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VATICANO-ANO-ANO - LA CONDANNA DI PELL E IL MOTU PROPRIO ANNUNCIATO DA BERGOGLIO SULLA PEDOFILIA NELLA CHIESA, LASCIANO PRESAGIRE CHE IL PEGGIO DEBBA ANCORA ARRIVARE: DI GIORNO IN GIORNO APPARE SEMPRE PIÙ CHIARO PERCHÉ BENEDETTO XVI ABBIA ABBANDONATO IL SOGLIO DI PIETRO - LA CEI E I PORPORATI NOSTRANI GUARDANO OLTRE BERGOGLIO E SI PREPARANO AL RITORNO DI UN PAPA ITALIANO…
Marco Antonellis per Dagospia
GEORGE PELL PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
La condanna di George Pell è senz'appello e non è un gioco di parole. Papa Francesco fa annunciare a Alessandro Gisotti, capo della sala stampa vaticana, la fine di un rapporto che con il cardinale australiano era stato strettissimo: "Per garantire il corso della giustizia il Santo Padre ha confermato le misure cautelari già disposte nei confronti del Cardinale. Ossia il divieto in via cautelativa dell'esercizio pubblico del ministero e, come di norma, il contatto in qualsiasi modo e forma con minori di età".
Non è ancora il trattamento McCarrick, il cardinale americano ridotto allo stato laicale sempre per via degli abusi sessuali ripetuti e comprovati, ma è chiaro che l'attacco a quelli che venivano indicati come veri e propri Principi della Chiesa non vedrà alzare bastioni di difesa da parte della Santa Sede. La linea è piegarsi alle giurisdizioni statali e alle loro sentenze.
Sul caso Pell, infatti, Gisotti subito aggiunge: "Come già affermato in altre occasioni, ribadiamo il massimo rispetto per le autorità giudiziarie australiane. In nome di questo rispetto attendiamo ora l'esito del processo d'appello, ricordando che il cardinale Pell ha ribadito la sua innocenza e ha il diritto di difendersi fino all'ultimo grado. In attesa del giudizio definitivo, ci uniamo ai vescovi australiani nel pregare per tutte le vittime di abuso, ribadendo il nostro impegno a fare tutto il possibile affinché la Chiesa sia una casa sicura per tutti, specialmente per i bambini e i più vulnerabili".
Il clima in vaticano in queste ore è comprensibilmente surriscaldato. Fonti vaticane di alto rango sono convinte che non sia ancora finita. Non è ancora finita? Cos'altro può accadere in questo pontificato così travagliato? "Di giorno in giorno appare sempre più chiaro perché Benedetto XVI abbia abbandonato il Soglio" spiegano non senza una punta di malizia Oltretevere.
Chi sta rialzando la testa in questo clima è la Chiesa italiana, che appariva marginalizzata nella gestione Bergoglio. Aumenta il potere del cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin che insieme al prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, Giovanni Angelo Becciu, cerca di riorganizzare le fila di un episcopato italiano che punta a dire la sua nel prossimo conclave: "Quarant'anni senza un Papa italiano ed eccoci al disastro" si dice anche tra i porporati fedelissimi di Francesco. In ascesa anche personaggi come Francesco Montenegro, cardinale di Agrigento e Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna.
Gualtiero Bassetti, presidente Cei
La Chiesa italiana si è stabilizzata attorno ad una Conferenza episcopale italiana finalmente pacificata dal cardinale Gualtiero Bassetti e dal segretario generale Silverio Russo, dopo la precedente gestione considerata troppo "renziana". E si rafforza anche con un protagonismo politico ritrovato. Ora i porporati italiani sono alla ricerca della guida possibile per il nuovo soggetto politico "sturziano" a cui delegheranno il ruolo di antitesi moderata rispetto a questo governo.
In molti esprimono curiosità per il Popolo della Famiglia, che il 26 maggio sarà l'unico simbolo "cattolico" sulla scheda, con vescovi che da Lecce a Belluno fanno iniziative pubbliche con i dirigenti di questo partito e il settimanale diocesano di Brescia che proprio ieri apriva la prima pagina con la proposta del "reddito di maternità" (evidentemente contrapposta al reddito di cittadinanza di Di Maio) che è il cavallo di battaglia portato avanti da Mario Adinolfi, che del Popolo della Famiglia è il presidente.
Una buona performance del suo PdF, che sta aggregando in vista delle europee molti altri popolari di lungo corso da Mario Mauro ad altri nomi noti del cattolicesimo politico, potrebbe portare la Cei a compiere un investimento esplicito proprio sul Popolo della Famiglia.
L'alternativa per molti vescovi è puntare sull'usato sicuro garantito da Silvio Berlusconi, che però è vissuto come ormai indebolito da troppi fattori, sostanzialmente logorato dall'età e privo di futuro. C'è poi una frangia che punta su un ritorno di Enrico Letta, a partire dal vescovo toscano Gastone Simioni, per riprendere il discorso di un partito cattolico di stampo prodiano, ma anche qui prevalgono i timori dei toni nostalgici fuori dal tempo.
La Chiesa italiana vuole mostrarsi moderna per tornare a conquistare un ruolo centrale nella Chiesa universale. Una Chiesa universale che dagli Stati Uniti fino all'Australia appare molto sofferente. Il motu proprio del Papa sulla pedofilia, atteso per i prossimi giorni, sarà l'ennesimo lancio di sale su ferite aperte.
Papa Francesco, alle soglie del completamento del sesto anno di pontificato il prossimo 13 marzo, nell'ottantatreesimo anno di età, comincia a veder affiorare qualche segno di stanchezza. Benedetto XVI era ottantacinquenne quando rinunciò al potere pontificio. Dopo Wojtyla, Ratzinger e Bergoglio, soprattutto con i guai combinati da McCarrick e Pell, la lunga volata per i giochi che porteranno al ritorno di un Papa italiano è solo cominciata. E sarà una gara senza esclusione di colpi.
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