CANTA STORNELLI! - “PORTAVO LE TANGENTI NEI BORSONI DA CALCIO NELLA SEDE DI FINMECCANICA. LI DAVO AL DENTISTA DI GUARGUAGLINI”. CHE IL GIP NON HA VOLUTO ARRESTARE - TIRATO IN BALLO CESA PER I FONDI NERI ALL’UDC: “SONO ESTRANEO”

1. ‘PORTAVO LE TANGENTI IN TAXI NELLA SEDE DI FINMECCANICA. I SOLDI NELLE BORSE DA CALCIO'
Fulvio Bufi e Fiorenza Sarzanini per ‘Il Corriere della Sera'

Il percorso dei soldi aveva almeno tre soste «tecniche». Ma la destinazione finale era sempre la stessa: il settimo piano del palazzo di Finmeccanica in piazza Monte Grappa, a Roma. Questo almeno sostengono i magistrati di Napoli dopo aver ascoltato le rivelazioni di Sabatino Stornelli, ex amministratore delegato della «Selex Se.Ma» e di suo fratello Maurizio. E, soprattutto, dopo le verifiche effettuate dalla Guardia di Finanza di Napoli sui conti delle società italiane ed estere utilizzate per emettere false fatture e poi trasferire i soldi all'estero.

Il nuovo fiume di denaro scaturisce dagli accertamenti sulle tangenti pagate per ottenere la gestione del Sistri, il sistema di monitoraggio per lo smaltimento dei rifiuti: sono fondi neri accumulati con un sistema antico, eppure sempre utile per pagare tangenti a manager e politici.

Anche se questa volta c'era uno stratagemma nuovo: i contanti venivano trasportati nelle buste della spesa, oppure in alcuni borsoni solitamente utilizzati dai calciatori. E a far da «collettore» era Vincenzo Angeloni, ex parlamentare di Forza Italia e dentista di Pier Francesco Guarguaglini, l'ex amministratore delegato e presidente della holding; Angeloni dopo aver incassato la propria parte con la scusa di finanziare la sua squadra di calcio «Pescina Valle del Giovenco», si occupava di soddisfare le richieste dell'illustre paziente e del suo braccio destro Lorenzo Borgogni.

Gli arresti sono scattati ieri mattina per l'accusa di associazione a delinquere e corruzione per mazzette versate tra il 2009 e il 2010. I pubblici ministeri avevano sollecitato l'arresto anche per Guarguaglini ma il giudice non ha ritenuto i riscontri sufficienti per una misura così grave e ha ordinato soltanto la perquisizione.

Nuove verifiche dovranno essere effettuate anche nei confronti di Lorenzo Cesa, destinatario secondo Stornelli, di finanziamenti per il suo partito, l'Udc. In particolare il manager sostiene di aver saputo che «Borgogni (titolare di alcune società nonostante il ruolo nella holding, ndr) aveva provveduto a finanziare con i soldi delle commesse ricevute da Finmeccanica i suoi sponsor politici e segnatamente Lorenzo Cesa». Il politico sostiene di «non essere al corrente di alcuno degli episodi descritti, totalmente estraneo a quanto mi viene attribuito».

I conti di Lugano
Una delle operazioni viene effettuata in Svizzera. Scrive il giudice: «Maurizio Stornelli dichiarava che si trattava di un modo per avere circa un milione, un milione e mezzo di euro in contanti subito disponibili per assecondare la richiesta di Angeloni per le esigenze della squadra e del vertice di Finmeccanica «per su, per il settimo piano»; che la richiesta veniva girata da Stornelli all'imprenditore Francesco Di Martino con la precisazione che i soldi servivano per rasserenare l'ambiente in Finmeccanica;

che erano state costituite due società in Delaware negli Stati Uniti che avevano poi aperto conti correnti presso la banca Zarattini sui quali erano transitati 600mila euro e 200mila euro; che di volta in volta questi soldi venivano consegnati in varie tranches ad Angeloni il quale pressava continuamente i fratelli Stornelli avanzando le richieste per le necessità economiche della squadra e dei vertici di Finmeccanica».

Un racconto che trova conferma nel verbale di Sabatino Stornelli il quale, come ricostruisce il giudice «chiariva che Angeloni gli aveva chiesto di consegnare due borse della squadra di calcio contenenti gli indumenti dei giocatori a Guarguaglini e Borgogni, cosa che lui aveva fatto andando in Finmeccanica e lasciando le borse nelle rispettive segreterie. La stessa sera Angeloni andava al bar sotto casa di Stornelli e diceva: "Hai capito a che cosa sono servite quelle borse?" intendendo che erano servite per i soldi da lui consegnati la mattina in Finmeccanica».

