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CAPRI, L'INCIDENTE AL BUS DELL'ATC VISTO DAL MARE
1 - INCIDENTE CAPRI: AUTOPSIA, PRIMI ESITI ESCLUDONO MALORE AUTISTA
(ANSA) - NAPOLI, 24 LUG - "Dagli accertamenti eseguiti oggi è emerso che le cause del decesso sarebbero riconducibili a 'lesioni multiple agli organi toraco-addominali': al momento, quindi, sembrerebbe escluso che il decesso sia stato causato da un malore o da una patologia".
A rendere noti i primi esiti dell'autopsia eseguita sulla salma di Emanuele Melillo, l'autista 33enne del minibus deceduto nel grave incidente stradale avvenuto a Capri è l'avvocato Giovanna Cacciapuoti, legale della famiglia della vittima. "Ad ogni modo - continua la penalista - bisogna attendere l'esito degli esami istologici al cuore e al cervello, e di quello tossicologico, per avere un quadro più chiaro".
L'incarico per l'autopsia è stato conferito in mattinata al medico legale Marta Moccia, negli uffici della Procura di Napoli. Le operazioni peritali, alla presenza del consulente di parte dottor Francesco Paciolla, sono iniziate intorno alle 13, nel Secondo Policlinico di Napoli, e si sono conclude intorno alle 15.
Il sostituto procuratore di Napoli Domenico Musto si è pronunciato contro l'istanza di cremazione della salma che, a questo punto, non verrà restituita alla famiglia per la tumulazione e resterà sotto custodia nel Secondo Policlinico in attesa di eventuali ulteriori approfondimenti che, al momento, non possono essere esclusi. La relazione del consulente nominato dalla Procura verrà consegnata entro 60 giorni. (ANSA).
CAPRI, BUS PRECIPITA IN UNA SCARPATA
2 - EMANUELE E IL LAVORO A CAPRI. A VOLTE DORMIVA NEL DEPOSITO
Anna Paola Merone per www.corriere.it
Nella strada stretta che a Napoli, da via Tribunali, porta a casa Melillo è un via vai continuo di persone. Nel cuore del centro storico della città c’è una mobilitazione generale per portare una parola di conforto, un saluto, un messaggio di cordoglio, un fiore alla famiglia del conducente del bus morto a Capri nel corso di un incidente sul quale la Procura di Napoli ha aperto un fascicolo per disastro colposo.
Oggi sarà eseguita l’autopsia sulla salma, per avere qualche risposta alle molte domande che riguardano le cause che hanno provocato la tragedia. Fino ad ora si sa solo che Emanuele Melillo, che aveva 33 anni, è morto mezz’ora dopo l’incidente. Mentre si stava predisponendo il suo trasferimento in ospedale.
«Staremo vicini alla sua famiglia»
«È stato mio zio ad avvertirmi — racconta Amelia, la sorella di Emanuele —. Lavora anche lui a Capri, alla funicolare, ed è stato fra i primi ad accorrere sul luogo della tragedia. Ha chiamato me sul cellulare per dirmi che mio fratello era coinvolto in un brutto incidente. Io l’ho richiamato in continuazione, ma lui non aveva il coraggio di dirmi che non c’era più niente da fare. Poi, alle mie insistenze, mi ha detto di farmi coraggio. Per tutti».
E Amelia il coraggio se lo dà, fra fiumi di lacrime e decisioni ferme. La prima delle quali riguarda la compagna di Emanuele, Rosaria Aridità, e il bimbo che le sta crescendo in grembo. «La sosterremo in ogni modo — dice —. Questa casa è la loro casa. Lui vivrà in questo bimbo, lei è di tre mesi e non sappiamo ancora se è un maschietto o una femminuccia, che consideriamo come l’eredità che ci ha lasciato».
CAPRI, BUS PRECIPITA IN UNA SCARPATA
Emanuele aveva già una bimba, Zaira, che ha 11 anni. «Noi — aggiunge Amelia — abbiamo avvisato subito la sua mamma che sceglierà come dirle che il papà non c’è più, magari con il supporto di uno psicologo. Zaira va tutelata: se per noi quello che è successo è drammatico, immaginiamo per una bambina».
Emanuele, il piccolo di casa
Amelia con compostezza prova a tenere insieme i pezzi di una famiglia distrutta. Ha 43 anni ed è la prima di tre figli. Dopo di lei c’è Marco, che ha 41 anni. Emanuele che era il piccolo di casa, arrivato dieci anni dopo. «Era bello come il sole, generoso, con un sorriso che illuminava tutto.
Era un uomo ricco di slanci di generosità, pronto ad impegnarsi come volontario per la Croce Rossa e per i più deboli. Andava e veniva da Capri tutti i giorni — ricorda Amelia —. Estate e inverno su e giù e, quando il tempo non permetteva la partenza delle navi, lui restava a dormire sull’isola in un sacco a pelo in un deposito dei bus. Si dedicava al lavoro senza risparmio ed è capitato che la società fosse in ritardo con i pagamenti e lui lavorasse gratis, senza lamentarsi».
I suoi genitori, Nazzareno e Antonella e i suoi fratelli, chiedono la verità sulla sua morte. «Era in perfetta forma, il ritratto della salute — dice Amelia — stava benissimo. Aspettiamo i risultati dell’autopsia perché vogliamo capire cosa e successo e perché. Tante volte ci siamo ritrovati a leggere su un giornale di una famiglia che perde un figlio, ma questo dolore atroce vissuto non è spiegabile. E almeno vogliamo sapere il motivo di tutto questo. Siamo rimasti senza il sorriso, la bontà, la positività di un ragazzo amato e rispettato da tutti. Il suo motto era: chi siamo noi per giudicare, solo Dio può farlo. E noi seguiremo la sua parola e il suo esempio». Gli amici hanno promosso una sottoscrizione per i suoi figli, perché possano guardare avanti e affrontare il futuro senza affanni.
BUS PRECIPITA IN UNA SCARPATA A CAPRI
INCIDENTE A CAPRI
CAPRI, BUS PRECIPITA IN UNA SCARPATA
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