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Poppy-Leigh Gilmore ha solo 3 anni, ma ha la capacità di riconoscere in modo chiaro e immediato le situazioni di pericolo. Glielo hanno insegnato all’asilo appena sei mesi fa e lei si è ritrovata, suo malgrado, a mettere in pratica quell’insegnamento: domenica ha rischiato di essere rapita da uno sconosciuto che l’aveva trascinata fino a un furgone. Sarebbe sparita nel nulla se non avesse pianto e lottato fino a riuscire a divincolarsi.
Il dramma si è svolto domenica scorsa nella contea di Antrim, in Irlanda del Nord. La piccola era con la mamma, il papà e il fratellino di un anno in un mercatino. Era accanto al passeggino del fratello quando un uomo l’ha colpita alle spalle dandole dei pugni e poi, come se nulla fosse, le ha chiesto di dargli la mano. La piccola è scoppiata in lacrime, ma l'uomo, incurante di tutto, l'ha trascinata immediatamente via verso il parcheggio.
Sua madre, Sarah-Jane Gilmore, 26 anni, si era allontanata di pochi metri per avvertire il marito che voleva acquistare qualcosa presso una bancarella del mercatino. Quando si è girata la piccola non c’era più. «È accaduto tutto in una frazione di secondo - ha detto a Belfast Live - Le persone che l’hanno vista pensavano che la bimba fosse con il padre e che stesse piangendo perché le era caduto un giocattolo».
Quando Sarah-Jane si è resa conto che sua figlia era scomparsa, lei e suo marito si sono separati per cercarla, mentre altre persone, resesi conto che stavano cercando la figlia, si sono unite a loro. Attimi di panico che sono terminati quando il vestito bianco della piccola ha fatto capolino tra le auto del parcheggio. «Quando sono arrivata da lei piangeva - ha raccontato la mamma - ero sollevata quando l’ho trovata, ma quando mi ha raccontato che un uomo l’aveva presa, ho provato un senso di terrore.
Mia figlia non si era allontanata, era stata rapita, ha urlato e ha lottato contro quello sconosciuto che l’aveva portata fino al parcheggio per caricarla su una macchina. Ma Poppy-Leigh ha imparato a riconoscere il pericolo istintivamente, sapeva che stava succedendo qualcosa di brutto e doveva mettersi in salvo».
La piccola ha lottato ed è riuscita a liberarsi dalla presa, allontanandosi dal suo rapitore. Adesso ha ancora dolore alla mano, che era stata afferrata brutalmente e tenuta stretta dal rapitore, ed è ancora traumatizzata. «Mia figlia è una bambina sicura di sé - ha detto la mamma - Continua a scusarsi dicendo che le dispiace di essere stata scortese con quell'uomo ed è dispiaciuta di averlo colpito. Continuo a dirle che ha fatto la cosa giusta e che non deve mai dubitare di se stessa».
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