DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Cristina Genesin per http://mattinopadova.gelocal.it
Chissà quante ne ha viste quel Cristo in croce di legno, lo sguardo rivolto verso l’alto, appeso alla parete della stanza dei giochi. Quella stanza - all’ultimo piano della canonica di San Lazzaro - dove erano custodite decine di giochi erotici fetish e da pratiche bondage. I giochi di don Andrea Contin, il prete a luci rosse che ora rischia il processo.
I reati. Lesioni volontarie aggravate, anche dall’uso di un coltello, e poi minacce di morte sempre aggravate. Vittima un’impiegata 50enne di un ente pubblico, divorziata e madre di una figlia residente in un Comune dell’hinterland. È lei l’amante tradita che prima lo aveva segnalato alla Curia nell’ottobre 2016, poi l’ha denunciato.
Ecco le due accuse contestate al sacerdote 50enne, di Busiago di Campo San Martino, dal pm Roberto Piccione, che ha chiuso l’inchiesta, atto preliminare alla richiesta di rinvio a giudizio: da mercoledì ha 20 giorni di tempo per presentare una memoria o chiedere di essere interrogato. Cinque gli episodi indicati nel capo d’imputazione che raccontano i tre pestaggi subiti dall’ex e le minacce ricevute in altre due occasioni. Il pm ha chiesto l’archiviazione per i reati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, illecita detenzione di una pistola e violenza privata.
I fatti. Il 23 dicembre 2012 don Andrea e l’ex sono nella cucina della canonica a luci rosse. Litigano, lui afferra un coltello e lo punta alla gola, minacciandola di morte. Con la figlia («La farò sparire»). Poi a pugni e calci la massacra: le foto delle contusioni (prognosi tre mesi) sono impressionanti. L’altra serie di botte è del giugno 2013 (prognosi 2 mesi): «Mi scaraventò a terra senza motivo, per la sua gelosia pestandomi a mani nude e con calci». Nel giugno 2014, ancora in canonica, un altro pestaggio (prognosi di 20 giorni). Tre mesi più tardi, a settembre, ancora un’aggressione: don Contin, con un sasso in mano, minaccia di spaccare la testa all’amante.
LA PARROCCHIA DI SAN LAZZARO DI PADOVA DI DON ANDREA CONTIN
I sospetti non provati. «Se serve faccio i dispetti... E faccio male ai bambini» avrebbe detto l’ex parroco a un’altra amante padovana, classe 1965. Un’amante che, per prima, informò la Curia della doppia vita del prete: «Vidi ragazzine di 16-17 anni con vestiti attillati in chiesa». Sospetti, ma nessuna prova. E solo sospetti per quanto riguarda la gestione della contabilità della parrocchia.
L’ex sacerdote, mai stato indagato per reati di natura economica, aveva una grande disponibilità di soldi (viaggia in Jaguar) per ragioni familiari e, forse, per altro. Durante l’indagine il consulente della Curia (Sergio Dal Piaz) ha verificato come la contabilità della parrocchia (le cui risorse derivano in gran parte dalle offerte delle messe) fosse disordinata, non corretta e di difficile ricostruzione con notevoli movimentazioni di danaro in contanti. La Curia si è riservata di presentare denuncia. Nessuna anomalia nei conti del centro diurno “Casetta Michelino” fondato da don Andrea.
Il protagonista. Sospeso dal sacerdozio in vista della dimissione allo stato laicale (proposta dal vescovo, l’ultima parola al Vaticano), don Andrea aveva ammesso subito: faceva sesso, aveva avuto relazioni con 5 donne, organizzava orge in canonica pure con uomini di colore.
Eppure aveva insistito: nessuna violenza. Una ventina di amanti-parrocchiane sono state interrogate: quasi tutte hanno confessato di aver fatto sesso con il prete. Sono stati sequestrati foto e video in file o in formato vhs (nella copertina il nome di un papa, nella cassetta il vero titolo, ad esempio Shaved clean vaginas). Immagini di lui, dell’ex e di altre (anche un trans). Tutti insieme, appassionatamente: nudi, sorridenti. E felici.
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