romoletto spada ostia

COLPI DI SPADA – “SONO UN UOMO DI PACE”, IL DISCORSO DEL BOSS CARMINE SPADA, DETTO “ROMOLETTO”, NEL PROCESSO ALLA MAFIA DI OSTIA - "I SOLDI ALL'EX PADRINO IN CARCERE? LI MANDAVO PERCHE’ ERA UNA PERSONA ANZIANA E MI FACEVA PENA - IL TENTATO DUPLICE OMICIDIO DEL 2013 DAVANTI ALLA SALA SCOMMESSE? NON MI ERO ACCORTO CHE AVESSERO SPARATO- LA GESTIONE DELLE SALE SLOT? NON SONO UN GESTORE MA SOLO UN GIOCATORE. E PER QUESTO MI SONO LASCIATO CON MIA MOGLIE”

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Federica Angeli per la Repubblica - Roma

 

romoletto spada

«Ho smesso di andare a scuola che avevo 13 anni, ho ripetuto tre volte la prima media, poi ho lasciato la scuola e sono andato a fare il cameriere. Dal 2000 in poi ho fatto il fornaio in vari forni di Ostia, a volte fisso in un forno, a volte cambiavo e guadagnavo dai 1800 ai 2600 al mese. Ecco come campavo io». L' esame di Carmine Spada, ritenuto il boss dell' omonimo spietato clan e a processo per associazione a delinquere di stampo mafioso, inizia così.

 

Il pubblico ministero Mario Palazzi gli chiede conto di come avesse accumulato tanta ricchezza, a fronte di una dichiarazione dei redditi di non più di 5000 euro l' anno risalente ad anni passati, e lui, il capo dell' organizzazione, risponde « il fornaio » . È solo l' inizio di uno show che tra esame, controesame dei suoi legali e domande dell' avvocato Giulio Vasaturo, parte civile nel processo, durerà 4 ore. Carmine, detto Romoletto, si cala nei panni del buon samaritano di Ostia, a lui le persone si rivolgevano per dirimere controversie e lui, con anelito altruista, c' è stato sempre per tutti. Come per il tabaccaio Baglioni, vittima di una sua estorsione. « Fu lui a chiedermi aiuto, fu lui a venire da me».

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« Non ho nessun problema con nessuno, la mia vita è tranquillissima », dice quando il pm gli chiede conto del perché nel novembre del 2016 avesse subito due attentati e sia rimasto vivo solo perché la pistola dell' aggressore si era inceppata. Perché dunque se è così ben voluto - domanda Palazzi - a Ostia qualcuno cerca di ucciderlo? Vive del suo lavoro, qualcuno le spara, perché non va dai carabinieri o dalla polizia a denunciare?« E a chi denuncio se non ho visto nessuno in faccia?».

 

Non cambia registro quando la pubblica accusa lo incalza sul duplice omicidio avvenuto nel 2011 di Francesco Antonini e Giovanni Galleoni in via Forni che per la procura è ordinato e commesso proprio dal clan Spada. « I Baficchio ( così viene chiamata la famiglia Galleoni, ndr) li conoscevo solo di nome » . Sul delitto nulla sa. Il motivo per cui versava ogni mese 250 euro al boss Carmine Fasciani detenuto in carcere lo risolve tirando in ballo tra l' imbarazzo generale il suo avvocato storico Mario Gilardi: «li davo al mio avvocato». In aula il legale smentisce di aver fatto da tramite nella consegna di soldi da un boss e l' altro. Poi l' imputato aggiunge: « quei soldi li mandavo perché era una persona anziana e mi faceva pena».

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Infine il tentato duplice omicidio la notte tra il 15 e il 16 luglio del 2013 davanti alla sala scommesse di via Casana a Ostia. « Sono intervenuto in una discussione tra mio nipote Ottavio e Marco Esposito che stavano litigando, poi ho saputo che Ottavio si è recato in ospedale per un proiettile che lo aveva ferito. Non mi ero accorto che avessero sparato mentre ero lì, peraltro c' erano tante persone affacciate e nessuno è andato a denunciare? ». L' avvocato Vasaturo gli ricorda che fu lui a intimare alle persone di rientrare in casa. Carmine farfuglia, smentisce, poi oppone un «non ricordo».

 

Quanto alla gestione delle sale slot: mai avuto interesse per quel business. « Non sono un gestore, sono solo un giocatore e per questo mi sono lasciato con mia moglie ».

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