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L'ITALIA È COINVOLTA IN UN NUOVO INTRIGO INTERNAZIONALE - CHE CI FACEVA OSAMA AL NAIJM, IL "TORTURATORE DI MIGRANTI" LIBICO, IN UN HOTEL DI TORINO? PARE CHE VOLESSE ANDARE ALLO STADIO - SULL'UOMO PENDE UN MANDATO DI CATTURA DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE, CHE LO ACCUSA DI CRIMINI DI GUERRA E DI GRAVI VIOLAZIONI DI DIRITTI UMANI: AL NAIJM È IL COMANDANTE DELLA POLIZIA LIBICA E IL CAPO DEL CENTRO DI DETENZIONE DI MITIGA, A TRIPOLI, INFERNO PER MIGLIAIA DI MIGRANTI - PER L'ITALIA È UNA BELLA GRANA POLITICA, VISTO CHE A TRIPOLI NON HANNO PRESO BENE L'ARRESTO...

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Estratto dell'articolo di Alessandra Ziniti per "La Repubblica"

 

OSAMA AL NAIJM

Che ci faceva Osama al Naijm, nome di battaglia “generale Almasri” in un hotel di Torino con un gruppo di libici? Sta tutta nella risposta a questo interrogativo la portata del nuovo intrigo internazionale che rischia di essere foriero di non poco imbarazzo per l’Italia.

 

Perché Osama al Naijm, arrestato domenica dalla Digos in esecuzione di un mandato di cattura della Corte penale internazionale che lo accusa di crimini di guerra e gravi violazioni di diritti umani, è il comandante della polizia giudiziaria libica ma anche il capo del centro di detenzione di Mitiga, a Tripoli, l’inferno per migliaia di migranti.

 

È lì che finisce chi viene intercettato durante le traversate nel Mediterraneo dalla guardia costiera libica che, ormai da anni, l’Italia finanzia e forma proprio per bloccare le partenze: più di 15.000 solo nel 2024 stando alle ultime stime dell’Oim. [...]

CENTRO DI DETENZIONE MIGRANTI IN LIBIA

 

Una infinita sequela di reati e gravissime violazioni dei diritti umani che, grazie alle testimonianze di alcuni dei sopravvissuti a quel lager, la Corte penale internazionale ora contesta a Osama al Naijm e agli aguzzini della Radaa, la Forza di deterrenza speciale da lui guidata.

 

Dopo Bija, il capo dei trafficanti libici arrivato a essere nominato responsabile dell’Accademia navale militare di Tripoli, ucciso in un agguato a settembre scorso, adesso è il destino di Almasri il torturatore a legarsi pericolosamente con l’Italia. E se Bija sette anni fa (si sarebbe poi scoperto) arrivò in Italia come esponente di una delegazione invitata da agenzie Onu e approdò persino al Viminale, i contorni della trasferta torinese di Osama al Naijm sono tutti da ricostruire.

 

CENTRO DI DETENZIONE MIGRANTI IN LIBIA

La vicenda viene definita «assai delicata» da fonti qualificate investigative e dell’intelligence entrate in azione domenica quando, su indicazione dell’Interpol, la Digos di Torino, in esecuzione di un mandato di arresto che porta la data del 18 gennaio, ha fermato il generale Almasri in un albergo. Pare avesse in programma di andare allo stadio. [...]

 

Ma l’arresto di Almasri potrebbe anche trasformarsi in una grana diplomatica per l’Italia. A Tripoli non è stato preso bene. «Una detenzione arbitraria, un incidente oltraggioso », è la reazione della polizia giudiziaria di Tripoli che invita il governo libico a intervenire.

 

POLIZIA DIGOS

Il “torturatore” di Mitiga, così i migranti sopravvissuti al centro di detenzione chiamano Osama al Naijm: le loro testimonianze sono state raccolte da alcune organizzazioni umanitarie. Come quelle sul comandante Bija, altra vecchia conoscenza della giustizia internazionale e da a lmeno cinque anni finito nella lista nera delle Nazioni Unite.

 

Ci sarebbe anche lui dietro al racket degli schiavi-soldato, migliaia di giovani migranti africani intercettati in mare, chiusi nei centri di detenzione, e poi spariti letteralmente nel nulla: in realtà, secondo le accuse, rivenduti alle milizie libiche e costretti a combattere.

 

Una condotta criminosa che le Nazioni unite e le organizzazioni umanitarie denunciano da anni ma davanti alla quale l’Italia e l’Europa si girano dall’altra parte avendo ormai da anni intrapreso la strada della collaborazione con le autorità libiche. [...]