DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
1 - MOSCAGATE, È VIKTOR MEDVEDCHUK IL PADRINO DELLO SCANDALO ALL’EUROPARLAMENTO
Estratto dell’articolo d Tonia Mastrobuoni per www.repubblica.it
Viktor Medvedchuk con Vladimir Putin
Immaginate qualsiasi trama oscura legata agli interessi di Putin in Ucraina nell’ultimo mezzo secolo e nell’ombra scoverete lui, Viktor Medvechuk. Classe 1954, avvocato, ex fondatore di partiti filorussi, imprenditore senza scrupoli negli anni delle selvagge liberalizzazioni post-sovietiche, candidato dal Cremlino a guidare uno stato fantoccio in Ucraina nel caso di una vittoria militare, accusato negli anni dai tribunali ucraini di alto tradimento, abuso di potere, corruzione e terrorismo, Medvechuk è finito in questi giorni di nuovo sulle prime pagine dei giornali per aver finanziato il sito filorusso “Voice of Europe” e assoldato politici europei per diffondere il verbo di Mosca.
Quella di Medvechuk è sin dagli esordi una carriera all’ombra del Cremlino. Il “Principe delle tenebre”, come lo chiamano in Ucraina, diventa tristemente famoso già negli anni ’70 e ’80, quando si propone come avvocato dei dissidenti. Difende poeti e artisti come Yuriy Lytvyn, Mikola Kuntsevich o Vasyl Stus.
Tutti vengono invariabilmente condannati a lunghe pene e muoiono in carcere. Lytvyn commenterà la sua sentenza - 40 anni - come segue: “La passività del mio avvocato Medvechuk non è dovuta alla sua scarsa professionalità, ma alle istruzioni che ha ricevuto dall’alto”. […]
Nato in Siberia, in un certo senso figlio d’arte - il padre di origine ucraina era stato un collaborazionista dei nazisti - Medvechuk sostiene di avere da sempre “un approccio creativo alla repressione”. Negli anni 90 del far west delle privatizzazioni delle immense ricchezze naturali dell’ex Unione sovietica, Medvechuk fa affari d’oro insieme ai sodali del cosiddetto “clan di Kiev” e diventa uno dei più ricchi oligarchi dell’Ucraina appena indipendente.
Ma continua a mantenere uno stretto legame con Mosca e a puntare sull’uomo giusto: Vladimir Putin. Medvechuk si definisce “amico personale” dello zar, cui ha chiesto di fare da padrino al battesimo di sua figlia Dasha. Ed è diventato il suo burattino a Kiev.
viktor medvedchuk con vladimir putin 3
Alla fine degli anni Novanta il padrino dei nuovi ricchi si tuffa nell’agone politico e si fa eleggere deputato per il partito socialdemocratico. Ma il vero salto di qualità arriva nel 2002, quando il presidente ucraino Leonid Kuchma lo nomina suo consigliere.
Medvechuk diventa uno degli uomini più potenti dell’Ucraina e Kuchma, guarda caso, il nume tutelare della nuova élite degli oligarchi. Durante la sua presidenza, grazie al suo Rasputin filrousso, Kiev si avvicina a Mosca. Ma nel 2004, nell’anno della Rivoluzione arancione Medvechuk trama contro il candidato antiputiniano alle presidenziali, Viktor Yuscenko. Secondo indiscrezioni, è lui a organizzare bande di neonazisti che appaiono ai comizi di Yuscenko per diffamare il candidato europeista.
Quando Yuscenko diventa presidente dell’Ucraina, Medvechuk si ritira per un po’ dalla vita politica. Ma non smette di ordire le sue trame per favorire gli interessi del Cremlino. E a riempirsi le tasche. Nel 2015 riappare nelle cronache quando si compra per oltre 200 milioni di dollari il “Royal Romance”, un bestione di 92 metri considerato “lo yacht più moderno del mondo”.
Torna sotto ai riflettori nel 2021, quando fonda “Scelta ucraina”, un partito che si oppone all’avvicinamento del Paese all’Unione europea. Due anni dopo, quando la Russia annette la Crimea e invade il Donbass con i famosi “omini verdi”, le milizie agli ordini del Cremlino, Medvechiuk riappare come mediatore tra i separatisti e il governo ucraino […]
yulia navalnaya roberta metsola parlamento europeo
Nel 2021 i tribunali ucraini cominciano a processarlo per alto tradimento e per i suoi loschi affari in Crimea: Medvechuk finisce agli arresti domiciliari e sulla lista delle sanzioni insieme alla moglie Oksana, ex star della televisione ucraina.
