DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Marco Zonetti per Dagospia
L'Oasi di Capocotta, "l’unica spiaggia naturista con regolare concessione (dal 1999) in Italia "e a soli 20 minuti dal Vaticano", come rivendicano un po’ ottimisti i gestori" ha avuto quest'estate l'onore di comparire sul Corriere della Sera, in un articolo rilanciato da Dagospia.
Nella sua aulica disamina, tuttavia, il Corriere non si è soffermato su ciò che avviene a soli venti passi (altro che venti minuti) dalla suddetta Oasi nudista, superato l'ideale confine che la divide da un lungo tratto di terra di nessuno prima di giungere allo stabilimento successivo chiamato "Il settimo cielo" (o "settimo culo" come avrebbe senz'altro ironizzato Alberto Arbasino).
Un confine che separa i naturisti dai "libertini", per usare le categorie care ai francesi che di certe cose se ne intendono, vedi il mitologico villaggio di Cap d'Agde "dove ogni trasgressione estrema è concessa". In questi giorni di settembre, sulla spiaggia poco lontana da Roma, non si arriva certo agli eccessi di Cap D'Agde, ma senz'altro ci si può togliere qualche sfizio.
Con orrore del generale Vannacci, per esempio, tale tratto di litorale pullula letteralmente di maschi omosessuali con chiappe al vento e uccello (di varie dimensioni) in bella mostra.
C'è il palestrato che scambia baci ed effusioni in acqua e sulla sabbia con il compagno altrettanto pompato; c'è l'orso peloso e barbuto dal ventre orgogliosamente prominente che sfila mano nella mano sulla battigia con la propria dolce metà altrettanto irsuta e corpulenta; c'è soprattutto chi è in fregola e tenta la fortuna tra le dune, girando e rigirando come una monade impazzita nei vari anfratti di macchia mediterranea in cerca di piaceri della carne virile da consumare lì per lì e open air, con incontri occasionali a due, a tre, a quattro e ogni variante numerica offerta dalla Provvidenza. Annalisa scansate proprio, insomma.
Fra gli avventori di tale "supermarket del randello", non mancano i sedicenti uomini etero (il 90% delle volte sposati con figli) curiosi di aprire nuovi orizzonti. "Bicurioso" è spesso la prima fermata dell'autobus verso "Gaylandia", e infatti tali pezzi di manzi che non devono chiedere mai li vedi sulla spiaggia costantemente sdraiati con il sedere appizzato e fra le dune piegati a novanta gradi.
Se li interroghi, tuttavia, sono venuti a Capocotta per vedere soprattutto le signorine nude, nella secolare tradizione dei maschi alfa che vanno nei locali gay "perché è pieno di fregna e la musica è più bella". Che poi finiscano per ascoltarla seduti in grembo a Marziale, carrozziere di Centocelle, e senza l'ombra di una "fregna" nel raggio di trecento chilometri è ovviamente un caso fortuito.
Ma Capocotta è anche territorio dei cosiddetti "coppiaroli" che avrebbero fatto la gioia dell'indimenticato Piero Angela, se solo avesse lasciato perdere per un attimo i gorilla di montagna o gli armadilli del Sudamerica per farsi un viaggetto sul litorale romano a osservare usi e costumi degli scambisti (o aspiranti tali) nostrani.
I "coppiaroli" li sgami subito perché si muovono in branco. Con i batacchi (cit. Vannacci) penduli e sventolanti, perlustrano la spiaggia di Capocotta a gruppi più o meno nutriti, tentando disperatamente di avvistare una donna e un uomo che prendano il sole nudi, assieme.
A volte le prede in questione vengono scovate da una vedetta mandata in avanscoperta, che poi si ricongiunge agli altri annunciando con entusiasmo: "Aho, rega', ce sta na coppia!".
A quell'irresistibile richiamo della natura i coppiaroli sciamano letteralmente en masse verso l'obiettivo in questione, occupando ogni millimetro di spazio nelle immediate vicinanze, come i cercatori d'oro potevano prendere d'assalto il letto del fiume Klondike. Che la coppia al centro dell'attenzione sia formata da sosia di Angelina Jolie e Brad Pitt, o composta da una lottatrice di sumo e la copia sputata di Fassino, non importa. "La guera è guera" è il loro motto.
Talvolta capita che abbiano fortuna, che la coppia sia consenziente e che sia venuta apposta per esibirsi di fronte ai guardoni. Solitamente lui inizia quindi a spalmare la crema solare a lei, non proprio sulle spalle ma in parti del corpo diciamo strategiche, e il capannello di maschi infoiati incomincia a masturbarsi visibilmente sulla spiaggia.
Tale rituale può portare a un accoppiamento plurimo, con il "cuckold" (cornuto e contento) che gode nel vedere la compagna deflorata dal gruppo, partecipando attivamente all'ammucchiata o meno.
Il più delle volte, invece, la coppia è lì al solo innocente scopo di prendere il sole e, non appena si vede circondata da "peni pulsanti che si erigono sfrontati" (per citare la scrittrice Josie Bell, nom de plume della scrittrice di romanzi rosa Anna Paratore, madre di Giorgia Meloni), piglia armi e bagagli e taglia la corda. Lasciando così, con un palmo di nulla, il capannello di coppiaroli che spasmodicamente si affrettano a sopprimere l'erezione...
Gran successo a Capocotta - ovviamente - riscuotono le transessuali e, come ripiego, i travestiti. Alcuni carini e femminili, pochissimi; la maggior parte un po' più - diciamo - "improvvisati". Capita infatti di avvistare sulle dune le prodezze sessuali di autentici gemelli di Mario Brega, Giampiero Galeazzi o Primo Carnera, paludati in bikini succinti e parruccone bionde, che si presentano come Chantal, Jessica, Crystal (nome che, non si sa perché, va per la maggiore in questo momento…) lasciando sulla carta d'identità i meno accattivanti Gennaro, Carmelino o Alvise con cui sono stati battezzati. E tuttavia, sono gettonatissimi.
I maschi rigorosamente eterosessuali e un po' più attempati, ai quali potrebbe non reggere la pompa battendo le dune, possono sempre ricorrere ai servigi delle massaggiatrici cinesi in attività a Capocotta. Lontane dalla giovinezza, le valenti professioniste bazzicano la spiaggia apostrofando chiunque (dagli otto agli ottant'anni) con la domanda "Masagio?" corredata da un sorriso a dodici denti e mezzo, quelli rimasti, fino a trovare il pollo disposto a pagare per farsi manipolare con dell'olio Johnson's preso in offerta alla Lidl di Pomezia.
Tutta una scusa per farsi fare una pippa, l'avrete ben capito. I "massaggiati" sembrano però incuranti del fatto che quelle soavi manine orientali solo poco prima, talvolta anche a distanza di pochissimi secondi, abbiano palpeggiato altre pudenda senza essere né lavate né disinfettate. Ma forse, chissà, anche questo fa parte del brivido dell'eccitazione. E del fascino di Capocotta.
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