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Paolo Griseri per “la Repubblica”
Il ceo di Audi, Rupert Stadler, illustra al pian terreno del quartier generale del gruppo i risultati di «un anno impegnativo e decisivo» per il brand di lusso del gruppo Volkswagen. Ai piani superiori del complesso gli agenti perquisiscono gli uffici alla ricerca di nuova documentazione sullo scandalo dieselgate. «Fin dall' inizio dichiara Stadler - abbiamo sempre collaborato con le autorità. I particolari su questa perquisizione vanno chiesti agli inquirenti».
La mossa della magistratura tedesca arriva a rompere le uova nel paniere in una giornata di bilancio positivo. Nonostante il dieselgate Audi ha chiuso il 2016 con consegne in crescita del 3,6% e un utile operativo di 3,1miliardi.
In miglioramento anche Lamborghini e Ducati. «Il dieselgate - ha detto Stadler - ha accelerato la profonda trasformazione dell' industria automotive che tutti prevedevano». Cosi Audi ha deciso di trasformare il problema in opportunità spingendo sull' elettrico e sul self drive. A luglio verrà lanciata la prima A8 in grado di essere totalmente autonoma sotto i 60 chilometri orari.
Il dieselgate non ha turbato solo la giornata di Audi. Anche Renault, secondo un documento ufficiale reso pubblico ieri da Liberation, sarebbe nei guai. La magistratura francese indagherebbe sull' eventualità che anche il costruttore d' oltralpe abbia realizzato un sistema per eludere i limiti delle emissioni. In un comunicato Renault ha negato di aver installato un dispositivo simile.
Ma secondo la Direzione per la lotta anti-frode «l' insieme della catena di comando» di Renault, incluso il numero uno Carlos Ghosn, è coinvolta nella vicenda. Dovrebbe invece concludersi il contenzioso tra Italia e Germania sulle emissioni di 500x, Renegade e Doblò.
Tre modelli omologati dal ministero dei Trasporti italiano e accusati dai tedeschi di essere fuori norma. Ieri Bruxelles ha annunciato che, grazie alla mediazione Ue, i tedeschi avrebbero accettato di verificare nei prossimi mesi se le modifiche apportate quasi un anno fa da Fca al sistema di controllo delle emissioni superano i dubbi di Berlino. Il governo tedesco ha così implicitamente ammesso che sui modelli Fca non esiste alcun sistema di riduzione illegale delle emissioni simile a quello di Volkswagen.
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