Ma nei giorni caotici dell’invasione russa dell’Ucraina, un anno dopo, l’oligarca filorusso riesce a scappare. A Kiev comincia a circolare la voce che Putin lo abbia designato a guidare il futuro stato fantoccio ucraino non appena i paracadutisti russi conquisteranno il Palazzo presidenziale. […]
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A metà aprile il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, pubblica una foto di un uomo dall’aria affranta, spettinato, seduto su una sedia con le mani raccolte in grembo. E’ Viktor Medvechuk, catturato dai servizi segreti ucraini mentre tenta di scappare in Transnistria.
[…] A settembre, il Cremlino accetta di scambiarlo con ben 200 prigionieri ucraini, 108 dei quali sono soldati del battaglione di Azov e sono stati catturati dopo il lungo, tragico assedio di Mariupol. Qualche mese dopo, Zelensky ordina che gli venga annullata la cittadinanza ucraina. Ma come dimostra lo scandalo di “Voice of Europe”, Viktor Medvechuk ha continuato imperterrito a mettersi al servizio della sua patria d’elezione, la Russia sanguinaria di Putin.
2 – ALTRO CHE QATAR, È IL RUSSIAGATE LA MINACCIA PER IL PARLAMENTO EUROPEO
Estratto dell’articolo di David Carretta per www.ilfoglio.it
Un sito internet mascherato da media fuori dal coro. Una manciata di europarlamentari e politici nazionali che promuovono le narrazioni russe sulla guerra in Ucraina e sui mali che affliggono l’Unione europea (migrazione, insicurezza, Green deal). Un giro di contanti e criptovalute destinati a ricompensare i servizi resi e finanziare la campagna elettorale per le elezioni europee del 9 giugno.
Il tutto orchestrato dall’uomo che Vladimir Putin avrebbe voluto mettere al posto di Volodymyr Zelensky se la sua “operazione militare speciale” avesse avuto successo.
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[…] Ci sono tutti gli ingredienti della guerra ibrida: disinformazione, cattura delle élite, manipolazione. L’obiettivo era di “minare la sicurezza in tutta Europa”, ha spiegato il premier ceco, Pietr Fiala.
Le autorità di Praga hanno chiuso Voice of Europe, il finto media utilizzato per diffondere i messaggi pro russi e anti europei, attraverso le interviste a deputati e politici pro Mosca, la diffusione di fake news sui social network e la pubblicazione di articoli complottisti e identitari. “Il denaro di Mosca è stato utilizzato per pagare alcuni rappresentanti politici che diffondono la propaganda russa”, hanno spiegato i servizi di intelligence cechi.
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Il controspionaggio polacco giovedì ha annunciato perquisizioni e il sequestrato di 48.500 euro e 36.000 dollari a Varsavia e Tychy. Lo stesso giorno il premier belga, Alexander De Croo, ha confermato davanti al Parlamento che alcuni eurodeputati sono stati pagati. Secondo il giornale ceco Denik N, politici di Francia, Paesi Bassi, Belgio, Germania, Polonia e Ungheria hanno ricevuto denaro russo per esprimere posizioni favorevoli a Mosca e influenzare le elezioni europee. […]
Il sito di Voice of Europe non è più online, ma i suoi ospiti sono stati considerati subito sospetti. Ci sono eurodeputati dei gruppi di estrema destra (Identità e democrazia) e della destra sovranista (Conservatori e riformisti europei), ma ce n’è uno anche del Ppe (l’italiano Matteo Gazzini, recentemente passato dalla Lega a Forza Italia).
Tutti o quasi hanno negato di essere a libro paga di Putin, come Maximilian Krah, il capolista di Alternativa per la Germania alle elezioni europee. Teoria del complotto e vittimismo fanno parte della tesi difensiva. […]
“Pettegolezzi e fake news”, ha scritto Matteo Gazzini su X. “Do interviste a tutti quelli che le chiedono. Non ho ricevuto soldi per questo”, ha detto il belga Filip Dewinter, uno dei leader dell’estrema destra fiamminga, che era già stato accusato di essere pagato dalla Cina. Lo Spiegel ha scritto che il denaro è stato consegnato in contanti durante riunioni segrete a Praga e tramite versamenti in criptovaluta. […]
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