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Tommaso Fregatti per “la Stampa”
Il colpo di scena si è materializzato nel corso dell' udienza davanti al tribunale civile di Genova che doveva decidere sull' amministrazione controllata dell' azienda Qui!Group che fa capo all' imprenditore Gregorio Fogliani. La Procura, nell' udienza di ieri, ha presentato istanza di fallimento per il gruppo che distribuisce i buoni pasto Qui!Ticket.
Il procuratore aggiunto Francesco Pinto e il pubblico ministero Patrizia Petruzziello che indagano sulle pesanti difficoltà economiche dell' azienda che opera nella ristorazione contestano al gruppo oltre 32 milioni di debiti.
Il giudice Daniele Bianchi, alla luce della richiesta dei magistrati genovesi, si è riservato di decidere se concedere o rifiutare la richiesta di amministrazione controllata. Due le strade, a questo punto: l' ok all' amministrazione controllata con la nomina di uno o più commissari straordinari e il conseguente diniego all' istanza della Procura, o l' accoglimento della richiesta dei pm e la dichiarazione fallimento.
Il 13 luglio scorso c' è stato lo stop ai buoni pasto della società genovese, diffusi tra i dipendenti pubblici e anche lavoratori di imprese private. Consip aveva deciso la risoluzione della convenzione in Piemonte, Liguria, Valle d' Aosta, Lombardia e nel Lazio, «per reiterato, grave e rilevante inadempimento delle obbligazioni contrattuali». Il 7 agosto anche Poste Italiane ha deciso di annullare il contratto di fornitura.
Sono centinaia in Italia gli esercizi commerciali che vantano crediti per migliaia di euro nei confronti dell' azienda genovese per via delle decine di buoni pasto raccolti e mai saldati. Ci sono poi migliaia di lavoratori che hanno tra le mani "mazzette" di ticket che non sanno come spendere visto che vengono rifiutati dalla piccola e grande distribuzione.
Ma la preoccupazione è anche per gli oltre cinquecento dipendenti di Qui!Group che operano in tutta Italia di cui oltre duecento a Genova. Durante l' ultima assemblea, prima di Ferragosto, i lavoratori hanno deciso di non proclamare lo stato di agitazione e neppure una o più giornate di sciopero.
Hanno invece scritto una lettera ai vertici societari, in cui si dicono preoccupati e hanno chiesto risposte alla dirigenza.
In piazza Santo Stefano, dove si trova uno degli ingressi della sede della società, campeggia da settimane un cartello in cui viene spiegato che gli uffici resteranno chiusi ad agosto. L' azienda ha sempre dichiarato di essere «al lavoro per individuare in tempi brevi una soluzione concreta che persegua tre obiettivi: tutelare i propri dipendenti, salvaguardare i titolari di buoni pasto e salvaguardare la collaborazione con la rete degli esercenti e clienti».
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