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CECILIA SALA SI È TROVATA NEL POSTO SBAGLIATO NEL MOMENTO SBAGLIATO – IL GIORNALISMO NON C’ENTRA NIENTE NELL’ARRESTO DELLA REPORTER ITALIANA A TEHERAN. LO HA CONFERMATO IL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI IRANIANO VAHID JALALZADEH, CHE HA AMMESSO CHE NON CI SONO CONTESTAZIONI FORMALI NEI CONFRONTI DELLA PODCASTER: È STATA UNA CATTURA PREVENTIVA, SENZA PROVE NÉ INDIZI DI “COMPORTAMENTI ILLEGALI”. UNA RITORSIONE PER L’ARRESTO DELL’IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI-NAJAFABADI A MALPENSA IL 17 DICEMBRE. E QUI INIZIANO I GUAI PER IL GOVERNO DI ROMA: IL REGIME CHIEDE LA SCARCERAZIONE DEL TECNICO DEI DRONI, ARRESTATO SU MANDATO DEGLI STATI UNITI (CHE CHIEDONO L’ESTRADIZIONE E NON ACCETTANO RIPENSAMENTI) – L’IPOTESI DEI DOMICILIARI È IMPROBABILE: GLI AMERICANI NON SI FIDANO DOPO LA FUGA DEL RUSSO ARTEM USS – LA TRATTATIVA CON WASHINGTON E LA COLLABORAZIONE POLITICA: IL COPASIR NON SI RIUNIRÀ E L’OPPOSIZIONE STA IN SILENZIO

1. IRAN, CECILIA SALA ARRESTATA PER RITORSIONE

Estratto dell'articolo di Federico Capurso e Irene Fama' per www.lastampa.it

 

CECILIA SALA

Oggi l’autorità giudiziaria iraniana dovrebbe formalizzare i capi d’accusa contro Cecilia Sala, da undici giorni detenuta nel carcere di Evin, a Teheran. Le imputazioni […] verranno raccolte dall’avvocato messo a disposizione dall’ambasciata. […] Anche se ormai, in ambienti di governo, ci si prepara a una trattativa lunga e giocata, soprattutto, su altri tavoli.

 

Se immediatamente dopo l’arresto nell’esecutivo si respirava un moderato ottimismo […], negli ultimi giorni qualcosa ha raffreddato gli animi e adesso si parla più vagamente di «tempi che possono anche diventare più lunghi di quelli del caso di Alessia Piperno», liberata dopo 45 giorni.

 

Mohammad Abedini najafabadi

Per questo, la Farnesina si è attivata soprattutto per ottenere rassicurazioni sul trattamento riservato a Sala in carcere. Proprio ieri, l’ambasciatrice italiana nella Repubblica islamica, Paola Amadei, ha incontrato il viceministro degli Esteri iraniano Vahid Jalalzadeh ottenendo garanzie principalmente su due fronti: la tutela delle condizioni di detenzione della giornalista italiana e, non meno importante, il consolidamento del canale di comunicazione e di collaborazione a livello politico e diplomatico che si è aperto con il regime. […]

 

Le trattative per la liberazione sono invece in mano all’intelligence. Ieri Palazzo Chigi ha informato i vertici del Copasir degli ultimi sviluppi e spiegato la necessità di mantenere ancora un alto livello di riservatezza e di prudenza.

 

la trattativa di khamenei per cecilia sala il giornalone la stampa

Punto sul quale si sta dimostrando una forte collaborazione istituzionale, anche con le opposizioni. L’organo parlamentare di controllo sui servizi segreti, infatti, non si riunirà nei prossimi giorni per discutere l’argomento, come sarebbe altrimenti di prassi.

 

Allo stesso modo, i partiti di centrosinistra non insisteranno nel chiedere al ministro degli Esteri Antonio Tajani di riferire in Parlamento. Frutto di un accordo che prevede, da parte del governo, la promessa di tenere informati in via del tutto informale i leader del centrosinistra. […]

 

2. SALA IN CARCERE, L’IRAN VUOLE TRATTARE PER LO SCAMBIO CON L’INGEGNERE ARRESTATO IN ITALIA

Estratto dell’articolo di Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”

 

Mohammad Abedini najafabadi

A undici giorni dall’arresto, anche il governo di Teheran ammette che Cecilia Sala è tenuta in carcere senza accuse, e lascia intendere di considerarla una moneta di scambio per ottenere la liberazione di Mohammad Abedini-Najafabadi, l’ingegnere iraniano esperto di droni e detenuto in Italia dal 16 dicembre per essere estradato negli Stati Uniti. Lo ha detto e fatto capire all’ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei, il viceministro degli Esteri (con delega agli Affari politici) Vahid Jalalzadeh.

 

La parte che riguarda la giornalista italiana fermata il 19 dicembre, alla vigilia del programmato rientro a Roma, è quella affrontata ufficialmente nell’incontro avvenuto ieri; Jalalzadeh ha affermato di seguire personalmente il caso, assicurando che farà il possibile per garantire alla donna le migliori condizioni di detenzione. Ma le buone notizie si fermano qui.

 

cecilia sala

Perché lo stesso rappresentante della Repubblica islamica ha aggiunto che contro la reporter non c’è alcuna contestazione formale, né lui sa dire quando arriverà. Le indagini a suo carico sono ancora nella fase iniziale, e solo quando l’autorità giudiziaria formulerà un’ipotesi di reato lui potrà essere più preciso.