Le "mazzette" in taxi
Quanto accaduto prima il giudice lo ricostruisce così: «Maurizio Stornelli racconta che in via Liberiana arrivava Giovanni Sabetti a portare una busta con i soldi, lui la prendeva e custodiva i soldi nella cassaforte a muro dell'appartamento fino all'indomani quando metteva i soldi in una busta abbastanza grande e prendeva un taxi recandosi a piazza Mazzini dove lo attendevano Angeloni e Sabetti.

L'episodio preoccupava Stornelli il quale per tale motivo prendeva il taxi e arrivato a piazza Mazzini, invitava Angeloni a seguirlo entrando nel taxi, quindi arrivati a piazza Monte Grappa Angeloni entrava in Finmeccanica con destinazione settimo piano. La vicenda veniva poi raccontata da Stornelli Maurizio al fratello Sabatino il quale gli rispondeva di aver consegnato lo stesso giorno su richiesta di Angeloni Vincenzo due borse della società Valle del Giovenco a Guarguaglini Pier Francesco e Borgogni Lorenzo per trasportare i soldi.

Lo sfogo in carcere
Il 6 maggio scorso, mentre è ancora in carcere, Sabatino Stornelli si sfoga con i familiari fornendo, secondo i magistrati, riscontro alle accuse messe a verbale: «Io ho fatto solo del bene e i delinquenti stanno tutti fuori... Guarda Guarguaglini... guarda Borgoni... guarda la moglie... stanno tutti fuori, ma pure stesso... chill' è ‘na cosa è questo che io credo che sia una ingiustizia, si vede che doveva anda' così per famme riflette... perché io sto riflettendo tantissimo».

L'indomani Stornelli deve essere interrogato a Napoli: «Un po' di paura ce l'ho (omissis) mi dovrà chiedere delle cose che io... non so se le devo spiegare perché coinvolgono persone importanti di Finmeccanica». E ancora: «Basta! Perché io devo pagare per gente che non è manco inquisita».


2. IL PENTITO STORNELLI: ‘I FONDI NERI USATI PER LE MAZZETTE AI POLITICI - GUARGUAGLINI? UN DELINQUENTE'
Dario Del Porto e Conchita Sannino per ‘La Repubblica'

I fondi neri di Finmeccanica finivano nelle tasche dei manager del colosso di Stato, ma alimentavano anche il sottobosco dei subappalti e le casse della politica. Giravano il mondo su conti cifrati fra Svizzera e Stati Uniti (regione del Delaware), poi tornavano in Italia. Dall'ultima tranche dell'inchiesta sul bluff Sistri, la storia di tre milioni versati dall'imprenditore Francesco Paolo Di Martino ai fratelli Stornelli. E di una provvista di 4 milioni, in parte versata a Borgogni e a Guarguaglini: il gran capo che, nelle intercettazioni, chiamavano «il Grande Cesare».

"IL DENARO NEI BORSONI"
L'imprenditore indagato Sabatino Stornelli, che ora collabora con i pm, racconta: «Una mattina di settembre 2009, mio fratello Maurizio, Giovanni Sabetti e Vincenzo Berardino Angeloni portarono in Finmeccanica una parte dei soldi derivanti dalle attività di progettazione delle black box (le "scatole nere" da applicare sui camion dei rifiuti,
ndr)».

Comincia così, il capitolo sulla presunta tangente «ai piani alti» di piazza Monte Grappa. Ricorda Stornelli che Angeloni gli «chiese di consegnare due borsoni di calcio della Valle del Giovenco contenenti gli indumenti dei calciatori a Guarguaglini e Borgogni». In realtà quelle borse, lasciate nelle segreterie dei due manager, furono impiegate per nascondervi i soldi senza destare sospetti.

La sera, in un bar di Roma, continua Stornelli, Angeloni gli disse: «Hai capito a che sono servite quelle borse? Intendendo che erano state usate per portare via i soldi». La prima parte di quella giornata viene così ricostruita da Maurizio Stornelli: «Venne un collaboratore di Sabetti a portare una busta con i soldi. Li custodii nella cassaforte a muro dell'appartamento». Il giorno successivo, il manager mise i soldi «in una busta abbastanza grande». Saltarono su un taxi i tre: Stornelli, Angeloni e Sabetti. «Quindi arrivammo in piazza Monte Grappa dove Angeloni scese entrando in Finmeccanica con destinazione settimo piano».

