DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN…
Egle Priolo per il Messaggero
Telefono e telecamere per ricostruire il viaggio della prostituta, risultata positiva al coronavirus, passata per Spagna, Sicilia, Lazio e Umbria nelle ultime settimane. Sono necessarie ulteriori indagini perché ci sono dubbi sulla totale veridicità del suo racconto: alle forze dell'ordine e alle autorità sanitarie la donna, 54 anni di origini peruviane, ha spiegato di essere partita dalla città spagnola in cui risiede, di essere passata per un ufficio diplomatico di Barcellona e da lì essere partita per Modica, con scalo all'aeroporto di Ciampino.
GLI SPOSTAMENTI A Modica si sarebbe fermata una decina di giorni nell'appartamento adesso messo sotto controllo dalla polizia locale, alla ricerca dei clienti per evitare un focolaio in una città solo sfiorata dal virus. E dalla Sicilia, la scorsa settimana, sarebbe partita alla volta dell'Umbria, passando per la stazione Termini: il suo progetto era quello di fermarsi in Centro Italia per un periodo prima di ritornare in Spagna.
Ma una volta arrivata a Foligno, la 54enne si è sentita male: febbre e forte tosse che l'hanno costretta ad andare in ospedale, dove è stata sottoposta a tampone, prima dell'immediato trasferimento al reparto di Malattie infettive del Santa Maria della misericordia di Perugia.
«Ma potrebbero esserci state altre tappe intermedie nel suo viaggio spiega a Il Messaggero il sindaco di Modica Ignazio Abbate, in prima linea per limitare il diffondersi del contagio nella città siciliana del cioccolato - per questo la polizia postale ha aperto un'indagine per risalire, attraverso il suo cellulare, ai luoghi da cui è passata. Lunedì (oggi, ndr) è attesa la decisione del magistrato sulla nostra richiesta di acquisire i tabulati e i movimenti della donna attraverso l'analisi del suo telefonino».
IL PERICOLO Il primo cittadino non risparmia energie contro il pericolo di un focolaio a Modica e si accoda all'appello dell'Azienda ospedaliera di Ragusa ai clienti («una trentina, circa tre al giorno», come risultano ad Abbate) di farsi avanti per effettuare tamponi e test sierologici in totale anonimato.
«Trenta persone - insiste il sindaco - che possono aver contratto il virus e averne contagiate altre a casa o al bar». Intanto proseguono anche le indagini all'interno delle stazioni, con la polizia ferroviaria impegnata nell'acquisizione delle immagini delle telecamere per verificare il racconto della donna: i suoi arrivi, le sue partenze, su quali treni, in quali giorni e in che orari.
Almeno dieci convogli sono stati sanificati in via precauzionale, ma la polizia cerca conferme sui suoi spostamenti, per capire con quali e quante persone è entrata in contatto: non solo i clienti, ovviamente, ma anche chi potrebbe aver viaggiato accanto a lei durante tutto questo lungo percorso, tra aereo, treni, pullman e traghetto.
LE INFORMAZIONI E un aiuto lo potrebbe dare direttamente lei che, grazie alle cure nell'ospedale di Perugia, si sta riprendendo rispetto alle condizioni in cui è stata ricoverata. In settimana, infatti, per chiarire alcuni punti rimasti oscuri del viaggio - da una città pronta a un nuovo lockdown fino a Foligno - sarà riascoltata dalla polizia. Chiaramente con un microfono attraverso la porta.
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