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Le scuole di giornalismo s’interrogano sul ruolo del reporter di fronte a una tragedia. Si deve soccorrere chi cade dinanzi a te o, al contrario, si deve salvaguardare l’obiettività del testimone fin quasi all’indifferenza? A nessuno è mai venuto in mente di non fare né l’una, né l’altra cosa. E anzi di infierire sulla vittima, ormai in ginocchio. È quanto accaduto due giorni fa, durante gli scontri tra polizia e migranti a Roszke, in Ungheria, al confine con la Serbia.
Ci sono ben due video che circolano in rete ad inchiodare la cameraman di N1tv Petra László: la reporter, armata di telecamera, e con il volto parzialmente coperto da una mascherina, viene ripresa mentre in un caso sgambetta un padre che con il figlio in braccio corre per sfuggire ai manganelli della polizia (il video è stato girato dal reporter tedesco Stephan Richter due giorni fa). In un altro, addirittura sferra un calcio a una ragazzina. Un secondo dopo è già con la camera puntata per inquadrare il volto sconvolto dei due rifugiati. Poche ore dopo, con un certo imbarazzo, il direttore dell’emittente (che è legata al partito ungherese di estrema destra Jobbik), Kisberk Szabolcs, ha annunciato su Facebook il licenziamento della collega.
laszlo intercetta migranti in fuga dal campo di roszke
gruppo di migranti in fuga dalla polizia ungherese
un migrante cade sui binare mentre tenta di scappare dalla polizia ungherese
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