosto, Marella firmerà una seconda aggiunta: di nuovo con Hafter testimone. L’avvocato d’affari, però, ha già predisposto un testo, nel quale Marella dovrebbe dire che “da oltre 40 anni la Svizzera è al centro delle mia attività... Di recente passo del tempo in Marocco a causa del clima; questo paese ha un sistema legale influenzato dall’Islam... Perciò confermo che la mia successione sia sottoposta al diritto svizzero”.
Elkann, invece, non approva: la parola Islam potrebbe creare problemi “diplomatici”. Così ordina di cambiare. Hafter esegue e tutto si addolcisce: “Questo paese non ha un sistema legale conforme alle mie tradizioni...
gianni agnelli con marella caracciolo
”Ma l’instancabile cavalcata dell’ingegner Elkann (e di Hafter) nella vita di Marella (e nella sua eredità) raggiungerà l’apoteosi con l’idea di stamparne l’autobiografia. Nell’ottobre 2014, Adelphi pubblicherà così Ho coltivato il mio giardino: dedicato alle dimore dei coniugi Agnelli e ai parchi che la vedova dell’Avvocato realizzava.
[...] Negli atti della magistratura torinese si legge altro: “Elkann aveva supervisionato e controllato il progetto... arrivando addirittura a modificare l’originale e introducendo affermazioni false sugli spostamenti della de cuius”.
Avvenne tutto tra il 5 maggio 2011 e il 3 aprile 2014, dopo un interminabile scambio di mail, messaggi e proposte. Il verdetto finale, però, spettò ancora all’ineffabile Hafter che, il 3 marzo 2014, avvertiva: “Credo si debbano spendere alcune parole sulla casa a Lauenen”. Dopo l’ok definitivo “dell’ingegnere”, la vincerà lui: il fantasma del “centro d’interessi”.
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