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NELLA CHIESA NON C'È SOLO TROPPA “FROCIAGGINE”, MA ANCHE TROPPA PEDOFILIA - DON GIORGIO CARLI, NONOSTANTE LA CONDANNA PER ABUSI SESSUALI SU MINORI, È STATO INCARICATO DI GUIDARE LA PASTORALE DELLA VAL PUSTERIA, DOVE È IN CONTATTO CON I BAMBINI DI 14 ORATORI SPARSI NELLA VALLE - IL VESCOVO IVO MUSTER SA DEL PASSATO DEL RELIGIOSO, CHE HA DOVUTO RISARCIRE UNA VITTIMA CON 710 MILA EURO: HA DECISO COMUNQUE DI ASSEGNARLI IL COMPITO SOTTO TUTELA DI UN PSICOLOGO, A PATTO CHE NON RIMANGA MAI DA SOLO CON UN MINORE - DON GOTTFRIED UGOLINI, PRETE E PSICOLOGO CHE SI OCCUPA DEI CASI DI PEDOFILIA IN ALTO ADIGE: "STIAMO SBAGLIANDO"
Estratto dell'articolo di Niccolò Zancan per “la Stampa”
L'ufficio è davanti alla cattedrale di Bolzano. È stato istituito come argine contro i casi di pedofilia fra i preti della diocesi. Il responsabile si chiama don Gottfried Ugolini, prete e psicologo, 67 anni, è lui che deve rendere conto di quello che succede in Alto Adige.
Da ieri il suo telefono non smette di suonare: «Capisco pienamente lo sconcerto delle persone che mi stanno chiamando. Molte sono vittime di abusi entrate a fare parte del nostro progetto che si chiama "Il coraggio di guardare". Mi dicono: ma come è possibile? Allora ci state prendendo in giro? Io penso che abbiano ragione loro, le vittime, e che stiamo sbagliando noi. Appena sarà possibile ne parlerò con il vescovo».
È successo che don Giorgio Carli, prete di Bolzano prescritto in sede penale ma condannato definitivamente in sede civile per abusi su una minorenne nel 2009, dopo aver pagato 710 mila euro di risarcimento alla vittima, non solo non si è mai ritirato dal sacerdozio. Ma adesso è stato trasferito a un nuovo incarico: prete della pastorale della Val Pusteria, in contatto con i bambini di 14 oratori sparsi nella valle.
«Ho scoperto di questa decisione dai giornali», dice don Ugolini. «Sono rimasto sorpreso, molto sorpreso. In questi anni don Giorgio Carli era stato alla parrocchia di Vipiteno, in pochi conoscevano la sua storia. Da quando una trasmissione televisiva ha ripercorso il caso, sono iniziate ad arrivare le rinunce dei genitori. Di fronte a una situazione del genere, anche questa comprensibile, io credo che sia stato sbagliato trasferirlo in un'altra parrocchia.
Ne ho parlato con il vicario generale Eugen Runggaldier, anche lui è d'accordo. Presto prenderemo una posizione ufficiale. Così rischiamo di mettere in pericolo il nostro progetto».
Cosa proporrete al vescovo? «Don Giorgio Carli dovrebbe fare un passo indietro. Oppure, almeno, dovrebbe essere affidato a un incarico negli uffici amministrativi senza contatto con i bambini». Ma il vescovo Ivo Muster, a quanto pare, la pensa diversamente, tanto da aver dichiarato: «Mi assumo consapevolmente la responsabilità per l'impiego di don Carli, sulla base delle raccomandazioni degli esperti e delle circostanze esistenti».
Lo manda, ma sotto tutela di uno psicologo. Lo manda, a patto che non sia mai da solo in presenza di minorenni. E dunque, un prete pedofilo riconosciuto come tale con sentenza definitiva dello Stato italiano, è stato assolto dal diritto canonico al punto da rimanere sempre al suo posto.
Ora è prossimo al trasferimento, verso nuove parrocchie. È l'incredibile storia di don Giorgio Carli, che ha firmato insieme alla vittima un patto di riservatezza imposto dalla diocesi di Bolzano al momento del risarcimento dei danni, danni che sono stati pagati in solido. Il procuratore capo di allora, Cuno Tarfusser, aveva ricordato così l'indagine: «Ci trovammo di fronte a un muro. La chiusura della Curia fu totale. Ricordo che fu difficile persino avere accesso agli atti. Ricordo interrogatori pieni di reticenza».
La vittima era riuscita a far riemergere le violenze anche grazie a 350 sedute di psicoanalisi. La sua testimonianza era stata ritenuta dai giudici «una deposizione estremamente lunga e al contempo lucida, lineare e coerente, assolutamente immune da vizi logici». Eppure, il muro era rimasto in piedi per molti anni. Anni di negazionismo totale. Fino a quando è successa una cosa importante.
Dopo lo scandalo sui preti pedofili in Germania, la curia di Bolzano ha deciso di istituire una commissione di esperti interdisciplinare per analizzare i casi emersi in Alto Adige.
Risultato della commissione: 67 casi accertati di abusi sessuali su minori compiuti da preti e religiosi dal 1963 al 2023. […]
Il paradosso è questo: nel trasferire don Giorgio Carli, o meglio nelle cautele annunciate dal vescovo Muster, c'è la presa d'atto di una realtà negata per 36 anni. Ma se da un lato questo trasferimento «sotto tutela» è un piccolo progresso, dall'altro è incomprensibile. Perché resta pur sempre un prete condannato per pedofilia che continua a fare il prete a contatto con i bambini.
«Per me è sbagliato», ripete Goffried Ugolini. «Se fosse successo adesso, io credo che non sarebbe stato riammesso al sacerdozio. Noi dobbiamo stare dalla parte delle vittime». La Curia è divisa, qui a Bolzano. Eppure questo ufficio sotto la cattedrale, nel centro esatto della città, ha portato numeri impressionanti: cento vittime di pedofilia si sono fatte avanti da quando è stato aperto lo sportello di ascolto.
Trenta dal primo di gennaio 2025. «Sono, per la maggior parte, persone che hanno trovato la forza di parlare dopo tanto tempo credendo nel nostro progetto. Non possiamo tradirle».
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