I SOLDI PER IL CAPO
Quando Angeloni riceveva il denaro dagli Stornelli diceva: «Servono per il capo». Si riferiva a Borgogni il quale in un'occasione avrebbe chiesto a Maurizio Stornelli di «mandare i soldi su un conto in Inghilterra, precisando però che cambiava spesso
numero di conto».

LE TANGENTI AI PARTITI
Gli Stornelli spiegano di aver appreso dall'imprenditore Nicola Lobriglio che i soldi «ricavati dalle sovraffatturazioni delle commesse Finmeccanica» venivano poi destinati, «tramite i vertici Finmeccanica, a finanziare i partiti». Lobriglio avrebbe detto a Maurizio Stornelli che, «tramite Borgogni aveva provveduto a finanziare, con i soldi delle commesse ricevute da Finmeccanica, i suoi sponsor politici e segnatamente l'onorevole Lorenzo Cesa».

Il fratello Sabatino conferma: indica Lobriglio come «amico di Borgogni, legato politicamente a Cesa». E racconta: «Qualche volta, con Lobriglio mi sono recato presso l'ufficio dell'onorevole Cesa in via Due Macelli. Lobriglio mi diceva che dava
sempre una mano a Cesa per le elezioni». Maurizio Stornelli dirà inoltre di Lobriglio: «Sono entrato in confidenza con lui tanto che mi ha raccontato di essere legato a famiglie mafiose calabresi ». Cesa e Lobriglio non sono indagati, il parlamentare si dichiara «totalmente estraneo a quanto attribuito da terzi».

"IL GUERRIERO"
Ex parlamentare forzista e medico, Angeloni viene definito dalla Procura «una sorta di braccio operativo di Finmeccanica» che avrebbe recapitato il denaro illecitamente raccolto «ai vertici» di Finmeccanica». Accusa Sabatino Stornelli: «Angeloni spesso si rivolgeva a me con toni intimidatori, rappresentandomi che Guarguaglini era arrabbiato con me». E il fratello Maurizio ne parla come di «una persona estremamente pericolosa: disposto a tutto per assecondare il volere di Guarguaglini e Borgogni e per raggiungere i propri obiettivi». Dice ancora Maurizio: proprio Guarguaglini aveva soprannominato Angeloni «
il guerriero».

«I DELINQUENTI STANNO FUORI»
Fine aprile 2013, Sabatino Stornelli è stato appena coinvolto nel primo filone dell'inchiesta Sistri, ma i vertici di Finmeccanica no. E con i familiari, si sfoga: «Io ho fatto solo del bene e i delinquenti stanno tutti fuori... guarda Guarguaglini... guarda Borgogni... guarda la moglie... stanno tutti fuori». Qualche giorno più tardi, il 7 maggio, un nuovo sfogo: «Basta, ma perché io devo paga' per gente che non è manco inquisita?». E Maurizio, alla vigilia di un interrogatorio, dice ai parenti: «Un po' di paura ce l'ho, mi dovrà chiedere delle cose, non so se le devo spiegare, perché coinvolgono persone importanti di Finmeccanica... «.

LA NIPOTE DI GUARGUAGLINI
Secondo Sabatino Stornelli Guarguaglini spinse per ubicare il centro di localizzazione secondario a Cecina, nonostante l'allora ministro Prestigiacomo lo volesse a Siracusa, «spinto dall'ex ministro Matteoli», che non è indagato. «Guarguaglini con Borgogni decise tutte le assunzioni, a partire dalla responsabile del centro, che è la nipote di Guarguaglini».

LA LITE SULLA SQUADRA
Guarguaglini e Borgogni tenevano fortemente alla squadra di calcio Valle del Giovenco, che sarà guidata prima da Sabatino Stornelli e poi dall'altro imprenditore Francesco Paolo Di Martino. Racconta Stornelli: «Nell'estate 2009 ricordo una furibonda litigata fra me e Angeloni: questi voleva ingaggiare il vice allenatore del Siena e comprare Cesar, Birindelli e Choutos». Spese però fuori budget. «Io mi opponevo, lui forte della sua posizione in Finmeccanica l'ha avuta vinta». Alla fine la società non avrà soldi né per i calciatori né per i dipendenti.

 

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