RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Alberto Quarati per “la Stampa”
passeggeri a bordo della diamond princess
Con il progressivo fermo delle navi da crociera - la stima è 200 unità in tutto il mondo - si apre il problema di circa 250 mila marittimi che devono o raggiungere casa, oppure raggiungere le navi per garantirne il funzionamento minimo nel periodo di blocco, che varia a seconda delle decisioni prese dalle singole compagnie (dalla fine di aprile fino a tutto maggio).
Per loro non c' è solo l' Odissea del ritorno a casa - come il gruppo di indiani sbarcato dalla nave Costa a Barcellona, rimasto bloccato in aeroporto - ma anche la prospettiva di mesi senza stipendio. Anche chi rimane a bordo in attesa del cambio equipaggio (espressamente vietato in 27 Paesi come misura anti-covid19, tra cui tra cui potenze marittime come Cipro, la Germania, Singapore, le Filippine, la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti) lo fa senza stipendio.
coronavirus quarantena in una crociera a hong kong
E se le navi da crociera sono gli occhi di tutti, esiste un mondo fatto di 114 mila unità mercantili che trasportano il 90% della merce venduta in tutto il mondo: i lavoratori marittimi qui sono due milioni.
episodio di adrian sulle grandi navi a venezia 5
venezia incidente tra una nave da crociera e un battello 1
Il timore che trapela dall' Itf, la federazione internazionale dei trasporti, è che i piccoli armatori non potranno reggere al fermo delle navi, e come durante la crisi del 2009 (l' onda della finanza drogata travolse lo shipping con un anno di ritardo) ne approfitteranno per fare pulizia nei bilanci, cambiare vita, disperdere le tracce: abbandonando le navi in Paesi con blandi controlli di sicurezza portuale, e insieme allenavi, i loro equipaggi. Già oggi, nel mare che fronteggia i grandi porti emiratini, viene segnalata una presenza anomala di navi alla fonda con a bordo gli equipaggi, in attesa di conoscere una destinazione che forse non arriverà mai.
GENNARO ARMA SCENDE PER ULTIMO DALLA DIAMOND PRINCESS
L' Itf intanto ha anche stigmatizzato, nei giorni scorsi, la lentezza di reazione delle maggiori bandiere del mondo (Panama, Liberia ecc...), mentre cominciano a chiudere anche i centri di assistenza per i marittimi nei porti (come è successo a Liverpool), ma non le visite sulle navi.La scorsa settimana, gli armatori italiani sono stati i primi a segnalare il rischio di un blocco degli equipaggi (e quindi anche delle navi) per l' effetto del coronavirus, scrivendo al ministro dei Trasporti, Paola De Micheli. Nel corso della stessa settimana, la stessa Itf insieme all' Ics (l' associazione internazionale degli armatori) si sono rivolti direttamente all' Onu e all' Oms per chiedere l' attivazione di corridoi burocratici per i 100 mila marittimi che ogni mese si danno il cambio di turno a bordo delle navi.
Alcuni Paesi, Italia inclusa, hanno nei fatti concesso l' allungamento dei turni bordo (che da noi durano quattro mesi, ma possono arrivare anche a otto per i marittimi cinesi o filippini) ma è evidente che le persone non possono rimanere imbarcate a vita, così come soprattutto gli altri a casa in attesa che arrivi un nuovo contratto.
Su due milioni di marittimi, 38 mila sono italiani o navigano sotto bandiera italiana. Su oltre 5.000 comandanti europei, 900-1.000 sono italiani e altrettanti sono direttori di macchina. In tutto gli ufficiali italiani sono circa 10 mila, e il loro maggiore impiego è proprio sulle navi da crociera.
A sollecitare un corridoio burocratico, o almeno delle linee guida per non lasciare tutto al caso, ha scritto ieri alla Commissione europea anche Hubert Ardillon, presidente del Cesma, che riunisce gli oltre 5.000 comandanti del Vecchio Continente.
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