DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI…
Tiziana Lapelosa per “Libero quotidiano”
C'è chi li chiama "mestieri", chi "faccende", chi "lavori", chi "servizi". Il significato non cambia. Tradotte in pratica, queste parole significano la stessa cosa: curare i figli, spesso i genitori, fare la spesa, cucinare, pulire, stirare, lavare, spolverare, rifare i letti, lavare i piatti, i vetri, le finestre, i bagni... Un lavoro "nero" a tutti gli effetti, senza busta paga, ferie e giorni festivi, che, se retribuito, dovrebbe far intascare a chi lo compie qualcosa come 3.050 euro al mese. Netti.
Invece le casalinghe italiane non intascano nemmeno un centesimo per le 49 ore settimanali (2.539 all'anno) spese per pulire e tenere in ordine la casa e non far mancare nulla a chi la vive. Mariti, figli, genitori che, nel migliore dei casi, contribuiscono all'organizzazione domestica, nel peggiore lasciano calzini ovunque, piatti sporchi sul tavolo, letti disfatti, bagni sporchi, dentifrici aperti...
Ma fare la casalinga è durissimo. Anche se quel che fanno non viene riconosciuto - quasi che sia un dovere - il loro è stato etichettato come il mestiere più pericoloso al mondo. Alle prese con stracci, potenti sgrassatori, sbiancanti magici, aspirapolvere, panni che rendono scivolosi i pavimenti, coltelli, scale e quant' altro, ogni giorno 7 milioni e 338 mila donne rischiano grosso. Hanno una età media di 60 anni e, Campania in testa, più della metà vive al Sud, (45% contro il 18% del Centro e il 36% del Nord). Di queste, 700mila in povertà assoluta.
Seicentomila, invece, gli incidenti domestici che ogni anno si contano tra le casalinghe forzate o per scelta. La stanza regina di infortuni resta la cucina (63%), seguita dalla camera da letto (10%), soggiorno (9%) scale e bagno (8%). Nel 36% dei casi la diagnosi, una volta al pronto soccorso, è frattura, seguono le ustioni (18%) provocate da olio e acqua bollenti o ferri da stiro, e infine le ferite da taglio o punta (15% per circa 90mila casi all' anno) frutto di una cattiva gestione di coltelli e oggetti taglienti. A farne le spese gambe e braccia (81%) per le troppe cadute e la testa (11%).
Di incidenti domestici si può anche morire. I dati più recenti elaborati dall' Istat risalgono a qualche anno fa e i numeri sono inquietanti: si parla, infatti, di 5mila morti in un anno che hanno riguardato soprattutto ultraottantenni. I morti su strade e autostrade, nel 2017, sono stati 3378. Ma la casa non è vissuta solo dalle donne che non hanno un lavoro all' esterno. Per la maggior parte del tempo è abitata da quella parte di popolazione non attiva, e quindi bambini ed anziani, che fa vertiginosamente salire il numero degli infortuni. In Italia, infatti, ogni anno se ne contano 3 milioni (le casalinghe contribuiscono per l' 8,2%) e coinvolgono circa 3,5 milioni e mezzo di persone.
I dati sono stati snocciolati dallo studio «Faccende pericolose» promosso dall' Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) presentato ieri a Roma da Franco D' Amico, responsabile Servizi statistici dell' Associazione.
Ma alla collettività quanto costano gli incidenti domestici? Otto miliardi di euro, secondo una stima elaborata dall' Istituto superiore di Sanità: 625 milioni in costi diretti di assistenza sanitaria in carico al Servizio sanitario nazionale, il resto in spese indirette per la perdita della capacità produttiva della società.
L'ASSICURAZIONE
E dire che per le casalinghe, dal 2001, esiste un' assicurazione contro gli infortuni che stenta a decollare nonostante l' iniziale esiguo costo annuale di 12,91 euro. "Assicurazione casalinghe" l' hanno chiamata ed è la prima legge in materia in Europa.
Ma se nel 2005 erano circa 2,5 milioni le casalinghe che l' hanno sottoscritta, nel 2017 si contavano poco più di un milione di assicurate. Forse perché bisogna farsi proprio male per assicurarsi una rendita. Cioè, per avere 196 euro al mese bisogna che venga certificata una invalidità permanente di almeno il 27% (non avere un rene comporta una invalidità del 25%, per esempio). Cifra che sale a 1.300 per una invalidità al 100% e a 682 per il coniuge superstite in caso di morte.
Se ci si spezza un braccio che in un mese si rimette a posto o se si guarisce da una caduta senza rimanere invalidi almeno un po', di soldi nemmeno l' ombra. Le cifre, inoltre, vengono calcolate in base ad un tariffario del 1965. Oggi, che siamo al 2019, nel tentativo di rendere l' assicurazione più attrattiva, con la legge di bilancio è stato aumentato il premio (24 euro all' anno), è stata abbassata la soglia di invalidità al 16%, previsto un indennizzo una tantum per gli infortuni tra il 6 e il 15%.
«Un risultato importante», spiega il presidente Anmil Franco Bettoni,«che sentiamo anche un po' nostro perché nelle nuove disposizioni sono state recepite quasi tutte le istanze che avevamo proposto in una delle tante battaglie a favore della tutela dei lavoratori infortunati». La prossima battaglia è poter assicurare contro gli infortuni domestici anche tutte quelle donne che lavorano fuori ma che, una volta tornate a casa, si trovano di fronte montagne di panni da stirare, bagni da pulire, lavastoviglie da caricare, mobili da spolverare...
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