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COME SOPRAVVIVERE ALLO SMART WORKING – TURNI INFINITI, MAL DI SCHIENA, STRESS: LAVORARE DA CASA OFFRE MOLTI VANTAGGI MA PER ALCUNE PERSONE PUÒ DIVENTARE UN INCUBO – SERVONO REGOLE BEN DEFINITE, SEDUTE ERGONOMICHE E LA GIUSTA SEPARAZIONE TRA TEMPO LIBERO E LAVORO: FATE PAUSE DI FREQUENTE E ESERCIZI FISICI PER NON INTORPIDIRVI – LA GUIDA

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1 - LUCI, SEDIE, CUFFIE COME TRASFORMARE LA CASA IN UFFICIO

Irene Maria Scalise per “Affari & Finanza - la Repubblica”

 

Basta al mal di schiena da smart working, bisogna creare un ambiente piacevole e utilizzare sedute e strumenti adatti come gli auricolari anti rumore. E alcune aziende stanno lanciando prodotti specifici S i fa presto a dire smart working, borbottano tutti gli italiani che in questi giorni sono in preda a furiosi mal di schiena causati da scrivanie improvvisate e giornate passate a contorcersi sul sofà in compagnia del tablet.

 

MEME SMART WORKING

La vita dello smart worker prevederebbe, invece, delle regole ben definite: un ambiente gradevole all' interno della casa, una seduta ergonomica che permetta di rilassare le braccia, un computer che possa essere orientato alla corretta distanza, la giusta illuminazione e temperatura. Ma anche delle cuffie insonorizzanti e una piattaforma on line con cui interagire con i colleghi.

 

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Una serie di esigenze ben chiare per Luxy, azienda di design che questa settimana lancia una nuova linea di prodotti "Smart Chair Smart Work" proponendo 3 sedute nate durante la pandemia. «Abbiamo intercettato un bisogno nuovo della società - spiega il presidente Giuseppe Cornetto - e ci siamo resi conto che una sedia comoda e funzionale rientra a tutti gli effetti nel kit dello smart working, tanto quanto un pc o una connessione alla rete, rappresentando un rimedio contro rischi sul lavoro e malattie professionali».

Luxy Smart Chair Smart Work

 

Non c' è il rischio di invadere troppo gli spazi domestici già congestionati dal lockdown? «No perché hanno un design caratterizzato da una rete trasparente che le rende leggere nell' ambiente ma che nulla toglie alla struttura tecnica». Il costo? «Dai 200 ai 300 euro ed è compreso un servizio di assistenza a domicilio».

 

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Edoardo Zaccardi, Senior Consultant di Eudaimon fotografa le esigenze dei lavoratori: «Abbiamo fornito un supporto psicologico nella Fase 1 e molti ci hanno chiesto "come mi devo comportare?" perché sono stati colti da uno stato d' ansia verso lo spazio domestico e rispetto alle relazioni con i familiari ma, soprattutto, da un senso d' inadeguatezza nell' essere lontani dall' azienda e dalle quotidiane relazioni del posto di lavoro».

 

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Come se la sono cavata gli italiani? «Diciamo che spesso c' è stato uno "smart working malato" perché le aziende non avevano fatto gli opportuni corsi di formazione con indicazioni che andavano dalla postura alla luminosità degli ambienti, ma nonostante le problematiche ci risulta che il 60% dei lavoratori vorrebbe continuare anche perché c' è una forte paura al rientro sia per l' igiene negli uffici che per i mezzi pubblici insicuri».

 

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Quindi lo smart working non verrà archiviato? Anzi. Conclude Zaccardi: «Andrà ripreso il discorso del lavoro agile, che è diverso dall' ibrido attuale a cui ci ha costretto il Covid, come un diritto che dovrà essere rielaborato con una maggiore preparazione».

Per Arianna Visentini che con la sua società di consulenza Variazioni il lavoro da remoto lo studia da 10 anni: «C' è bisogno di una forte autodisciplina per separare il tempo dedicato al lavoro, a se stessi e alla famiglia.

 

zaino smart working

Spesso negli spazi ciascuno trova una sua formula ma è utile dare una dimensione di separazione che connota l' angolo che si è ritagliato per il lavoro dallo spazio relax destinato alla convivenza ». E aggiunge un nuovo concetto: «Si parla di Activity Based Workplace che significa posto di lavoro basato sulle attività e che tradotto al lavoro da casa può essere il "creare lo spazio adatto a quello che si sta facendo", per esempio anche l' ambiente domestico può casualmente stimolare la creatività».

