giuseppe falcomatà

FALCOMATÀ-TÀ-TÀ – LA CORTE D’APPELLO HA CONFERMATO LA CONDANNA PER ABUSO D’UFFICIO DEL SINDACO DI REGGIO CALABRIA, GIUSEPPE FALCOMATÀ. RIDOTTA A UN ANNO DI CARCERE LA PENA (SOSPESA) – IL PRIMO CITTADINO DEL PD È SOSPESO PER EFFETTO DELLA LEGGE SEVERINO DOPO LA SENTENZA DI PRIMO GRADO DEL NOVEMBRE 2021 – IL PROCESSO È NATO DA UN'INCHIESTA SULL’AFFIDAMENTO SENZA BANDO DEL “GRAND HOTEL MIRAMARE”…

Giuseppe Falcomata in tribunale

(ANSA) - Conferma della sentenza di primo grado ma rideterminazione della pena (sospesa) a un anno di reclusione. E' la sentenza della Corte d'appello di Reggio Calabria nei confronti del sindaco Giuseppe Falcomatà, di 39 anni, del Partito democratico, già sospeso per effetto della Legge Severino dopo la condanna di primo grado del novembre 2021.

 

Anche gli ex assessori coinvolti nel processo "Miramare" - Saverio Anghelone, Armando Neri, Rosanna Maria Nardi, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, Agata Quattrone e Antonino Zimbalatti - condannati in primo grado per abuso d'ufficio a un anno di reclusione, la pena è stata ridotta, a sei mesi.

 

giuseppe falcomatà

Falcomatà era presente al momento della lettura del dispositivo da parte della Corte. La Corte d'Appello, presieduta dal giudice Lucia Monica Monaco (a latere Antonino Laganà e Concettina Garreffa), ha così confermato la sentenza emessa dal Tribunale di Reggio nel novembre 2021. Il processo è nato da un'inchiesta sulle irregolarità nelle procedure di affidamento ad un'associazione, che sarebbero avvenute senza bando, del Grand Hotel Miramare.

 

giuseppe falcomatà in tribunale

L'immobile era stato concesso all'associazione "Il sottoscala", riconducibile all'imprenditore Paolo Zagarella. Al centro delle indagini, infatti c'erano i presunti rapporti tra Falcomatà e Zagarella che, in occasione delle elezioni comunali del 2014, aveva concesso gratuitamente al sindaco di Reggio Calabria alcuni locali di sua proprietà per ospitare la segreteria politica.

 

hotel miramare reggio calabria

 La pubblica accusa è stata rappresentata in aula dai sostituti procuratori Walter Ignazitto e Nicola De Caria che hanno seguito il processo in primo grado e che sono stati applicati alla Procura generale. La condanna, rideterminata sempre a sei mesi di reclusione e sempre per abuso d'ufficio, è stata inflitta oltre che all'imprenditore Paolo Zagarella, anche al segretario comunale in carica all'epoca, Giovanna Antonia Acquaviva e all'ex dirigente del settore "Servizi alle imprese e sviluppo economico" del Comune, Maria Luisa Spanò.

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