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Questo progetto che come un solco apre la costa di un'isola maledetta dalla storia, ha commosso i norvegesi e vinto un concorso difficile: il memoriale per i morti di Utoya in ricordo dei due attentati che nel luglio 2011 uccisero 77 persone. Otto morirono per l'esplosione di una bomba al Regjeringskvartalet, il quartier generale del governo a Oslo.
Ben 69 invece furono i ragazzi dalla Lega dei Giovani Lavoratori, in vacanza in un campo all'isola di Utoya, trucidati da Anders Breivik neo nazista e fondamentalista cristiano che vestito da poliziotto e armato con fucile automatico li uccise uno ad uno con folle freddezza
e determinazione.
Difficile ricordare tanto orrore. Ma il memoriale firmato dall'artista svedese Jonas Dahlberg, trasporta in un'opera di "land art", la ferita ancora aperta nella memoria dell'intera Novergia. Dahlberg visualizza un trauma di dimensioni bibliche, spaccando in due la terra, togliendo una porzione di costa, ferendo il paesaggio, esaltando il vuoto e l'incolmabile assenza di quei ragazzi uccisi nella carneficina.
Ed ecco il progetto severo, dignitoso, figlio del più alto romanticismo nordico : una passerella di legno segna la strada di un pellegrinaggio a piedi nel mezzo della foresta fino a raggiungere un tunnel. Si scende nella terra, finchè il buio non è spezzato dalla apertura affacciata sul canale di acqua che divide le due pareti di costa. Lì nel silenzio di una natura intatta, di fronte agli occhi dei visitatori appaiono profondamente incisi nella roccia i nomi di tutte le vittime e di ciò che si è per sempre perduto. La fiducia in una natura perfetta e in una società armoniosa. Meritatamente Dahlberg ha vinto .
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