 

smart working con i figli

Un capitolo importante lo occupa l' abbigliamento. Se può sembrare ridicolo mettersi una cravatta per una conferenza su Zoom è inaccettabile lavorare in pigiama e bisogna trovare un outfit informale che faccia percepire un' altra dimensione professionale sullo stile del casual friday». Alla base del lavoro in casa ci sono comunque la comunicazione e il coordinamento: «Bisogna chiarire con capi e familiari come intendiamo organizzarci negli appuntamenti perché l' equazione "essere disponibili perché siamo presenti" non vale più». In questo è fondamentale il rapporto con le tecnologie domestiche: «Non vanno subite ma governate e possono diventare uno strumento per aiutare l' autogestione».

smart working

 

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2 - NON PENSIAMO MAI ALLA NOSTRA SCHIENA

Daniele Banfi per “la Stampa”

 

Complice l' emergenza coronavirus, l' home working è diventato una realtà - spesso più complicata del previsto - per tantissimi di noi. Con effetti a cascata, anche negativi. Al netto dei vantaggi in termini di organizzazione del tempo e di minore stress rispetto alla vita da pendolari, non sempre lavorare da casa è un toccasana per il nostro corpo.

 

SMART WORKINGmal di schiena

Se più di un terzo dei lavoratori soffre di mal di schiena e di dolori muscolari (secondo l' indagine condotta dall' Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro), la quota di chi problemi è destinata ad aumentare e le ragioni sono evidenti, sebbene sottovalutate: postazioni di lavoro improbabili, assenza di strumenti per una corretta postura e, non ultimo, l' assenza di attività fisica aumentano il rischio di sviluppare una serie di disturbi. Ai muscoli e alle articolazioni. Come rimediare? Gli accorgimenti ci sono.

 

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I rischi dello stop. «Durante questo periodo di forzata inattività - spiega Pedro Berjano, responsabile dell' Unità Operativa di GSpine4 dell' Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi - accade che il nostro corpo vada incontro ad un progressivo "intorpidimento". Il fatto di percepire dolore nasce innanzitutto da questa tendenza allo scarso movimento. Questo processo non è certo un bene, perché il nostro apparato muscoloscheletrico, per funzionare in modo efficiente, ha bisogno di lavorare costantemente». La poca attività, invece, porta ad un ridotto afflusso di sangue oltre che a una minore ossigenazione complessiva e ad una scarsa lubrificazione delle articolazioni.

 

cane pastore in smart working - coronavirus meme

Come «riscaldarci». Per ovviare al progressivo intorpidimento non occorrono, per fortuna, grandi sforzi. Nonostante l' impossibilità di uscire, bastano pochi minuti al giorno per rimetterci in moto. «Il mio consiglio - osserva Berjano - è quello di fare dell' esercizio fisico, almeno in questo periodo, della durata non inferiore ai 20 minuti al giorno. L' ideale è concedersi 10 minuti ad inizio giornata e 10 minuti alla fine. In entrambi i casi occorre un po' di esercizio aerobico e anche un po' di esercizio di forza».

 

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Non solo. E' molto importante poter dedicare qualche minuto allo stretching. Unendo questi differenti tipi di esercizio i nostri tessuti e le nostre articolazioni torneranno ad abituarsi al movimento. Ma c' è di più. «Prima di mettersi al lavoro davanti al computer, per evitare di irrigidirci e alla lunga percepire dolore, consiglio esercizi di attivazione muscolare: questi consistono nell' aprire bene le braccia per muoverle sia con una serie di movimenti circolari sia incrociandole. Il tutto con una decina di ripetizioni dolci alla volta e senza mai forzare».

 

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Ricreare l' ufficio. Un' altra causa dell' acuirsi del dolore è quella della scarsa ergonomia, soprattutto a casa. Scrivanie e sedie in ufficio sono appositamente progettate per mantenere una posizione il più possibile ergonomica. «Tutto questo - prosegue Berjano - non si può dire per le postazioni "fai da te" casalinghe, dove spesso le sedie sono più basse e il tavolo più alto. Per queste ragioni occorre sempre adattare la postazione. Il trucco principale - dice - consiste nell' alzare la seduta con un cuscino. Anche l' altezza dello schermo è fondamentale. Mentre la tastiera deve essere al livello delle braccia, lo schermo dovrebbe essere rialzato. Cosa che non accade purtroppo con i computer portatili».

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Altro aspetto nell' ottica della prevenzione è quello delle tempistiche: fare pause frequenti è di fondamentale importanza sia per la muscolatura sia per gli occhi. No al divano. Quanto alla ricerca di postazioni alternative, Berjano è chiaro: «Meglio, se si vuole, lavorare in piedi piuttosto che sdraiati nel letto o semi-seduti sul divano. Queste due posizioni devono essere assolutamente evitate». Netta anche la posizione sull' uso disinvolto dei farmaci: «Per i dolori alla schiena i comuni antinfiammatori non servono. Non hanno effetto su quella tipologia di dolore. Meglio - conclude Berjano - rilassare la muscolatura con una doccia calda».

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