 

[…]  Il viceministro ha provato a spiegare che l’arresto sarebbe stato quasi casuale, ma nella sostanza si tratterebbe di una cattura preventiva, senza prove né indizi di quei «comportamenti illegali» accennati al momento del fermo. Solo dopo è cominciata la ricerca degli elementi per trattenerla nella prigione di Evin, tuttora in corso […].

 

Tutto ciò conferma il collegamento tra questa vicenda e quella dell’iraniano Abedini bloccato dalla polizia italiana all’aeroporto di Malpensa e rinchiuso nel penitenziario di Opera.

CECILIA SALA MARIO CALABRESI

 

Il governo di Teheran ha già protestato formalmente con l’Italia per il suo arresto, ma i giudici della corte d’Appello di Milano l’hanno convalidato in attesa che venga incardinata la procedura di estradizione negli Stati Uniti, dove il tribunale federale del Massachusetts lo vuole processare per associazione a delinquere, violazione delle leggi sull’esportazione e supporto a un’organizzazione terroristica (i pasdaran dei Guardiani della rivoluzione).

 

La connessione tra la carcerazione di Abedini e quella di Sala è stata affrontata nella parte ufficiosa del colloquio tra l’ambasciatrice Amadei e il viceministro Jalalzadeh. […] È stato quest’ultimo a stabilire il nesso, quasi dettando le condizioni per una possibile soluzione che riguardi entrambi i detenuti: uscire di prigione dietro una contropartita di qualche genere, senza ulteriori conseguenze giudiziarie.

Vahid Jalalzadeh

 

Il che dovrebbe significare, nelle intenzioni iraniane, liberazione della giornalista e nessuna estradizione dell’ingegnere negli Usa, dove è già recluso il suo presunto complice Mahdi Mohammad Sadeghi, che difficilmente potrà evitare il processo. Il destino giudiziario di Abedini, invece, è nelle mani dell’Italia, che dovrà decidere se consegnarlo o meno agli americani. E un eventuale «no» comporterebbe l’immediata scarcerazione dell’ingegnere, detenuto solo a fini estradizionali […]

 

La scelta spetta in primo luogo ai giudici di Milano, e in ultima istanza al ministro della Giustizia. Non è facile intuire che cosa immagini il viceministro di Teheran come contropartita da offrire in cambio del rilascio di Abedini, a parte la liberazione di Cecilia Sala.

 

CECILIA SALA

Così come non è facile convincere gli iraniani che la magistratura italiana è indipendente ed emette provvedimenti basati su considerazioni giuridiche e non politiche. […]

 

Un’ipotesi è la concessione degli arresti domiciliari, che l’avvocato italiano del detenuto, Alfredo De Francesco, potrebbe chiedere oggi dopo aver trovato un alloggio per il suo assistito. Ma pesa il precedente del presunto trafficante d’armi russo Arthem Uss, scappato nel marzo 2023 dalla casa in cui si trovava bloccato da un braccialetto elettronico mentre pendeva su lui una richiesta di estradizione degli Usa.

 

ARTEM USS

Gli americani si adirarono molto per quell’evasione, e la conseguenza fu che il governo italiano, per mano del Guardasigilli Carlo Nordio, mise sotto procedimento disciplinare i giudici della corte d’Appello di Milano che gli avevano concesso i domiciliari, poi assolti dal Csm perché non avevano commesso alcun illecito. Non a caso, dagli Usa è già arrivato un documento in cui si evidenzia il pericolo di fuga per Abedini, ritenuto in contatto con soggetti pericolosi e servizi segreti in grado di aiutarlo.

 

GIUSTIZIA LA GRANDE FUGA - IL CASO ARTEM USS BY MACONDO

[…] Con questo antefatto, la via dei domiciliari sembra difficilmente percorribile. I tecnici del ministero della Giustizia stanno studiando la possibilità di ricorrere all’articolo 718 del codice di procedura penale, che tratta la revoca e sostituzione delle misure cautelari. Il secondo comma prevede che «la revoca è sempre disposta se il ministro della Giustizia ne fa richiesta», proprio perché a lui spetta la decisione definitiva sul merito delle estradizioni.

 

Sarebbe un appiglio tecnico per legittimare sul piano giudiziario una scelta politica. Alla quale fece ricorso, ad esempio, la Guardasigilli Marta Cartabia nel 2022, quando liberò il regista ucraino Yeven Eugene Lavrenchuk, arrestato su richiesta della Russia che ne reclamava l’estradizione.

 

cecilia sala

[…] Sebbene la situazione sia diversa, volendo Nordio potrebbe seguire la stessa procedura con Abedini. Ma dovrebbe superare le resistenze e gestire le reazioni all’eventuale scarcerazione dell’iraniano da parte degli Stati Uniti; cioè del principale alleato dell’Italia sullo scacchiere internazionale. […]

 

La sorte di Cecilia Sala è legata ai rapporti fra Italia e Stati Uniti, oltre che fra Italia e Iran.

E chissà se potrà avere un peso l’auspicio, espresso dal viceministro Jalalzadeh all’ambasciatrice Amadei, che proseguano le interlocuzioni politiche tra i due Paesi nel mezzo della crisi in corso sul teatro medio-orientale.

CECILIA SALA DANIELE RAINERICECILIA SALA SERGIO MATTARELLACECILIA SALACECILIA SALA CECILIA SALAcecilia salaMohammad Abedini najafabadiCECILIA SALACECILIA SALACECILIA SALA CECILIA SALA IL POST INSTAGRAM DI DANIELE RAINERI, COMPAGNO DI CECILIA SALA