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"CHIAMATE MAMMA, MI HANNO SPARATO" - GIANCARLO TEI, NOME CHE CONTA NELLA PIAZZA DI SPACCIO DI TOR BELLA MONACA, A ROMA, È STATO COLPITO AL RENE E AL SEDERE DA DUE PROIETTILI - DA ANNI È IN ATTO UNA GUERRA PER IL CONTROLLO DEL MERCATO DELLA DROGA TRA I GRUPPI “STORICI” E QUELLO EMERGENTE DEI NORDAFRICANI - VINCENZO VALLANTE, CRIMINALE DETTO “NARUTO”, SI LAMENTAVA: "IL MAROCCHINO CHE ALZA LA TESTA E VIENE A FA IL COATTO…CHE PENSI CHE ME TENGO? NON TE FACCIO USCÌ PIÙ DE CASA. CI VORREBBE UN MITRA..."

Estratto dell’articolo di Marco Carta, Andrea Ossino per www.repubblica.it

 

pineta di tor bella monaca

Una pallottola conficcata nel rene, l’altra nel gluteo, le urla e le lacrime: «Aiuto, sto svenendo, mi hanno sparato, chiamate mia madre». A soccorrere Giancarlo Tei, per uno scherzo del destino, è l’attivista antimafia Tiziana Ronzio di «Torpiùbella». Il 27enne non ha nemmeno aspettato l’arrivo dell’ambulanza, è salito sulla macchina della madre ed è andato in ospedale.

 

Almeno 5 i colpi sparati, 2 lo hanno colpito. Un agguato alle otto di un sabato sera qualunque a Tor Bella Monaca racconta di una guerra per il controllo delle piazze di spaccio. Da una parte i leader storici del supermarket della droga più grande d’Europa, dall’altra i gruppi emergenti, i nordafricani.

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Lui, Tei, la vittima, non sa nulla: «Mi sono accorto che mi hanno sparato da dietro, ma non so chi sia stato», risponde infastidito ai carabinieri del nucleo investigativo di Frascati. «Non so nulla», dice. […]

 

«Avete messo i marocchini e gli avete dato pure le armi», si lamentava già nel settembre del 2021 Vincenzo Vallante. Lo chiamano Naruto, come il ninja che sognava di diventare con la violenza Hokage, il grande capo. A Tor Bella Monaca funziona così: il sistema è rodato, 14 famiglie gestiscono a rotazione le piazze dello spaccio.

 

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Nessun boss assoluto, ma tanti capi per garantire la copertura 24 ore al giorno. Ci sono piazze dove i guadagni mensili superano i 250mila euro. Per questo gli equilibri, per quanto oliati, sono sempre sul punto di rottura. Soprattutto quando qualcuno prova a prendere il sopravvento.

 

L’agguato di Giancarlo Tei è l’ennesimo episodio. Il suo è un nome che conta. Da lui si riforniscono le famiglie del quartiere per acquistare grandi partite di coca. Agli atti degli investigatori, c’è la vendita di un chilo nel giugno 2020. Lo avrebbe ceduto ad Agostino Vallante, il padre di Naruto, il giovane che avrebbe iniziato la guerra contro i marocchini che si sono fatti strada riempendo il vuoto lasciato dalle famiglie storiche dopo gli arresti.

 

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«Stiamo a casa nostra, non glieli dovete dare i vantaggi», dice “Naruto” prima di dare il via a una spedizione punitiva: «Se te passi all’R5 e litighi con qualcuno ce sta. Ma il marocchino che alza la testa e viene a fa il coatto…Che pensi che me tengo? Non te faccio uscì più de casa».

 

L’agguato scatta l’8 settembre del 2021 in via dell’Archeologia. Vallante scende dalla sua auto all’altezza, esclama «Bella Fra» e inizia a sparare. Sette colpi sparati davanti a decine di persone: «Non so’ contento - dice Naruto - lo volevo piglià. Ci vorrebbe un mitra». Haouam Zakaria detto Zac viene raggiunto da tre proiettili.

 

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Elwaikil Mohamed Elasiouny Helmy, invece, viene ferito al braccio. È lui al vertice degli emergenti. Ha 21 anni, si fa chiamare «Prince» e si è fatto strada abbassando i prezzi di coca e crack.

 

Per questo da fastidio alle famiglie storiche: «Quanto te serve? Na piotta bella già cotta? Ogni cinque te ne regalo uno». Prince e gli altri “Marocchini” sopravvivono anche all’agguato dei Moccia nell’ottobre del 2022, quando al bar “Sicilia” di via Quaglia va in scena il Far West, con pallottole che arrivano sui balconi dei palazzi.  […]

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