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Estratto dell’articolo di Gianni Santucci per https://milano.corriere.it/
Complicato dire se si tratti della sanzione più elevata mai emessa a carico di una singola persona, dunque non nei confronti di una grande società, o di chi ne abbia responsabilità giuridica: no, qui si tratta di un singolo cittadino, che il 24 novembre 2017 viaggiava sul treno Ec17 partito da Zurigo.
L’uomo era diretto a Milano, quando gli si avvicinarono gli uomini della Finanza e delle Dogane, facendo la domanda di protocollo: «Ha con sé contanti o titoli superiori ai 10 mila euro? Perché in tal caso vanno dichiarati...».
L’uomo rispose di no. Così, gli chiesero di aprire la borsa. Ecco, come conseguenza di quella risposta negativa, a sette anni di distanza, il passeggero dovrà pagare al ministero dell’Economia quasi 21 milioni di euro (lo ha confermato la Cassazione qualche giorno fa). E se tanto abnorme appare la somma, ancor più misterioso è l’oggetto per il quale è arrivata la condanna: ovvero il bond per uno Stato che non esiste più.
L’uomo stava infatti portando a Milano «un titolo di credito obbligazionario emesso dal Regno di Romania nel 1929, con scadenza 1° febbraio 1959, con accluse 32 cedole semestrali». E qui la storia inizia a creare complicazioni: perché il Regno di Romania, nato nel 1881, era una monarchia costituzionale che si spense con l’abdicazione dell’ultimo re nel 1947, quando divenne una repubblica guidata dal Partito comunista romeno.
Tra il momento in cui il Regno aveva emesso quei titoli di Stato e la scadenza, il mondo era cambiato (oggi, in via teorica, a rispondere di quei titoli è la Romania nell’Unione europea). Quelle obbligazioni trentennali, rendimenti al sette per cento e garanzie auree, furono emesse per sostenere il Paese al tempo della grande crisi, e si trovano oggi sul mercato del collezionismo finanziario per qualche centinaio di euro. Ma allora, come si arriva alla strabiliante sanzione?
Il problema sta nei documenti che l’uomo custodiva insieme all’antico bond, ovvero: «un rapporto di perizia di autenticità», datato maggio 2017; un rapporto di valutazione, risalente al mese successivo, che «stabiliva il valore attuale del titolo pari a dollari Usa 79.585.625, per un controvalore» di quasi 70 milioni di euro; inoltre, il contratto col quale l’uomo aveva appena acquistato il titolo (14 giugno 2017). Infine, l’apertura di un conto corrente alla Banca Raiffeisen di Locarno. [...]
Il passeggero stava viaggiando verso Milano dopo aver trattato e concluso l’affare in Svizzera (durante l’ispezione sul treno, gli trovarono anche sette iPhone e due Samsung). L’uomo ha provato a difendersi sostenendo che l’unico valore ipotizzabile fosse quello «nominale», di 100 dollari.
PALAZZO DELLA CORTE DI CASSAZIONE - PALAZZACCIO
Le sentenze in tre gradi di giudizio hanno ritenuto invece «potenzialmente liquidabile» il titolo, pur se in base a un’«astratta idoneità alla successiva costituzione di rapporti obbligatori». Sono state le perizie di accompagnamento a far propendere i giudici per la «negoziabilità del titolo» [...]
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