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Alessandra Borella per www.repubblica.it
sebastiano magnanini trovato morto nel tamigi
"Non vengo, rubare in chiesa porta male". È la notte tra il 13 e il 14 dicembre 1993 e a parlare è un complice chiamato da Sebastiano Magnini, all'epoca 25enne, che cerca di staccare dalle pareti della Chiesa di Santa Maria della Fava, a Venezia, una tela del Tiepolo del valore di due miliardi di lire. Rubata e ritrovata pochi mesi dopo. Sebastiano, residente a Cannaregio e da pochi mesi a Londra, oggi 46 anni, è stato ritrovato morto il 24 settembre nel Regent's Canal.
sebastiano magnanini trovato morto nel regent s canal di londra
Il suo cadavere era legato a un carrello per la spesa. Era arrivato nella capitale britannica dopo essere passato per Colombia, Cambogia e Thailandia. Secondo Scotland Yard era lì senza fissa dimora. Si ipotizza un agguato legato al mondo dello spaccio di droga, visto che aveva dei precedenti per tossicodipendenza.
TATUAGGI.
Il suo cadavere, in stato di parziale decomposizione, era stato notato alle 9 del mattino di giovedì scorso, 24 settembre, da un passante nei pressi dell'Islington tunnel, nella zona in cui il Regent's canal passa sotto il popolare quartiere di Angel. Privo di documenti. A dargli un nome sono state le impronte digitali e i numerosi tatuaggi che aveva sul corpo. Secondo gli inquirenti è stato ucciso e poi gettato nel canale.
sebastiano magnanini trovato morto nel regent s canal di londra
Vittima dunque di un agguato criminale indotto da un preciso movente, per ora sconosciuto. Il Regent's canal è una zona molto frequentata da camminatori della domenica. Decine di persone abitano su case galleggianti ormeggiate ai bordi del canale. Le forze dell'ordine britanniche hanno lanciato un appello proprio ai proprietari delle imbarcazioni per cercare di ricostruire la dinamica di ciò che è accaduto. I genitori della vittima, residenti nel centro storico di Venezia, sono volati in Gran Bretagna.
EX LUPIN (MANCATO).
Il nome di Magnanini non è sconosciuto alle forze dell'ordine di Venezia. Oltre vent'anni fa infatti, nel 1994, era stato arrestato per il furto della tela del Tiepolo "L'educazione della Vergine", sottratta dalla Chiesa della Fava il 15 dicembre del 1993. Magnanini, accusato di furto aggravato, con un complice, era poi stato condannato nel 1998 a un anno e sei mesi. I due giovani (Magnanini all'epoca aveva 25 anni) erano incensurati e confessarono che con il colpo avrebbero guadagnato 20 milioni a testa.
Il capobanda era un trentenne e il ricettatore era un motoscafista di 54 anni. Il furto fu maldestro: Magnanini e un complice si fecero chiudere di sera all'interno della chiesa, all'insaputa dei frati, e pur potendo agire indisturbati ebbero bisogno di un terzo complice, chiamato durante la notte, per portare a termine il furto: la tela, tre metri per due, valutata all'epoca due miliardi di lire, fu staccata con un taglierino.
A quel tempo la chiesa non era dotata di sistemi d'allarme. Ma i tre ladri improvvisati seminarono tracce lungo il percorso: ad operazione ancora in corso, uscirono per una bevuta in un bar vicino alla chiesa, fumarono alcuni spinelli, e mentre fuggivano fecero cadere la tela per terra, recuperandola e tenendola assieme con un laccio da scarpe. L'opera venne recuperata tre mesi dopo dalla squadra mobile di Venezia in un magazzino vicino all'aeroporto Marco Polo, ed i tre protagonisti del furto denunciati.
DROGA, ARTE IN LAGUNA E LA MALEDIZIONE DEL TIEPOLO.
Nel 1990 un tossicodipendente veneziano rubò un altro quadro del Tiepolo, sempre da una chiesa di Venezia, quella di San Stae (o di Sant'Eustachio e compagni martiri). Il quadro, ironia della sorte, si chiamava "Il martirio di San Sebastiano", dipinto dal giovane Giambattista non ancora divenuto celebre e considerato di valore inestimabile.
sebastiano magnanini trovato morto nel regent s canal di londra
Non sappiamo se quello di Sebastiano Magnanini è stato un martirio: ancora non si conoscono le cause del decesso, anche se sembra a tutti gli effetti un regolamento di conti. Stefano Frizzon, 30 anni, papà di due gemelline, non riuscì a vendere il quadro: troppo famoso, impossibile. Se ne pentì.
Fu trovato dai carabinieri, che cercavano uno stereo di valore scomparso da una casa della zona ed erano arrivati a lui, chiuso nell'armadio, dentro casa sua. Confessò del furto e li portò a recuperare il quadro. Si uccise pochi giorni dopo iniettandosi volontariamente una dose mortale di droga. Voleva morire, quasi si vergognasse di sé. Anche lui aveva rubato in chiesa.
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